Dalla Sanità alle Terme, ad Acqui le grandi imprese del PD dei miracoli

Mighetti 2di Paolo Mighetti*

 
Da quanto leggiamo sui vari comunicati stampa potremmo dirci convinti di trovarci davanti a nuovi supereroi capaci, in un sol colpo, di ribaltare ogni situazione negativa per Acqui Terme e dintorni. Dalla sanità alle terme è tutto un prendersi meriti di conquiste epocali. In realtà il PD piemontese, e in particolare quello alessandrino, ha lavorato male chinando il capo al governo torinese sul ridimensionamento dell’ospedale e compiendo pericolose leggerezze nella vendita delle Terme.

Più che a supereroi ci troviamo di fronte a quei tipici personaggi che, causato il danno, si mettono in mostra quando fingono di porvi rimedio. Insomma un sistema tutto italiano e molto politico di girare la frittata per salvare le apparenze.

Ma non penso che in questo caso si possa abboccare alla novella racconta nei giorni Ospedale Acqui 1scorsi. Se Saitta parla di tagli inesistenti sa bene come sia assurda la sua affermazione. I tagli ci sono stati e solo la mobilitazione di centinaia di cittadini dell’acquese, nelle manifestazioni di Acqui e Torino, ha scosso i palazzi di Chiamparino e Saitta. Solo questo ha consentito ai sindaci ed ai tecnici (che ringrazio sinceramente) di sedersi a trattare con l’assessorato.

Ora però l’errore più grossolano sarebbe quello di considerare il nosocomio acquese un ospedale di serie B. I reparti e i servizi rimasti sono comunque affidabili e qualificati e dobbiamo dimostrare che il bisogno di sanità della Valle Bormida c’era e c’è ancor oggi. Non dobbiamo arrenderci al giochino dei numeri operato dalla vecchia politica. Si depotenziano gli ospedali dicendo che sono poco utilizzati così si genera sfiducia, disaffezione e ulteriore calo dell’utenza. Il passo successivo è la chiusura. Quindi il mio appello è netto e preciso: continuiamo ad utilizzare il nostro ospedale.

D’altro canto continuo a pensare che, conti alla mano, questo taglio di servizi su tutto il Piemonte non sia che una briciola (circa lo 0,5% del bilancio della sanità piemontese) rispetto agli sprechi operati con appalti milionari per farmaci e forniture. Ma su questo Chiamparino e Saitta non si sbilanciano. Perché arrovellarsi a creare un sistema trasparente e virtuoso quando possono tagliare un po’ di sanità pubblica ai cittadini dei luoghi un po’ remoti del Piemonte?

* Consigliere regionale M5S Piemonte