I miei due soldini [Lettera 32]

Giuliano Beppedi Beppe Giuliano

 

A ogni sorteggio della Champions League (prima si chiamava Coppa Campioni ma evidentemente faceva vendere meno merchandising, che una volta si chiamavano magliette sciarpe e cappellini) mi diverto a twittare il mio pronostico per il turno a venire.
Ora che gli ottavi stanno per riprendere davvero, con questa formula difficilmente comprensibile per cui durano un mese giusto (iniziano il 16 febbraio, finiscono il 16 marzo), vediamo di approfondire quanto avevo pronosticato a dicembre.

I miei due soldini erano dunque andati sull’Atletico Madrid, che se la gioca col PSV Eindhoven, e onestamente non vedo come possa non passare il turno; idem per il Wolfsburg, squadra normale ma l’avversario è il Gent. Fin qui le partite scontate.
Non fosse allo sbando, e poco abituato alle coppe, darei per scontato pure il City contro la Dinamo Kiev. Resta favorito, ma trovo veramente demenziale questa moda di annunciare che l’allenatore se ne andrà mesi dopo, lasciandolo intanto lì a dirigere un gruppo di giocatori che immagino quanta voglia abbiano di impegnarsi a fondo per lui. Ne riparliamo più avanti.

Con tutto il rispetto per l’Arsenal, e per concludere il gruppo dei pronostici difficiliChampions 2 da sovvertire, non vedo come i “gunners”, che quest’anno al solito si stanno confermando squadra cui manca un soldo per fare una lira, possano eliminare il Barcellona.

Le due partite con cui si apre il turno sono (italiane a parte), quelle più equilibrate. Avevo detto Chelsea, in dicembre, perché all’epoca li allenava ancora Mou, che voleva la rivincita col PSG essendo rumorosamente caduto, sempre agli ottavi, un anno fa contro i parigini. Ora sulla panchina dei “blues” c’è il soporifero Hiddink, non stanno andando molto meglio, e mi metto il cuore in pace: questa potrei averla sbagliata.

Tra Benfica e Zenit ho scelto i lusitani per simpatia, pedigree (anche se risale alla notte dei tempi) e perché mi sembra non se la passino benissimo i russi guidati dall’ex-Porto, ex-pupillo di Mou ed ex- allenatore promettente Villas-Boas.

Avevo lasciato aperto il pronostico sulle italiane, precisando che la Roma doveva “crescere nella testa” e la Juve metterci “un gran cuore”.
Nel frattempo… Roma e Madrid hanno cambiato tutte e due allenatore, tutte e due sospendendo una rapida discesa che si faceva preoccupante. La Roma con Spalletti è di certo cresciuta “nella testa” (prendere per due anni di fila sette gol in una partita di Champions, non importa contro chi, era un segno di limiti mentali inaccettabili). Il Real liberatosi di Benitez, uno che deve tutta la carriera alla folle finale di Istanbul, a questo punto torna favorito, e temo che anche essere cresciuti “nella testa” non basti ai giallorossi.

La vedo molto molto meglio per la Juve, in straordinaria forma e contro un avversario che – la cosa ovviamente si riaggancia al discorso fatto prima a proposito del City – ha annunciato con mesi di anticipo il cambio in panchina per la prossima stagione. Immagino quanto cuore ci metteranno, insomma, molti dei giocatori di Pep per regalargli un ultimo successo di prestigio. Ottavo apertissimo, e bianconeri con molte più possibilità oggi rispetto al momento del funereo sorteggio.

Bonus: la storia più interessante, riguardo questi incontri, credo sia quella della finale di dieci anni fa, quando l’Arsenal confermò l’incompiutezza di cui si diceva, nonostante un grande Tití Henri, prima dominando anche in dieci contro undici poi facendosi raggiungere, gol di Eto’o (uno che finché ha avuto voglia di fare il calciatore avresti voluto sempre in campo quando la partita conta), e superare dal Barça, gol del carneade Belletti. Catalani a due Champions vinte, mentre per i “gunners” ancora stiamo, miseramente, a zero.