Gente di teatro – Incontro con Nicoletta Cavanna [Tempi Supplementari]

Brioschi Massimodi Massimo Brioschi

 
Abbiamo appuntamento alle 18,30 al Mezzolitro. Quando arrivo Nicoletta mi sta aspettando. Ci conoscemmo durante uno spettacolo di diversi anni fa in cui entrambi partecipavamo come attori, io in un’unica scena in cui mi sentivo particolarmente a disagio e lei in quello che sarebbe stato il suo ultimo tentativo di recitare. Però dalla passione teatrale non si è allontanata e ha cercato, come mi dice lei, “una nicchia”.

Ho chiesto a Nicoletta Cavanna di vederci perché mi raccontasse le sue impressioni sul teatro locale: è la persona che secondo me lo conosce meglio. Perché la nicchia che si è creata è quella di critica teatrale, e da qualche anno recensisce molti degli spettacoli della zona, inizialmente su blogAL, quindi su teatro.it e adesso su radiogold.it

A me che qualcuno si inventi qualcosa che non c’è piace molto. E il suo tentativo di raccontare il teatro locale è un’opera che trovo meritoria, di cui il teatro locale aveva bisogno perché, appunto, non c’era.Cavanna 1

Intanto che prendiamo un aperitivo (io un bicchiere di vino e lei una bottiglia d’acqua!), mentre con ansia materna aspetta messaggi dalla figlia alle prese con l’esame di guida per la patente, mi racconta di quando scriveva i commenti dei libri che leggeva, e come quello sia stato l’inizio della sua passione per le recensioni.
Passione che, quando si è avvicinata al teatro, prima con un corso di recitazione ai Pochi e poi come spettatrice, ha trasferito nella scrittura delle recensioni teatrali.

Le chiedo le sue impressioni su questi ultimi anni teatrali ad Alessandria.
Mi spiega, come introduzione, che ad Alessandria ci sono più persone che fanno teatro di quelle che lo vanno a vedere. E in più che quelli che fanno teatro raramente vanno a vedere spettacoli altrui. Così spesso il pubblico per le compagnie locali è composto da amici e parenti, e per chi viene da fuori nemmeno da quelli.
Mi viene subito da chiedermi quanto lo stia dicendo anche a me, se faccio anch’io parte di questa schiera di teatranti che non guardano spettacoli, da radunare con quelli che vogliono diventare scrittori ma non leggono un libro da anni o quelli che parlano come fossero i ct della nazionale ma non hanno mai dato un calcio al pallone.

Però, mi dice, nonostante queste difficoltà, rispetto a una decina di anni fa le proposte sono aumentate di numero, nei corsi ci sono parecchi ragazzi giovani e alcuni spettacoli sono di buona qualità. Insomma, c’è vita sotto l’apparente coltre grigia.

Ottobrino 2Mi cita, tra gli spettacoli che più le sono rimasti impressi, ‘Le troiane’ con Sara Bertelà e per quanto riguarda quest’anno ‘Le relazioni pericolose’ con Aldo Ottobrino (attore alessandrino, nella foto) e Elena Dragonetti, visto all’Ambra.

Le chiedo dell’Alessandrino e del San Francesco. Concordiamo sul fatto che se ci fosse stato il teatro Comunale attivo ci sarebbe stato meno spazio per questi tentativi e che è comprensibile che all’Alessandrino cerchino di fare spettacoli il più possibile popolari. È uno teatro ampio, con dei costi onerosi ma, mi fa notare, ogni anno cercano di portare anche uno spettacolo più autoriale. L’anno scorso Re Lear, con Michele Placido e quest’anno La lupa, con Lina Sastri. Rimane il problema che mentre per gli spettacoli leggeri la sala si riempie più facilmente, in questi il numero di spettatori è esiguo.

E si torna così al pubblico alessandrino, alla critica per la mancanza di proposte inversamente proporzionale alla partecipazione per le proposte che ci sono.
Non è così dappertutto, le sembra. A Casale per esempio un piccolo spazio come l’auditorium di Santa Chiara riesce sempre a essere riempito, con spettacoli di compagnie anche non locali.

Ride spesso Nicoletta, nonostante l’acqua come aperitivo, e parlare con lei è piacevole. Mentre la ascolto mi chiedo quanto può essere complicato scrivere recensioni di spettacoli locali, fatti da persone che si conoscono e che potrebbero offendersi per ogni aggettivo sbagliato, e come si possa riuscire a recensire uno spettacolo che non è piaciuto senza crearsi inimicizie. Mi chiamano per andare a recensire e non è sempre facile seguire tutto, mi dice. La linea che seguo, continua, è la selezione al fine di vedere spettacoli che incontrano il mio interesse e il mio piacere nel commentarli.

Parla con divertimento di questa sua missione teatrale, della visibilità che cerca di dare ai vari eventi locali e a me pare un ottimo motivo, il divertimento, per fare delle cose.

L’aperitivo è quasi alla fine, il messaggio della figlia è arrivato, nella serata andrà ad assistere a uno spettacolo, per poi recensirlo.
Ci salutiamo e mentre la vedo allontanarsi in bicicletta penso che qualche spettacolo in più andrò a vederlo nei prossimi mesi.