A quando un piano condiviso e ben strutturato per la “mobilità sostenibile”?

Cavalchini nuovadi Pier Luigi Cavalchini
www.cittafutura.al.it

 
Ci stiamo chiedendo – specie in questi ultimi giorni – come mai i principali Comuni della pianura padana stiano affrontando in ordine sparso un problema che è di tutti e che, parzialmente, è dovuto alla conformazione della piana stessa, contornata da alte montagne, con conseguente rischio di ristagno d’aria. Ce lo stiamo domandando poiché siamo convinti che ci siano i sistemi e le condizioni non solo per una mitigazione degli effetti negativi ma per un’inversione di rotta di lungo termine.

Tutto sta nella capacità di premere sugli organismi istituzionali (e sulle grandi proprietà industriali) per ottenere attenzione e favorire la diminuzione dell’inquinamento di origine industriale come pure di quello derivante da combustibili (sia per riscaldamento che per autotrazione), ben sapendo che piani di azione delle “energie sostenibili” non si inventano dall’oggi al domani e sono il frutto di un lungo lavoro, sia politico che tecnico. Un discorso simile vale per i provvedimenti di razionalizzazione del traffico urbano, di interazione di aree pedonalizzate con la promozione del commercio, di miglioramento e consolidamento dell’utilizzo di mezzi pubblici non inquinanti.

La programmazione e la concertazione pagano sempre, l’improvvisazione e la condizione perennemente “emergenziale”, invece, non portano da nessuna parte.

Per questo accogliamo “con riserva” i contenuti del recente comunicato emesso dallaLombardi 3 Giunta alessandrina avente per titolo:
“Considerazioni e suggerimenti di Claudio Lombardi, assessore all’Ambiente e Salute del Comune di Alessandria”.

L’inizio è accattivante e fa ben sperare: “in questi giorni il problema dello smog da polveri sottili da problema strutturale della valle Padana sta diventando una vera e propria emergenza.“
Peccato che non si tratti di un problema di oggi ma, ormai di una situazione ben conosciuta da almeno una ventina d’anni. Arrivarci per tempo, e con le soluzioni giuste, sarebbe stato meglio.

“La situazione è estremamente critica: il 2015 è uno degli anni più caldi della storia e il mese di dicembre è uno dei meno piovosi con il perdurare di condizioni di alta pressione e assenza di ventilazione. Le polveri sottili ristagnano senza possibilità di diluirsi negli strati alti della atmosfera e superano le concentrazioni di allarme per la salute umana stabilite dalle norme italiane ed europee.”

L’informativa è di provenienza A.R.P.A. e, tutto sommato, non aggiunge niente di nuovo a quanto già conosciamo. Come già ci è ben noto il refrain sottostante riguardante la figura qui sotto.

pm10

In essa (fonte www.arpa.piemonte.it relativa al 18 dicembre, uno dei giorni di maggior inquinamento dell’ultimo periodo) sono riportati i valori delle polveri sottili (PM10) per il territorio della Regione Piemonte: in rosso sono raffigurate le zone dove tali concentrazioni superano i 50 microgrammi/m3 (il valore critico per la salute umana).

«Tale figura — sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, Claudio Lombardi — fa comprendere come provvedimenti emergenziali locali, ancorchè da adottarsi, abbiano poca efficacia rispetto a provvedimenti strutturali di area vasta su tutta la piana padana (quali la sostituzione del trasporto privato con il trasporto pubblico, l’efficiente riscaldamento degli edifici tramite combustibili non inquinanti e rinnovabili, il rigoroso controllo delle emissioni industriali etc.) che potrebbero ottenere risultati veramente efficaci».
Se è vero che i provvedimenti presi in condizioni emergenziali non sono risolutivi, è altrettanto vero che la responsabilità della salute pubblica di una Città ricade sugli amministratori della stessa e in primis nella figura del Sindaco. Se fosse dimostrato che un solo caso di affezione (da leggera a gravissima) è collegabile direttamente ad una sottovalutazione del rischio, a pagarne le conseguenze sarebbero gli amministratori stessi. Un “braccio di ferro” che i legali del CODACONS stanno portando avanti in altre città (per esempio a Roma) e di cui vedremo presto i risultati.

