Woman in Gold di Gustav Klimt: grande successo anche al cinema [Very Art]

di Cristina AnKlimt home pagetoni

 

E’ nelle sale cinematografiche proprio in questi giorni il film Woman in Gold. La pellicola di Simon Curtis narra la straordinaria vicenda di Maria Altmann (impersonata dall’attrice premio Oscar Helen Mirren), che dopo 60 anni dalla fuga dall’Austria verso gli Stati Uniti per salvarsi dall’Olocausto intraprende nel 1998 una battaglia legale, grazie all’aiuto di un avvocato agguerrito, Randy Schoenberg (nipote del famoso compositore) ed interpretato da Ryan Reynolds per avere la restituzione di una parte dei beni della sua famiglia, trafugati dai nazisti, tra i quali il celebre ritratto di Adele Bloch Bauer considerato la Monna Lisa austriaca.

Il vero protagonista del film è proprio il dipinto di Gustav Klimt (Vienna, Klimt 11862-1918) che nella realtà viene riconosciuto alla legittima proprietaria e rivenduto a sua volta nel 2006 a New York a Lauder, colosso dell’industria cosmetica per ben 135 milioni di dollari.
Attualmente il quadro è conservato per volontà del proprietario alla Neue Galerie di New York, piccolo ma importante museo dedicato all’arte austriaca.

Il dipinto fu realizzato a Vienna nel 1907 e commissionato da Adele, la moglie dell’industriale dello zucchero di origini ebraiche Ferdinand Bloch Bauer. Klimt impiegò tre anni per completare l’opera e preparò circa 150 disegni per definirla al meglio. La tela misura 138 per 138 centimetri, e su di essa furono utilizzati olio e oro, con ornamentazioni elaborate e complesse dello stile Jugendstil.. Insieme all’opera ‘Il Bacio’, ‘l’Adele d’oro’ è forse il dipinto più celebre di Klimt, e appartiene al cosiddetto ‘periodo dell’oro’ dell’artista austriaco.

Klimt 2In molti ritengono che la donna dipinta, Adele Bloch Bauer, fosse stata l’amante segreta del pittore per 12 anni, ed infatti l’artista la immortalò in altri due quadri: le due versioni della Giuditta I, entrambi del 1901.
La figura femminile nel dipinto si staglia in una distesa dorata e cesellata da tasselli colorati. Una fitta decorazione a forma di foglie d’oro ricopre il corpo di Adele. Il volto e le mani spiccano e paiono ritagliati nella ricca trama: quadrati, spirali, occhi, in cui si rivelano i contorni della figura, la fittizia poltrona e lo sfondo. Da ciò deriva la magia dell’inconfondibile sguardo ad effetto erotico della donna ritratta, che trasmette al tempo stesso il sentimento di caducità della vita, il tutto racchiuso in un raffinatissimo effetto di astrazione decorativa. Klimt in quest’opera fa riferimento all’arte bizantina, ispirata ai mosaici bizantini di Ravenna, e all’imperatrice Teodora, ma anche all’arte egiziana, da cui deriva l’Ugiat, occhio sacro e fonte di fluido magico di cui è composta la veste indossata dalla protagonista.

Gustav Klimt fu dapprima un pittore accademico di grande successo e poi il Klimt 3fondatore della Secessione viennese. Ruppe con l’arte della tradizione che aveva studiato ed imparato a scuola per dare sfogo ad un suo personalissimo stile che mescolò Simbolismo ed Art Nouveau (della quale sono tipiche istanze il linearismo, la bidimensionalità, lo storicismo ed il simbolismo).

Agli inizi del Novecento aveva infatti raggiunto la fama e la ricchezza che solo i più grandi artisti europei potevano sperare e proprio in allora, nel maggio del 1903 visitò Ravenna, la capitale dell’Impero romano di Occidente: e qui ebbe modo di ammirare l’arte preziosa e decorativa dei mosaici bizantini.

Da quel momento e fino alla fine dei suoi giorni l’oro, inteso come elemento decorativo nelle sue opere, fu la sua ossessione. Incorruttibile, eterno, inalterabile il metallo prezioso acquistò per l’artista una valenza espressiva e divenne la trama cromatica principale delle sue opere.

L’oro klimtiano volle trasfigurare la realtà e fissare l’immagine in una eterna e sublime trascendenza, congelandola nella perfezione del metallo.

Il tema della donna fatale, che attraverso l’erotismo e la seduzione porta l’uomo alla perdizione, alla morte e alla rovina è un luogo comune della letteratura e delle arti visive tra il 1890 ed il 1914.

Klimt 4La Giuditta di Klimt ha la testa reclinata e sullo sfondo un paesaggio arcaico di alberi. Ella indossa un collare che ne separa la testa dal collo come in una decapitazione simbolica. Analoga decapitazione da gioiello si ritrova nell’Adele d’oro, dove il corpo rosato della donna appare come un gioiello incastonato tra altri gioielli. E’ proprio con il ritratto di Adele Bloch Bauer che il periodo dell’oro del pittore raggiunge il suo apice. Qui i singoli elementi decorativi, pur essendo parte integrante ed armonica dell’insieme, sono quasi autonomi, come piccole composizioni astratte e musicali, che suggeriranno molto a Klee e Kandinsky.

Nel luccichio degli ori i contorni della figura restano ambigui, mentre solo il volto perlaceo e le mani nervose sfuggono alla metallizzazione.