Sanità: non nuovi tagli, ma efficientamento! [Controvento]

Sanità taglidi Ettore Grassano

 

Di sanità, e tagli a prestazioni e servizi che però è vietato chiamare col loro nome, torneremo a scrivere e dibattere nei prossimi giorni, appena il quadro si sarà definito. Anche se, come tutti, ricordiamo che fino a pochi anni si faceva una martellante campagna informativa sul prevenire è meglio che curare, mentre ora ci dicono che la normalità prossima ventura sarà un esame del sangue ogni cinque anni, e tac e risonanze mutuabili solo in caso di patologie conclamate: ma non servono, tali esami, proprio a verificare se queste patologie esistono?

Vietato però ammettere che siamo un Paese in disarmo, che si appresta a smantellare in maniera progressiva (ma non troppo lenta, non c’è tempo) un sistema di diritti e servizi chiamato welfare (come la sanità sono messe anche scuola e previdenza, il vero grande bluff italiano, fino ad oggi ‘tamponato’).

Ma fermiamoci qui. Oggi voce e spazio all’esperienza, concreta e significativa, di Lino Balza, che ce l’ha inviata ieri pomeriggio.

 
A proposito di tagli in sanità

di Lino Balza

So, come tutti, che quanto scriverò non servirà a nulla. Siamo nel pianeta Sanità,Balza Lino popolato da dipendenti pubblici e dirigenti politici. Dovrei saperlo per primo, dopo 40 anni in Medicina democratica. Si scrive solo per sfogarsi un po’. Andiamo con ordine. La vittima ha 92 anni, immobilizzata a letto, assistita dall’ADI (Assistenza domiciliare integrata) di Alessandria. L’idratazione diventa allarmante perché subentra la difficoltà di deglutizione: la dottoressa corre ai ripari con flebo ipodermica e acqua gelificata. Di corsa (nei giorni e nelle ore di servizio) all’ADI. Ok solo per flebo. L’acqua gelificata è un alimento dietetico a fini medici speciali, nutrizionalmente incompleto, insomma non è un salvavita ma aiuta a sopportare meglio le sofferenze della morte. Però, dice l’ADI, non basta il medico di famiglia, ci vuole la prescrizione di Dietologia all’Ospedale. Ma non è morfina, è acqua! Ci dispiace, disposizioni di Sanità Regione: è un po’ costoso, sa, per risparmiare, come sui pannoloni. Di corsa (nei giorni e nelle ore di servizio) dal medico di famiglia per l’impegnativa. Subito di corsa (nei giorni e nelle ore di servizio) al CUP (Centro unico prenotazioni). Il CUP informa: non c’è più reparto di Dietologia ad Alessandria, si rivolga ad altra struttura sanitaria. Quale? Boh. Di corsa all’ADI (nei giorni ecc.) che non riesce a mettersi in contatto con Diabetologia. Appena ci riesce (allora esiste!), telefona: ottenuto appuntamento per la visita. A domicilio naturalmente, mia madre è immobilizzata. No, ci vada lei con l’impegnativa. Vado oggi, domani, sa, è già passata una settimana… No, il 28 luglio alle ore 10. Un’altra settimana! e nel frattempo? di tasca mia, ho capito. Alle ore 10 in punto ascolto per una buona mezzora una dietologa, presumo un medico. Cosa significa disfagia, laringe, epiglottide, innanzitutto… perché e come non si deve bere da coricati. Banalità che qualunque persona di buon senso, anche nel Mato Grosso, conosce. Ascolto paziente, per carattere e soprattutto per necessità. Infine la giovane, presumo medico fresca di esami di laurea, conclude senza fretta (c’è l’aria condizionata) che non bastano tre medici di base, purtroppo ci vuole il nulla osta di uno specialista. Ma non è lei la specialista? Ci vuole un neurologo. Ma stiamo parlando di acqua, non di morfina. Può bastare un logopedista. Un logopedista? ma mia mamma non è balbuziente, non parla più, ha solo bisogno di bere. Mi dispiace, dobbiamo rispettare la circolare numero tot, regione, governo. E io, probabilmente per niente, dovrei ripetere tutta la via crucis che è già costata migliaia di euro dei vostri stipendi, che io pago… Mavaffa. Ho perso le staffe. Subito dopo, al telegiornale ho ascoltato la precisazione ministeriale: non si tratta di (nuovi) tagli alla Sanità, “bensì di efficientamento”.