Smog in cittàSul fatto che ci debba essere un “cambiamento” niente da aggiungere: «È dunque necessario un vero e profondo cambiamento del paradigma ambientale, economico e sociale attuabile solo con grande coraggio e spirito innovatore nel medio e lungo periodo: un obiettivo fortemente richiamato con chiarezza da Papa Francesco nell’ultima sua Lettera Enciclica “Laudato sii” e ripreso nelle conclusioni della “COP 21”, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi (30 novembre-12 dicembre 2015)».
Il punto è capire quanto sta facendo il gruppo eterogeneo che fa parte dell’attuale Giunta per creare le premesse del cambiamento. Ci sono richieste di azioni comuni di città – in condizioni simili – tese ad avere una qualche forma di attenzione da parte delle autorità nazionali e regionali? Per esempio un adeguato inserimento di Alessandria nelle progettazioni di rinnovamento del parco automezzi pubblici, (per noi con beneficio per ATM), oppure nella ricerca di finanziamenti per piste ciclabili degne di questo nome (e non “spezzettate” come le attuali con problemi di utilizzo e di sicurezza).
Spostandoci solo un pochino di prospettiva si potrebbe andare a vedere quanto è stato fatto da questa amministrazione per modificare l’impatto ambientale delle aziende (anche grandi) che insistono sul suo territorio. Oltretutto il fatto di avere in sovrapposizione la funzione di Sindaco della Città capoluogo e di Presidente della Provincia avrebbe dovuto fornire alla prof.ssa RossaRossa sindaco le opportunità per intervenire nelle altre aree fortemente industrializzate (e, solitamente, con consistente impatto ambientale) della nostra provincia. L’obiettivo dovrebbe essere quello di facilitare il rinnovo delle produzioni in senso ecologico, mantenendo posti di lavoro e qualificando positivamente le attività economiche della provincia. E invece si è fatto poco e i risultati si vedono oggi.

Piangere sul latte versato o, peggio, abbozzare una serie di suggerimenti dettati più dal buon senso che da una approfondita analisi tecnico – industriale, porterà solo a miglioramenti minimi, se non totalmente nulli. Il riferimento è al passo seguente:
«Per limitare gli effetti più dannosi sulla salute di chi, come noi, vive in zone ad elevata concentrazione di polveri sottili — precisa ancora l’assessore Lombardi — si suggeriscono in ogni caso alcune regole comportamentali che si riportano nel seguito».

Risultano particolarmente suscettibili agli effetti delle polveri atmosferiche gli anziani, le persone affette da patologie cardio-circolatorie e polmonari, i neonati e bambini. In particolare, i bambini sembrano a maggior rischio per crisi d’asma bronchiale, tosse e catarro.

Ecco pertanto i consigli:

 Usa i mezzi di trasporto pubblico e spostati a piedi o in bicicletta scegliendo i percorsi a minor traffico.
 Se proprio devi usare l’auto, cerca di non viaggiare da solo ma di portare conoscenti, amici, parenti.
 Se proprio devi usare l’auto riduci la velocità (a titolo indicativo di 10 Km/h) rispetto ai limiti vigenti: inquinerai di meno oltre che a consumare di meno. In caso di sosta ai semafori superiore ai 40sec, arresta il motore.
 Non parcheggiare in doppia fila creando ostacolo al traffico. Creare ingorghi provoca rallentamenti e riaccelerazioni (marcia stop and go) con aumento di emissioni inquinanti.
 Abbassa il riscaldamento di 1 o 2 gradi C, spegni il riscaldamento quando esci di casa e in particolare se ti allontani da casa per più giorni.
 Non usare legna o biomassa per il riscaldamento: bruciare legna in particolare produce moltissimo particolato e altri prodotti inquinanti nocivi per la salute (benzopirene).
 Controlla i bollettini meteo PM10 dell’ARPA regionale e tenta di programmare la tua attività e i tuoi impegni evitando di rimanere a lungo all’aperto nelle giornate inquinate.
 Ricambia l’aria nelle stanze solo nelle prime ore della giornata, in quanto la concentrazione del PM10 è più bassa.
 Concentra, quando possibile al mattino, l’uscita di casa di anziani, bambini, neonati e persone affette da malattie respiratorie o cardiocircolatorie. La quantità di polveri sottili nell’aria infatti aumenta progressivamente durante la giornata ed è massima a partire dalle ore 16-17.
 Chiudi con un sigillante gli spifferi: dei cassonetti delle finestre, spazi muro-corsie tapparelle e spazi muro-telaio finestra.
 Evita esercizi e sforzi fisici nelle zone urbane, dove maggiore è la concentrazione dei PM10 tenendo presente che le normali mascherine non proteggono dalle polveri sottili (solo le mascherine con filtro a norma europea FFP3 sono efficaci).”

