Due anni fa ho scritto dei giovani che avrebbero potuto essere protagonisti del Mondiale; avevo solo l’imbarazzo della scelta, da James (che fu probabilmente il miglior giocatore del torneo) ai tanti ragazzi del sorprendente Belgio, a molti altri ancora.
Oggi, per l’Europeo che tra poco inizia in Francia, il compito è meno facile, e la situazione la spiega bene il dialetto milanese: ghe n’è minga.
Ho cercato nelle rose delle 24 squadre gli Under-21 migliori, in almeno metà non ne ho proprio trovati, e anche i buoni talenti che ci sono difficilmente avranno possibilità di giocare, figurarsi essere protagonisti.
I padroni di casa, anche i miei favoriti (da tifoso: purtroppo), che comunque contanomolto su due ragazzi degli anni Novanta già affermati come Griezmann e Pogba, portano il ’95 Anthony Martial, che ha fatto davvero bene nel primo anno allo United, a talento puro secondo a pochi. E il ’96 Kingsley Coman, da noi conosciuto in bianconero, questa stagione piaciuto molto a Pep che spesso l’ha utilizzato nel Bayern (come gli juventini ricordano bene).
Nel girone A ha diversi ragazzi da ammirare la Svizzera: il difensore Nico Elvedi, ’96 del Moenchengladbach, e due attaccanti talentuosi: il ’95 Tarashaj e soprattutto Embolo, di origini camurunensi, un ’97 già sul taccuino (come si dice) di molti club importanti.
Ha ottimi giovani l’Inghilterra di Roy Hogson, che ha convocato 12 ragazzi degli anni Novanta. C’è il più giovane di tutti, quel Marcus Rashford (nella foto), data di nascita 31/10/1997, che ha esordito pochi giorni fa con i “leoni” segnando dopo 135 secondi. Probabilmente partirà dalla panchina, anche perché al centro dell’attacco faranno coppia Jamie Vardy (tutti sapete tutto di lui, vero?) e Harry Kane, che in questo novero non rientra per poco (è un ’93) ma che è comunque alla prima grande vetrina calcistica. Temo vedrà poco il campo, ma ha certamente un gran potenziale anche il ’95 Dale Alli (lui pure, come Kane, molto cresciuto sotto la guida di El Sheriff Pochettino).
E di nati negli anni Novanta ne porta addirittura 13 la Germania, che ha tutto per aprire un ciclo di vittorie molto duraturo (sempre che i tedeschi l’abbiano mai chiuso, il loro ciclo di continue vittorie). Sono tutti già affermati, tra l’altro, l’unica novità potrebbe essere il ’96 Leroy Sané, che però difficilmente vedremo in campo, mentre io sono curioso di vedere se avrà spazio un altro loro talento emergente, il ’94 del Liverpool Emre Can (la giovanissima Germania, col suo melting pot, è davvero anche qui “locomotiva d’Europa”).
Inizia a ringiovanirsi, nonostante in panchina ci sia Del Bosque, verrebbe da dire, la Spagna, dove potrebbe mettersi in mostra il laterale difensivo dell’Arsenal (ma lo vedremo presto in blaugrana, pare) Héctor Bellerin, un altro ’95.
Dodici nati negli anni Novanta anche per il Belgio. Molti di loro erano sorprese due anni fa, in Brasile, ora devono fare quel salto di qualità che potrebbe consentire ai “diavoli rossi” di lottare per il trofeo. Tra loro il ’95 Origi, che allora già si mise in mostra (mentre sembra un po’ sparito il suo coetaneo Januzaj, che due anni fa stava per esplodere e stavolta mestamente guarderà i suoi compagni in tv).
Proprio contro i belgi noi esordiremo, e tra gli otto nati negli anni Novanta che Conte ha convocato al massimo un paio saranno titolari, tra loro di certo non il nostro più giovane, il viola Bernardeschi, comunque un ’94.
Il commissario tecnico avrebbe potuto portare il bambino del torneo, perché il ’99 Donnarumma il viaggio in Francia se l’era probabilmente meritato, giocando un campionato molto più che buono. Ma le scelte del cittí sono tutte sue, speriamo il campo gli dia ragione (lui sta nella posizione molto privilegiata di “cadere in piedi” comunque vadano gli Europei, dato che, vinti o persi, bene o male, da luglio sarà di casa nell’elegante Chelsea).
Curiosità: mi sono riguardato la rosa del 1968, l’unica volta in cui il titolo lo vincemmo. Avevamo solo due giocatori nati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Uno era Pierino Prati. L’altro, il più giovane di tutti coi suoi vent’anni era Pietruzzo Anastasi. Fu decisivo per battere nella finale (rigiocata due giorni dopo il primo pareggio) i “plavi”, che di nati dopo la fine del conflitto ne portarono ben nove.
Le ultime due segnalazioni per il girone F. In un Portogallo come al solito vecchiotto speriamo abbia spazio Renato Sanches, uno dell’agosto 1997 che il Bayern ha appena preso dal Benfica, e che viene paragonato a Seedorf. Nel’Ungheria dove esordisce a 40 anni tondi il portiere Király, col suo improbabile tutone a tenerlo caldo, ci sono molte aspettative per il talentuoso Ádám Nagy, un ’95.