5 domande a… Fabrizio Priano

Priano Fabrizio 1di Andrea Antonuccio.

Figlio d’arte (il padre Giovanni è stato sindaco socialista di Alessandria nei primi anni ’90), Fabrizio Priano è laureato in Scienze della Politica, ama andare per mostre e musei e fa molto sport: ciclismo d’estate, sci d’inverno e, cosa che sanno veramente in pochi, palestra e boxe. Consigliere di amministrazione della Fondazione CrAl, nel 2013 ha fondato l’associazione culturale “Libera Mente – laboratorio di idee”, che ha portato ad Alessandria nomi illustri della cultura, dell’arte e della politica italiana. Buona lettura!

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Priano e Marvin Hagler.

1) Fabrizio, come ti definiresti, oggi? Un politico appassionato di cultura, o un uomo di cultura appassionato di politica?
Cultura e politica sono sicuramente due mie passioni. Diciamo che oggi mi diverto molto di più a presentare libri e organizzare mostre e attività culturali. Non penso di essere un uomo di cultura, preferisco definirmi semplicemente “appassionato” di cultura.

La politica la seguo da quando portavo i calzoni corti e andavo con mio padre a congressi, incontri e dibattiti. Poi ho fatto politica direttamente per quasi vent’anni, e oggi mi limito a leggere e a tenermi informato. Di fatto, da due anni non faccio più attività politica.

2) La politica ti ha deluso, allora? In fondo, tu sei anche “figlio d’arte”…
Non è una questione di delusione… ci sono fasi nella vita in cui per svariati motivi uno si dedica maggiormente a una cosa piuttosto che a un’altra. Certamente negli ultimi anni la politica è cambiata, il clima è cambiato e così anche i rapporti tra i politici. Io sono per natura portato a mediare tra le varie posizioni, sono sempre stato un moderato… e in questi ultimi tempi la moderazione mi sembra passata di moda.

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Priano con Davide Cassani.

Sicuramente mi manca una parte della politica attiva che era data dal confronto di idee e dal lavoro nelle aule consiliari e nelle commissioni. Ho avuto la fortuna di fare politica non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale, negli organismi di partito ma sopratutto nell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ndr) che ha rappresentato un momento di confronto molto interessante, quando si lavorava in commissioni ristrette a temi come, per esempio, la Carta delle Autonomie.

3) All’inizio la tua associazione culturale “Libera Mente” era partita in parallelo al circolo dell’Ncd ad Alessandria. Adesso mi sembra che viaggi autonomamente… Che cosa è successo nel frattempo?
L’associazione è stata sempre una semplice associazione culturale, apolitica e apartitica, fondata da un gruppo di amici, che tra l’altro con il passare del tempo si è sempre più allargato. Diciamo che è nata più o meno nello stesso periodo in cui ho aderito a Ncd, ma le due cose non sono connesse tra loro, anche se ai tempi presiedevo sia l’associazione culturale che il circolo di Ncd.

Nel frattempo è successo che, mentre nell’associazione le cose andavano molto bene, nell’Ncd si esauriva quasi subito l’entusiasmo iniziale, per il quale io e altri avevamo deciso di partecipare. Certamente ho mantenuto molti rapporti di amicizia con tanti esponenti politici sia locali che nazionali, con cui capita spesso di sentirsi e anche di vedersi per un caffè e quattro chiacchiere.

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Con Magdi Allam, nel primo incontro organizzato da “Libera Mente”.

4) Veniamo a Libera Mente, allora… Dopo un anno e mezzo di attività, quale bilancio fai di questa esperienza?
Sicuramente molto positivo, perché stiamo raggiungendo tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, a cominciare dal riuscire a presentare un autore di livello nazionale al mese, creando eventi pubblici con dibattiti molto interessanti. Basta scorrere la lista degli autori e degli artisti che abbiamo ospitato in questo anno e mezzo per averne la prova. E oggi stiamo lavorando al progetto della Biennale d’arte, che aprirà a breve, e al concorso letterario che faremo l’anno prossimo.

