Marco Deiana (Ferrari Spedizioni): “Ovunque nel mondo ci siano beni di lusso, ci siamo anche noi”. E i manager del gruppo sono quasi tutti alessandrini doc

Deiana MarcoSono una realtà da oltre 200 milioni di euro di fatturato e circa 1.200 addetti, al terzo posto nel mondo come dimensioni nel loro settore (“ma come qualità del servizio ci sembra di essere già il numero uno”). Ferrari Spedizioni è per Alessandria un vero fiore all’occhiello, e biglietto da visita internazionale, nonché sbocco professionale per alcuni tra i migliori (“e più intraprendenti: a noi servono persone dinamiche”) laureati di casa nostra, che qui trovano una palestra di formazione professionale, e un percorso di crescita che li porta spesso a dirigere uffici del gruppo in giro per il pianeta: “abbiamo circa 80 uffici in 50 paesi, e rimoduliamo la nostra presenza nei diversi continenti a seconda delle necessità dei nostri clienti”. Marco Deiana, laurea in economia e commercio a Pavia e un approccio concreto e informale, è Ceo mondo e amministratore delegato Italia del Gruppo, e quando ci riceve ha appena terminato una conference call internazionale, che in una realtà come questa è il pane quotidiano. E ci racconta con grande disponibilità (e orgoglio) storia e progetti di una perfetta ‘family business’ con cuore pulsante ad Alessandria, e braccia operative nei cinque continenti.

 

Dottor Deiana, Ferrari Spedizioni nasce nel 1959, per soddisfare le Ferrari notturnaesigenze, soprattutto legate all’export doganale, degli orafi valenzani. Quasi sessant’anni dopo, è ancora questo il core business?
In parte sì, certamente. Ovviamente il contesto è completamente mutato, e oggi noi siamo un gruppo al servizio integrato di tutto il mercato del lusso, che ha necessità di trasportare, e proteggere, merci di valore. Il mercato orafo rimane per noi fondamentale, a partire da Valenza, che tra l’altro anche di recente ‘vive’ un rinnovato interesse da parte di grandi marchi, con investimenti importanti. Noi oggi ci rivolgiamo ovviamente a tutti i grandi e medi player del comparto, che siano o no valenzani.

furgoniE cosa offrire ai vostri clienti?
Trasporto internazionale di gioielleria, accessori di lusso, orologi, opere d’arte e altri prodotti di valore. Dove per trasporto si intende però gestione integrata: dalle pratiche doganali, alla logistica delle merci per conto del cliente, all’assicurazione del valore trasportato, che è snodo ovviamente fondamentale: in questo ambito operiamo tramite una società del nostro gruppo, Ferrari servizi assicurativi, che è una vera società di brokeraggio, e lavora con i Lloyd’s di Londra.

Il mercato delle opere d’arte è una nicchia ad alto valore aggiunto?
E’ un mercato specializzato, e che richiede competenze di eccellenza. Che si tratti di trasportare collezioni da un museo all’altro, o anche opere di privati, occorre farlo con professionalità estrema: ‘coprendo’ ogni tipo di rischio dal punto di vista economico, ma anche tenendo conto che stai trasportando qualcosa di unico, che comunque non potrà quindi essere ricomprato, a nessuna cifra, in caso di danno irreparabile.

Ferrari e Alessandria: qual è il vostro rapporto con la città?Alessandria dall'alto
Molto buono, da sempre. Siamo un player mondiale del nostro settore, ma cuore e cervello sono e rimangono ad Alessandria: esattamente come all’inizio, quando nel 1959 mio zio, Giovanni Ferrari, e mia mamma Miranda Ferrari fondarono l’azienda. Poi mio padre, Giorgio Deiana, ha dato un contributo fondamentale all’internazionalizzazione del gruppo, ed io, che sono in azienda da 15 anni, cerco di fare la mia parte. Siamo certamente ancora, e vogliamo restarlo, una vera family business, o azienda di famiglia: mia moglie, ex avvocato, si occupa della selezione e gestione del personale, mio cugino è alla guida della sede americana, mio fratello è a Parigi. Costantemente riceviamo proposte di partnership da parte di fondi di investimento internazionale, poiché il nostro è ritenuto un settore che ha ancora potenzialità di crescita notevoli. Ci fa molto piacere ovviamente essere ritenuti una realtà appetibile, e su cui investire. Ma credo che rimarremo un’azienda famigliare ancora a lungo.

Ferrari sedeQuanti siete, a livello di gruppo?
Circa 1.200 persone in tutto il mondo, di cui 150 qui ad Alessandria, e 250 complessivamente in Italia. E, per tornare al rapporto con la città, consideri che il 70-80% dei responsabili dei nostri uffici nel mondo sono alessandrini: per lo più giovani, e laureati in Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche o Ingegneria Gestionale. Personalmente mi sono laureato a Pavia, e con quell’Università abbiamo ancora ottimi rapporti. Ma da diversi anni abbiamo creato anche un canale privilegiato con l’Università del Piemonte Orientale, che ha avviato anche un corso di specializzazione in import/export, con particolare attenzione al tema del valore, del suo trasporto e della sua custodia. Sono fra i docenti, e questo mi consente di conoscere personalmente studenti e neo laureati brillanti, che poi spesso di mandano i loro curricula. Proprio pochi giorni fa abbiamo assunto una neolaureata, appunto. E succede frequentemente.

Dottor Deiana, l’arrivo dell’Unione Europea cosa ha significato per una realtà come la vostra?
Certamente da un lato, all’epoca, si sono fatti i conti con l’eliminazione delle dogane nazionali, che per noi erano un business. Ma al contempo quel passaggio fu lo stimolo ad aprirsi ad orizzonti e mercati più ampi, globali. E infatti gli ultimi 15 anni per noi sono stati di crescita ed espansione costante.

Sarà così anche nei prossimi anni? Che percezione avete, a 12-24 mesi?gioielli
La crisi ha lasciato il segno, ma il segreto è sapersi spostare, in maniera flessibile, in rapporto alle esigenze della clientela. Così è avvenuto, ad esempio, negli anni scorsi sul fronte dei mercati asiatici, dove abbiamo seguito i nostri clienti del comparto orafo, supportando le loro esigenze. Oggi quel che si osserva è la contrazione di alcuni nuovi mercati, a causa di tassazioni molto forti sui beni di lusso: si veda la Cina, ad esempio, dove la tendenza dei privati di fascia alta è sempre più quella di acquistare direttamente e personalmente all’estero, proprio per bypassare ricarichi fiscali onerosi. Come gruppo abbiamo aperto di recente una sede in Russia, e ne apriremo una in Canada. Ad oggi siamo il terzo player al mondo nel settore, per fatturato e dimensioni, dopo un’azienda americana e una israeliana: con l’obiettivo però di crescere ancora. Sicuramente ovunque ci siano beni di lusso, sia inteso come produzione che come consumo, noi ci saremo.

 

Ettore Grassano