Sarà perché ti amo [Il Citazionista]

ricchi-e-poveridi Andrea Antonuccio.

«Cade una stella, ma dimmi dove siamo / che te ne frega, sarà perché ti amo »
Sarà perché ti amo (Ghinazzi, Pace, Farina). Ricchi e Poveri, 1981

Tra le notizie di questa settimana, ci sono certamente alcune “chicche” da seguire con attenzione.

Premesso che per me è doveroso essere garantisti, sono rimasto basito di fronte al sindaco Pd di Lodi che, a quanto sembra, scriveva bandi di appalto “su misura” per le piscine comunali della sua città (chissà quanti sindaci in questo momento stanno tremando… vabbe’). Vedremo se è davvero andata così.

Mi ha anche colpito la vicenda, tutta italiana, del giornalista di Telejato, noto paladino della lotta contro la mafia, che a sua volta estorceva soldi ai sindaci dei paeselli siculi (ma perché costoro pagavano? Mah…). Attenzione però a dire l’ultima parola: potrebbero averlo incastrato.

Ma la notizia più tosta, a pensarci bene, è un’altra. E’ l’abbandono di Franco Gatti, storico componente dei Ricchi e Poveri, che ha comunicato ai suoi due compagni di avventura, Angela Brambati e Angelo Sotgiu, il suo ritiro dalle scene.

“Ringraziamo Franco per la professionalità e l’amicizia dimostrata in quasi cinquant’anni di vita artistica insieme – hanno dichiarato Angela e Angelo – “Noi restiamo sul palco perché questa è la nostra vita”. Chapeau.

ricchi-e-poveri2E vabbe’. I Ricchi e Poveri continueranno a esistere e a cantare, magari rimpiazzeranno il “baffo” con qualche altro elemento. Eppure, non so se sarà la stessa cosa. Ricordo, ancora ragazzino, un loro concerto (gratuito) in uno sperduto paesino della Sicilia di cui adesso mi sfugge il nome. Ho ben presente, però, la marea di persone accorsa da ogni dove per ascoltare i “mitici tre” dal vivo. I giornali locali allora parlarono di trentamila persone, e a mio avviso non si sbagliarono di molto.

Il paesello, insieme con le frazioni limitrofe, si era letteralmente “bloccato” sin dal primo pomeriggio. Polizia, carabinieri e Forze dell’ordine faticavano a regolare l’afflusso sproporzionato di gente. Io riuscii a vedere il concerto dall’alto di una collinetta, anche grazie al binocolo di un amico che, conoscendo meglio di me l’impatto dei Ricchi e Poveri sul popolo siciliano, si era premunito.

E in quella occasione Franco Gatti fu fantastico, ve lo giuro. Onestamente, ricordo che non cantava quasi più (e stiamo parlando di trent’anni fa, almeno), anche perché le canzoni in scaletta non erano molto adatte alla sua estensione vocale. La parte del leone, da questo punto di vista, la facevano la brunetta e il biondo. Bravi, bravissimi. Ma, come dicevo, Franco fu strepitoso per la verve e la capacità di portare avanti il concerto con battute umoristiche e scambi con il pubblico frutto di grande esperienza, ma soprattutto di innata simpatia. La gente lo viveva come uno di loro, uno vero e sincero, e dunque applaudiva a scena aperta. L’equilibrio tra canzoni e parole era perfetto. Grande serata, insomma.

Ora che Franco ha deciso di mollare, ufficialmente per dedicarsi alla famiglia, chi lo potrà rimpiazzare adeguatamente? I sindaci, corrotti o no, passano. Per non parlare dei giornalisti, vil razza dannata. Ma i Ricchi e Poveri no, questo non me lo devono fare. Se passano anche loro, vuol dire che sto veramente invecchiando.

Eppure io mi sento ancora come quel ragazzino con il binocolo, sulla collina di un paesino della Sicilia, a cantare con altre 29.999 persone “Sarà perché ti amo“. Sono passati almeno trent’anni… ma che importa?

[sz-youtube url=”http://www.youtube.com/watch?v=8wA_0lSxkG8″ /]