5) Puoi darci qualche anticipazione?
Volentieri! La Biennale d’arte si terrà a fine novembre ad Alessandria a Palazzo Monferrato. In questi giorni stiamo definendo l’elenco degli artisti che esporranno, composto da nomi importanti del panorama artistico nazionale e da artisti locali altrettanto bravi e interessanti. Un nome te lo posso già fare, ed è quello di Luca Dall’Olio, uno dei più importanti surrealisti italiani. Altri personaggi di spicco sono Ugo Nespolo e Vincenzo Marsiglia per la pittura; Cunene, Ettone e Hassan Bradeddine per la fotografia. Nel periodo della Biennale faremo interessanti attività collaterali. Per esempio, presenteremo il libro “Voci contro la guerra”, un volume che contiene tutte le opere che hanno partecipato all’omonimo premio letterario e i cui proventi vanno a sostegno di “Amici di Ndungu Zangu“, una Ong che opera in Kenia fornendo assistenza ai bambini cardiopatici.

5bis) Alessandria e cultura: a volte si ha la sensazione di assistere in città a un buon numero di iniziative, ma poco coordinate… Da operatore culturale, tu che faresti?
Sicuramente in città ci sono molte iniziative, ma probabilmente sono poco coordinate. Credo onestamente sia anche difficile coordinarle, specialmente quelle che nascono dalle molteplici associazioni presenti in città. Quello che manca, a mio parere è certamente il Teatro, che a causa delle note vicende è chiuso da anni, ma da quel che leggo penso che a breve finalmente si potrà rialzare il sipario e colmare una lacuna veramente grande.

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Priano e Maurizio Fondriest.

Parlando di lacune annose, una cosa che ad Alessandria manca davvero (e da sempre) è un contenitore museale degno di questo nome, dove poter esporre tutte le opere d’arte che il Comune possiede, e non solo quelle. Ci sono alcuni musei ed esposizioni aperte in città. E’ molto positivo il fatto di aver riaperto il Marengo Museum, o di aver spostato il Museo del Cappello, ma se ci fosse un vero contenitore museale sarebbe molto meglio.

L’amministrazione comunale ha opere esposte in parte a Palazzo Cuttica e in parte nelle Sale d’Arte dietro alla Biblioteca, ma molte altre non sono esposte se non saltuariamente. E invece sarebbe importante poter raggruppare tutte queste opere in un solo spazio espositivo, in modo da essere anche attrattivi per le collezioni private.

Sarebbe ora di ripartire con un progetto del genere, tenendo conto che spazi idonei ad ospitare una simile struttura ce ne sono molti, alcuni di proprietà comunale, altri del demanio. Penso per esempio all’ex Ospedale Militare, alla Valfrè o alla Banca d’Italia… Così facendo sarebbero restituiti spazi utili alla Biblioteca, che ne ha bisogno, e che oltre a essere una bella realtà rappresenta per Alessandria un polo culturale di eccellenza. Gli investimenti in cultura, oltre a essere buoni investimenti, possono anche avere ricadute interessanti per la città.

priano pillitteri
Alla presentazione del libro di Paolo Pillitteri.

5ter) Senti, non resisto e torno alla politica. Che fine farà l’Ncd?
Non saprei dire. Certamente al momento della sua fondazione a Roma c’era grande entusiasmo e i presupposti erano molto interessanti, si parlava di valori e di legami identitari con il Partito Popolare Europeo. Poi, con il passare del tempo, le cose che dovevano essere fatte per costruire un partito dal basso non sono state fatte, ed è certamente venuto meno l’entusiasmo iniziale.

A livello nazionale sono iniziati i problemi e, come si legge sui giornali, ogni giorno c’è qualcuno che lascia o che fa dei “distinguo” molto netti e pesanti. Gli stessi leader nazionali, oltre a non essere riusciti a costruire un’identità, non hanno una strategia chiara sulle alleanze e sulla linea da tenere nei confronti del Governo. La stessa alleanza con l’Udc, se stiamo a vedere, si è fermata alla costituzione dei gruppi parlamentari uniti. Quindi, sinceramente, non vedo un grande futuro per l’Ncd… spero però che l’idea di costruire un grande partito che possa rappresentare i moderati venga comunque portata avanti e, al di là delle sigle, si possa veramente realizzare.