Comunque, cercando di interpretare i suggerimenti proposti ci sentiamo di aggiungere:

.-. Stampare, propagandare e affiggere nei tempi e nei luoghi più opportuni tutte le informazioni riguardanti gli autobus urbani ed extraurbani (orari, frequenze, linee, costi, ecc.); al proposito sarebbe opportuno mantenere per tutto l’inverno il prezzo del biglietto molto contenuto se non proprio pari a zero.
.-. Riguardo al “controllo auto” facciamo presente che un amministratore non è pari ad un frequentatore di un qualunque “Bar Sport” o un condomino in vena di considerazioni da pianerottolo… Le responsabilità ci sono, eccome. Le auto non in regola, specie quelle che tengono il motore acceso senza motivo, devono essere duramente sanzionate, dando per scontato che ci possa essere qualcuno a certificare l’infrazione. Non è possibile? …per colpa del dissesto…per colpa di quelli prima… per i costi troppo alti … per i sindacati (… e potremmo continuare), il risultato per i cittadini non cambia: la percezione di essere governati da incompetenti o incapaci o, peggio, imbelli, è molto forte e dovrebbe essere percepita da chi di dovere.

.-. un discorso simile vale per l’utilizzo del “pellets” o della legna per le caldaie domestiche, solitamente concentrate in utilizzi monofamiliari, villette e simili; c’è una mappatura di queste fonti di inquinamento? Quanto vale esattamente nel computo generale del disagio? C’è, infine, qualcuno che – a nome del Comune – va a fare i controlli e, se del caso, procede a provvedimenti seri? Tutte domande destinate a restare senza risposta…
.-. Per ultimo un accenno alle ‘indicazioni’ provenienti da ARPA o da altra fonte: sarebbe buona norma tenere in primissino piano sulla home page del Comune (www.comune.alessandria.it) un link diretto e di facile consultazione in grado di fornire quanti più dati possibile sulla qualità dell’aria e sulla situazione dell’inquinamento. A solo scopo esemplificativo (sicuramente casuale) per tutto il 24 e il 25 dicembre c.m. il sito ARPA a cui è possibile risalire  per Alessandria con una “ricerca” partendo dall’hp stessa, era ‘non raggiungibile’, mentre invece erano visibili i dati – della settimana prima – di Torino e dintorni. Un po’ più di precisione e di semplicità nella ricerca sarebbe, sicuramente, di estremo aiuto.

Fatte tutte queste considerazioni torniamo al punto di partenza: come fare per rendere efficaci i provvedimenti tesi ad un miglioramento della qualità dell’aria della città? Le parole della Giunta alessandrina non sono confortanti e, ancora una volta, rimandano sine die operazioni concrete e condivise. Probabilmente si giocherà, a breve, questa carta: “Beh…siamo stati quelli che hanno salvato la città dal crack generale, …siamo riusciti, nonostante il dissesto, a mantenere il lavoro per (quasi) tutti, …abbiamo costruito noi il ponte, …abbiamo dato noi uno sbocco alla politica culturale della città riaprendo Museo Civico e Teatro Comunale in una sola soluzione, per le altre cose (ad esempio, restando in argomento, il piano parcheggi/piano soste/stalli, piano generale del traffico urbano) dateci fiducia alle elezioni del 2017 e vedrete…”

Peccato che la procedura di dissesto (come già scritto qualche anno fa) sia stata pilotata già a metà della consiliatura Fabbio, sia stata fatta deflagrare in modo da prendere tempo per “assestarsi” sugli snodi più significativi del potere cittadino, permettendo soprattutto, di pagare il dovuto – al massimo – al cinquanta per cento. Oltre, si badi, ad aver permesso di rimandare provvedimenti indilazionabili come il PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano) o il PAES (Piano Azione Energia Sostenibile) al momento dell’acquisizione di tutti i termini delle questioni che – spesso – significano condizioni di favore per investitori privati e disagi per i cittadini. Pertanto leggiamo con preoccupazione gli ultimi passaggi del comunicato dell’Amministrazione: «Sappiamo bene — conclude l’assessore Claudio Lombardi — che tali indicazioni non sono facilmente realizzabili. Per esserle, infatti, i servizi di trasporto pubblico delle città dovrebbero essere molto efficienti, le attività della giornata programmabili a piacere, si dovrebbe poter disporre di parcheggi periferici adeguati e di centri di interscambio modale. Ma, in attesa di interventi strutturali in tal senso, alcune indicazioni possono comunque essere praticate da subito con qualche significativo beneficio per tutti».

Può anche essere così, ma se non si interviene a livello generale con la forza di più Comuni collegati fra loro e con le idee chiare rispetto agli obiettivi di insieme, avremo sempre un quadro riassuntivo ARPA da bollino rosso o viola (i due livelli peggiori della scala di misurazione dell’inquinamento da PM10), sperando di non essere noi i prossimi a dover pagare gli errori altrui.