Atm: ricapitalizzazione, fallimento o…Amag? Abonante: “Sicuramente occorre migliorare i servizi ai cittadini”. Locci: “Sì ai privati, no agli amici degli amici”

Atm autobusA tre mesi esatti dalla nomina del nuovo cda di Atm, qual è la situazione dell’azienda di trasporto pubblico alessandrino, e quale lo scenario più probabile?

A fronte di una situazione debitoria e finanziaria fortemente compromessa, è realistico ipotizzare una ricapitalizzazione della società (socio di ampissima maggioranza è il comune di Alessandria, mentre quote di esigue minoranza hanno il comune di Torino, circa 4%, e il comune di Valenza, circa 1%), oppure si andrà verso una sua liquidazione/dismissione, con parallelo ‘spacchettamento’ dei servizi, e loro affidamento a diverse realtà, in base a regolari gare?
E cosa c’è di vero nella voce, più volte rimbalzata sui media locali e non in queste settimane, che vorrebbe Atm destinata ad essere ‘assorbita’ da Amag?

Giorgio Abonante, assessore alla Programmazione Finanziaria di Palazzo Rosso,Abonante nuova certamente non possiede la sfera di cristallo, ma è per competenza una delle persone certamente ‘meglio informate dei fatti’. E non si sottrae ad alcune riflessioni, pur precisando che “tocca al cda formulare una proposta, e un eventuale piano di rilancio aziendale all’assemblea dei soci, in programma per metà marzo: e naturalmente qualsiasi percorso o decisione dovrà anche essere frutto di un confronto con i sindacati”.

Intanto, però, fare qualche considerazione ‘di scenario’ non è vietato, anzi può forse portare qualche ulteriore elemento, utile al dibattito e alla decisione finale.

Cosa fa innanzitutto oggi Atm? Essenzialmente l’azienda eroga cinque tipologie di servizi: trasporto urbano ad Alessandria e a Valenza, trasporto extraurbano sulla tratta Alessandria Valenza, trasporto alunni, trasporto disabili e parcheggi. “Da lì dobbiamo partire – sottolinea Abonante -, ossia dalla necessità di continuare ad erogare questi servizi alla cittadinanza, o meglio di riuscire a migliorarli, sempre naturalmente facendo i conti con risorse scarse. Ma deve essere chiaro che, qualunque decisione si decida di prendere, sarà per entrare nel nuovo mondo: in cui si dice basta per sempre alle gestioni inefficienti del passato (noi aggiungeremmo anche clientelari, ndr), e ci si muove con logiche di assoluta trasparenza, e sulla base di gare regolamentate, sia sul fronte del trasporto pubblico locale che in altri ambiti”.

Ma cosa ne sarebbe dei dipendenti Atm, in caso di affidamento dei servizi ad altri soggetti, siano esse aziende già presenti oggi sul mercato, o new company? “Certamente lo snodo del personale è una criticità su cui confrontarci con i sindacati, e in ogni caso le gare prevedono sempre e prevedranno, come giusto, clausole sociali, per cui chi arriva non scarica i lavoratori che ci sono, ma li assume”.

Non è naturalmente, tutto così semplice, e nel caso si decida di percorrere questa strada il confronto con le controparti sindacali rischia di essere aspro. Ma che Atm non possa più andare avanti così, con oltre 200 dipendenti e appesantita da un debito ‘mostruoso’ e da un parco mezzi che necessita di investimenti importanti, è chiaro a tutti.

Locci nuovaC’è però chi, come il consigliere di opposizione (e presidente della commissione Controllo di Gestione del comune di Alessandria) Emanuele Locci, propone una prospettiva diversa: “la soluzione migliore rimane a mio avviso il coinvolgimento di partner privati, ma in base ad una logica davvero manageriale e aziendalista: non optando per soluzioni più o meno amicali, o di cordata, come spesso si ha l’impressione che succeda”. Difficile in questo caso non andare col pensiero ai componenti dell’attuale cda, composto da una valenzana, due torinesi e nessun alessandrino: e con un presidente, Giancarlo Quagliotti, da decenni eminenza grigia (‘grigiastra’, ironizza qualcuno) del Pd torinese, e fedelissimo del sindaco Fassino.

“Mi sembra – aggiunge Locci – che su questo come su altri temi da quattro anni il centro sinistra ‘tiri a campare’, e mi pare evidente che non si può pensare ad una ‘nuova’ Atm senza affrontare in maniera concreta questioni come i parcheggi in città, o il piano del traffico. Se l’intenzione è quella di incentivare il trasporto pubblico e disincentivare l’uso urbano dell’auto, ovviamente occorre formulare una proposta chiara, un progetto. Finora non ne abbiamo visti, e dubito che ci saranno grandi novità in quest’ultimo anno pre elettorale”.

Locci lancia anche un ultimo ‘alert’, rivolto ad Amag: “fino a qualche annoAmag sede alessandria fa, Amag era l’unica azienda sana del comune di Alessandria. Ora, dopo l’operazione rifiuti, non vorrei che qualcuno pensasse anche ad operazioni di ‘assorbimento’ di Atm, in maniera diretta, o costituendo società ad hoc. Ripeto: sì al vero libero mercato, no a percorsi contorti, in cui si continua ad alimentare gli stessi circuiti, gli stessi amici degli amici”.

 

Ettore Grassano