Il bicchiere mezzo pieno della sanità alessandrina [Controvento]

Ospedale Alessandria 2di Ettore Grassano

 
Venerdì scorso il salone di rappresentanza dell’Ospedale Civile Santi Antonio e Biagio di Alessandria sembrava il raduno degli Stati Generali del territorio. Ad ascoltare il nuovo direttore generale dell’Aso, Giovanna Baraldi (alla sua prima vera uscita pubblica, dopo 3 mesi di ‘ricognizione’) c’erano davvero tutti, parlamentari a parte, “bloccati a Roma per impegni istituzionali”. Ha un piglio energico e battagliero, la manager emiliana a cui Chiamparino ha affidato (insieme al collega Gentili dell’Asl, che si è presentato, almeno alla stampa, con qualche settimana di anticipo) il compito certamente non facile di gestire l’unica azienda ospedaliera delle due province di Alessandria e Asti, in una fase che definire ‘di risorse scarse’ sarebbe eufemistico.

“Mi sento l’energia dei 35 anni, anche se ne ho qualcuno di più”, ha spiegato Giovanna Baraldi ai giornalisti presenti, a latere dell’incontro ufficiale, “e ho intenzione di portare in Regione Piemonte le istanze e le ragioni di questa azienda e di questo territorio: mi sono resa conto, nella prima fase conoscitiva, che l’alessandrino dal punto di vista sanitario è un territorio davvero ricco di eccellenze. Però presenta anche, non nascondiamocelo, criticità evidenti, soprattutto sul piano delle strutture edilizie, ma anche dell’informatizzazione e delle tecnologie: e pur sapendo che Torino sarà sempre centrale, non ho nessuna intenzione di rinunciare anzitempo a farci le nostre ragioni. Anche perchè qui ci sono 2.300 persone a cui sto chiedendo di dare il massimo, e di affrontare se serve anche sacrifici personali”.

Insomma, se le eccellenze alessandrine abbondano (dalla cardiochirurgia alla rete di ricerca sul mesotelioma, per citarne due soltanto), occorre anche fare in modo che il polo della nostra sanità (Azienda Ospedaliera più presidi sul territorio) possa essere messa nelle condizioni di innovare e crescere, “e anche di essere attrattiva per pazienti di altre regioni, Lombardia e Liguria in primis”.

Naturalmente non era ancora stata divulgata la vicenda del revisore dei conti siciliano dell’Aso che sta facendo sorridere amaro tutta Italia, quindi nessuno ne ha chiesto conto. Certo, se questo è il nuovo corso, siamo messi bene.

Intanto però, oltre a lodare le qualità della triade di strutture dell’Azienda Sanitaria (Ospedale civile, Infantile Cesare Arrigo, Borsalino), e ad evidenziare l’inaugurazione ormai prossima del nuovo blocco operatorio (“speriamo di essere operativi all’inizio del 2016”), Giovanna Baraldi ha evidenziato da un lato quanto sia importante una collaborazione sempre più stretta e stategica con l’Asl e i territori, dall’altra ha ribadito che “Ad Alessandria un nuovo ospedale servirebbe, eccome“. Concetto rilanciato, in paralello, anche da amministratori del territorio come Rita Rossa (nella sua doppia veste di presidente della Provincia e sindaco di Alessandria), e un po’ da tutti i consiglieri regionali: dal presidente della commissione Sanità Mimmo Ravetti, al consigliere del Pdl Massimo Berutti. L’ex sindaco di Tortona, nell’intervista che pubblichiamo stamattina aggiunge: “Penso ad un ospedale unico, in grado di soddisfare le esigenze non solo di Alessandria, ma anche di tortonese e novese”. Ipotesi che, dice qualcuno, ha già fatto ‘arricciare’ il naso al sindaco di Novi Rocchino Muliere.

In ogni caso siamo ai preliminari. Prima di pensare al come, e al dove, bisogna risolvere il problema del ‘chi paga’. Perchè un nuovo grande ospedale da 300-350 milioni di euro, in questo momento storico, appare quasi una chimera per le casse pubbliche, regionali e ancor più statali. E project financing è termine vago, che deve essere riempito di contenuti, conciliando business privati e interesse pubblico. Insomma, sembra quasi che qualcuno abbia riportato le lancette del dibattito sull’ospedale al 2007-2008: ma con molti meno soldi in cassa di allora, il che forse spiega anche la straordinaria concordia, e formale convergenza di intenti. Lasciate che l’ipotesi puramente teorica si faccia progetto concreto, e vedrete…..