Associazioni ambientaliste: “Su mobilità e trasporti Alessandria al palo, ferma da vent’anni”

Cavalchini nuovadi Roberto Cavallero

 
“La situazione ad Alessandria è quella di venti anni fa”. Si sta parlando di mobilità, trasporti ed inquinamento e a farne riferimento è Pierluigi Cavalchini (coordinatore di Pro Natura Alessandria, e direttore del sito Città Futura) in merito all’incontro avvenuto con il sindaco Rita Rossa e la giunta su PGTU (Piano Generale Traffico Urbano) e PUMS (Piano Generale Mobilità Sostenibile).

Ad essere coinvolte sono state varie associazioni (Pro Natura, Alessandria Attiva, Italia Nostra, Amici delle Bici, Passo dopo Passo, Medicina Democratica, Maestri del Lavoro, solo per fare alcuni nomi) che nel corso di un incontro con la stampa, mercoledì pomeriggio, hanno anche cercato di proporre soluzioni per una città ferma al palo ormai da troppi anni in materia di mobilità.

“Secondo le nuove normative inserite nel Codice della Strada, i comuni con più di trentamila abitanti sono obbligati alla redazione del PUT, Piano Urbano del Traffico”, ha spiegato l’architetto Michelangelo Serra di Alessandria Attiva. “Esso è inteso come piano di immediata realizzabilità con l’obiettivo di contenere al massimo, mediante interventi di modesto onere economico, le criticità della circolazione”. Che ad Alessandria è ormai da tempo problema gravoso data anche la gran quantità di macchine sempre più presenti in centro e la sempre meno gente, a detta dei presenti, che in centro vuole andarci a piedi.

“Il PUT a sua volta prevede tre livelli di progettazione, il PGTU, Piano Generale di Traffico Urbano, i piani particolareggiati del traffico urbano e i Piani esecutivi del traffico urbano. Si prendono quindi in considerazione vari aspetti. Questo tipo di piano è rinnovabile ogni due anni ma qui non è mai stato rispettato” ha proseguito Serra, torinese e da soli due anni in Alessandria, che ha tenuto a sottolineare come proprio nel capoluogo di regione vi siano delle leggi molto più ferree in materia di traffico urbano e occupazione del suolo pubblico.

Davvero molteplici i problemi che sono emersi, nel corso dell’incontro, per quantoZtl concerne la mobilità a cominciare, come sottolineato dai presenti, dalle isole pedonali ma anche la ZTL, davvero scarsa per una città di pianura e con determinate caratteristiche commerciali come Alessandria, dehor dei locali che inceppano la viabilità dei pedoni e, soprattutto, le piste ciclabili, ritenute non all’altezza.
Senza dimenticare la profonda crisi che sta attraversando l’ATM e che ha giocato un ruolo fondamentale nei problemi di mobilità cittadina.

“Lavorare solo sugli spalti per migliorare il traffico non è corretto” hanno proseguito i presenti “pensiamo ad esempio ai problemi cronici che affliggono sobborghi come la Fraschetta verso cui mancano diversi collegamenti così come anche adeguate piste ciclabili.”

Insomma, la questione viabilità è decisamente troppo importante, con un riverbero anche a livello regionale, “perché è da lì che devono arrivare i finanziamenti. Attendiamo al varco coloro che sul tavolo potranno mettere opzioni che non siano solo di scontro ma che siano soprattutto di dialogo fra le varie parti politiche in causa”, hanno concluso i presenti.