Gianluca Ghnò, compagnia Stregatti e il teatro San Francesco [Tempi Supplementari]

Brioschi Massimodi Massimo Brioschi

 

Quando arrivo il teatro è ancora chiuso. Aspetto qualche minuto e intanto guardo il cartellone con le date della stagione. Tra poche ore ci sarà ‘Bellissimo’, uno spettacolo della compagnia Stregatti in occasione di San Valentino. La sala, mi diranno poi, è quasi tutta prenotata.
Dentro stanno facendo le ultime prove e quando mi aprono vedo Gianluca Ghnò, con cui ho appuntamento, che pulisce il palco. Ci sediamo nelle ultime poltroncine della sala a parlare di questa loro avventura da impresari teatrali. È il terzo anno che la compagnia Stregatti organizza la stagione al Teatro San Francesco, a cui si aggiunge l’organizzazione della stagione del teatro della Juta di Arquata e forse, dall’anno prossimo, di un terzo teatro. Sono una delle dodici botteghe teatrali della Fondazione Piemonte dal vivo della Regione Piemonte e collaborano con il comune grazie all’appoggio dell’assessore Oneto.

Conobbi Gianluca parecchi anni fa, esattamente nel 1999, quando mi avvicinai alGhno 1teatro iscrivendomi a un corso di recitazione organizzato al Macallé, in cui lui era uno dei due insegnanti. Aveva da poco terminato la scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano e io ricordo ancora con piacere la sua capacità d’osservazione e il suo interesse per la drammaturgia contemporanea.

A quanto pare in questi anni le sue qualità di osservatore non sono mutate e dietro alle sue parole sul teatro ho potuto leggere anche i cambiamenti sociali così repentini e profondi di questi ultimi tumultuosi anni. Provare a gestire un teatro è, insieme, un azione culturale e un impegno imprenditoriale e ci si confronta da una parte con un pubblico a cui si risponde e dall’altra con delle istituzioni con cui si coopera, con tutte le difficoltà del caso, sia per quanto riguarda la prima parte dell’equazione che per quanto riguarda la seconda.

Parlare con Gianluca di teatro per un’ora, nell’ambiente silenzioso della sala vuota, ha voluto dire per me rivedere le difficoltà, le aspirazioni e le consapevolezze della nostra generazione. Una generazione che si scontra con una stagnazione (se non decrescita) che non può essere così felice e semplice come forse alcuni di noi speravano, soprattutto quando si hanno delle legittime aspirazioni. Una generazione che continua a essere in cerca, impossibilitata a trovare un approdo facile, con i tentativi di trovare una strada per se stessi che si scontrano con mercati sempre più stretti, burocrazie complesse e a volte stupide, una fiscalità eccessiva e penalizzante e un futuro incerto che è più facile immaginare lontano che non qui.

Gianluca ricorda le serate da bambino a teatro con la madre, gli spettatori eleganti e spettacoli ricchi di attori e scenografie. Adesso tutto è cambiato. Quasi nessuno ormai può permettersi quel genere di costi. Anche chi è conosciuto fa spettacoli quasi sempre senza scenografia e in un numero di persone limitato. Al San Francesco poche settimane fa c’è stato Ugo Dighero che faceva un monologo, prima di lui Andrea Scanzi e Giulio Casale, in due, l’anno scorso Marco Baliani da solo, con una sedia come scenografia.

Teatro vuoto 1Una sala di milleduecento posti come quella del teatro Comunale sarebbe spropositata anche in grandi città come Milano o Torino, non è pensabile riempirla con uno spettacolo teatrale. Anche lui è passato a vedere la riapertura al pubblico dell’edificio del Comunale e si chiede cosa ci si può fare con uno spazio così enorme. Basterebbe una tribuna lateralmente al palco per il numero medio di spettatori di uno spettacolo teatrale. Molte delle persone che hanno affollato il Comunale in quei giorni e che si lamentano della mancanza di un teatro cittadino a teatro non ci vanno, mi dice. Ragiona su quanto potrebbe influire sulle loro stagioni al San Francesco ma è tutto ancora talmente vago quello che può succedere che non si possono fare previsioni. Adesso ad Alessandria le stagioni che il comune ha incluso nel suo cartellone sono abbastanza diversificate una dall’altra, l’eventuale apertura del Comunale rimane lontana, come in realtà appare a tutti.

Ritorniamo a parlare del teatro San Francesco. A me incuriosisce sapere che rapporto hanno con i frati proprietari dello stabile, se ci sono state ingerenze o se loro stessi si sono autocensurati rispetto a quello che vorrebbero fare. Ma Gianluca mi dice di no che, a parte quello di fare messe nere (e va be’, si può accettare….), i frati non hanno posto divieti.

La difficoltà maggiore è stata far capire agli spettatori alessandrini che lì, in quel teatro, non si facesse un tipo di teatro parrocchiale. Ma adesso, arrivati alla terza stagione, il pubblico partecipa, soprattutto per i loro spettacoli o per spettacoli con personaggi conosciuti. È difficile invece portare pubblico con proposte magari di qualità ma non conosciute.

Non possiamo lamentarci, mi dice. Il pubblico arriva ed è in aumento.

Oltre agli spettacoli serali al teatro San Francesco ci sono le matinée gestite dalla Coltelleria Einstein e ci sono i corsi, in cui alcuni degli allievi potrebbero diventare futuri attori della compagnia.

È bello sapere che, nonostante le difficoltà, riescano a portare avanti questo angolo di produzione culturale in città e che il coraggio di cercare una strada, anche dove sembra non esserci, paghi.

In tutto questo chiedo a Gianluca cosa rimane della sua passione per laGhno 2 drammaturgia contemporanea, che mi spiacerebbe vedere svanita.

Non è svanita, mi risponde, come non è svanita la sensazione di stare meglio dove non sta la maggioranza, di sentirmi vicino a chi è abituato più a perdere che a vincere. Insomma il perfetto tifoso del Torino, penso, nostra comune squadra, sulle cui vicende si chiude la nostra conversazione.

È con piacere che riporto le ultime date della stagione al San Francesco, sperando che il pubblico continui a premiare il loro coraggio e la loro tenacia.

Le prossime date al San Francesco:

Venerdì 15 aprile, ore 21- IL TESTIMONE, di Tangram Teatro, diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio

Venerdì 29 e sabato 30 aprile / venerdì 6 e sabato 7 maggio, ore 21 – LEGàMI, LèGAMI, di Giusy Barone per la regia di Gianluca Ghnò, con Giusy Barone, Francesca Pasino, David Turri, Simone Guarino