di Enrico Sozzetti
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La ricerca e l’innovazione sono un patrimonio diffuso sul territorio. Non passa giorno che si scriva un nuovo capitolo. L’ultimo, in ordine di tempo, ha il sapore della tequila. Quella che verrà commercializzata con una nuova chiusura realizzata dalla alessandrina Guala Closures. Il Piemonte che innova, che ricerca, che guarda al futuro c’è. E Alessandria, ancora una volta, è ai primi posti. Grazie allo strumento del MidCap finanziato dalla Regione Piemonte per sostenere progetti di investimento e sviluppo attraverso l’utilizzo di fondi Bei (Banca europea per gli investimenti), la Guala Closures, guidata da Marco Giovannini, ottiene un finanziamento di 1.750.000 euro per l’acquisto di macchinari per l’innovazione di prodotti che consentiranno la realizzazione di una nuova chiusura modulare per la tequila che prevede un investimento complessivo di tre milioni e mezzo di euro. Basta spostarsi di alcune decine di chilometri, a Casale, dove nei giorni scorsi è stato inaugurato il nuovo centro direzionale di Bcube. L’edificio è la ‘control tower’ di Bcube, che ospita ingegneria progettuale, Ict, qualità e amministrazione.”È qui che batte il cuore pulsante di Bcube ed è qui che abbiamo concentrato i pilastri della nostra attività” ha spiegato Piero Carlo Bonzano, presidente del gruppo. E sempre a Casale è nato un altro progetto legato all’innovazione. Si chiama ‘Ingegni’ ed è un incubatore e acceleratore industriale. Da Casale Monferrato a Novi Ligure con l’incubatore per startup diretto allo scouting, alla formazione ed accelerazione di idee e neo-imprese innovative e non solo. Il bando è promosso dal Comune di Novi Ligure in collaborazione con l’associazione Réseau Entreprendre Piemonte e l’Agenzia di Sviluppo del territorio Langhe Monferrato Roero.
Naturalmente c’è il vastissimo fronte dell’Università del Piemonte Orientale (Upo) che dal 2004 (e dal 2009 nell’incubatore di imprese ‘Enne3’ di Novara) ha costituito diciotto società spin-off e collaborato in modo crescente con l’industria al punto da volere occupare un posto fisso nel prossimo polo tecnologico che sorgerà sull’area milanese dell’Expo. “Siamo l’Ateneo più vicino e vantiamo eccellenze nei settori del futuro centro di ricerca. Vogliamo esserci” ha dichiarato Cesare Emanuel, rettore dell’Upo. “Si può immaginare, ad esempio, una collaborazione nel campo farmaceutico e delle biotecnologie. Apriremo a Novara lo spazio Ipazia sulle malattie autoimmuni: sarebbe possibile una sinergia”.
Torniamo ad Alessandria. Dove, a parte le realtà universitarie, le imprese sempre proiettate sul futuro, le nicchie della ricerca, il panorama complessivo non è certo incoraggiante. Ma nonostante tutto c’è chi sogna. “L’orizzonte che abbiamo messo in campo in questi anni – il pensiero che ci guida – è quello di immaginare Alessandria nella sua dimensione europea come un’altra città francese, spagnola o tedesca di uguale dimensioni, snella ed efficiente nella sua organizzazione, nell’erogazione dei servizi, nella capacità di essere comunità attrattiva, e richiede uno sforzo culturale e politico”. Ma anche di fantasia. Quella fantasia che una volta voleva andare al potere. E che invece alimenta i pensieri di chi ha scritto queste parole: i cinque membri della segreteria cittadina del Pd che si sono dimessi in polemica con il responsabile del partito, Massimo Brina, perché non ha supportato, a loro giudizio, la propaganda in stile istituto Luce che invece avrebbe meritato l’azione amministrativa della giunta comunale di Rita Rossa.
Alessandria è così. Meno male che ci sono Novi, Casale e anche Novara…