1) Terzo Valico = Ponte sullo Stretto di Messina?
Tanto denaro speso sulla carta in progetti, in convegni, appalti, con ‘passaggi’ negli anni da una impresa ad un’altra. Un’opera che forse non è mai davvero cominciata, e che soprattutto non troverà mai una conclusione, esattamente come il Ponte di Messina. La ferrovia ad alta velocità conosciuta come Terzo Valico è una linea ferroviaria progettata nel 1991 allo scopo di creare un collegamento veloce fra Genova e l’entroterra. A febbraio 2002 Massimo Delfino su La Stampa riportava un pesante attacco del presidente della Provincia del tempo, Fabrizio Palenzona, ai Verdi e ai comitati ambientalisti, animando la serata dedicata sull’alta capacità ferroviaria organizzata dai Rotary Club di Alessandria, Novi e Tortona. Riporto: “Sul Terzo valico l’Italia è ferma da 30 anni per colpa di gruppi di asini che ragliano e bloccano ogni tentativo di iniziare opere concrete”. In quella serata Palenzona aggiungeva: “l’economia viaggia di pari passo con le merci: è inaudito perdere tempo stando a discutere sui fiorellini dei campi che si distruggerebbero realizzando un tracciato ferroviario. Siamo la sesta potenza mondiale, vorremmo diventare la quinta e non essere la Repubblica delle passeggiate sui prati, tagliata fuori dal resto del pianeta. Si parlava di Terzo Valico fra Genova e Milano già nel 1910. Erano matti i nostri antenati? No, solo preveggenti: il porto di Genova, quelli di Voltri e Savona si sono espansi, ma gli Appennini sono sempre stati un ostacolo ed è giunta l’ora di risolvere questo problema che frena il sistema dei trasporti”.
Ho voluto riportare tale dichiarazione del 2002: e da allora sono passati 13 anni. Nel frattempo rapporterei il Terzo Valico al ponte di Messina: due opere pubbliche pari ad un dente in cura dal dentista che gli darà da mangiare per molti anni, e qui chissà in quanti hanno “mangiato”. Nel 2003 è nata la SLALA su iniziativa di enti locali, autorità portuali, camere di commercio liguri, piemontesi e lombarde, fondazioni bancarie, e l’obiettivo di realizzare il retroporto di Genova, la piattaforma logistica in grado di gestire i container dello scalo ligure. Nel Consiglio di SLALA un tempo vi era una serie di nomi importanti che si sono avvicendati in tanti anni. Fatta questa panoramica sul Terzo Valico, in questi giorni di calura insopportabile, Fabrizio Palenzona tuona che: “ il Terzo Valico non serve a niente se non si decide che il porto di Genova deve competere con quello di Rotterdam, e non si lavora concretamente in questa direzione”. Credo che Palenzona non voglia rinunciare a questa sua “creatura” come credo pure sia una minaccia: vedremo che avverrà, nel frattempo il “dente” continua ad alimentare il “dentista” che ce l’ha in cura.
Voto: 2
2) Alla vicenda delle dimissioni dei 2 dirigenti Zaccone e Neri e del funzionario Minetti, del Comune di Alessandria, dimessisi ai primi di luglio (dagli incarichi specifici, ma non da ruolo e stipendio!) a loro dire “per un carico elevato di lavoro che non erano in grado di affrontare senza il personale”.
Ma tanto tuonò … che “non” piovve! O meglio, abbiamo letto nei giorni scorsi di un abbozzo di riorganizzazione, che però sa più di bluff che di vero cambiamento. Il cittadino che deve pensare? Una sceneggiata con scopi a noi sconosciuti? Oppure davvero ha vinto la sindaca, mettendoli a “cuccia”? In fin dei conti e con i tempi che corrono un impiego con uno stipendio di quella portata a cui si aggiunge posizione, potere, comando è pari ad un corposo ‘Gratta e Vinci’, e forse è meglio ingoiare amaro e pensare che è dolce. Dall’inizio di questa avventura amministrativa molte sono state le situazioni direi poco comprensibili e poco idonee per una buona gestione del Comune.
Cambio di assessori prima graditi poi sgraditi, chissà per quale reale motivo. Sostituzione della vicesindaco per motivazioni a cui si sarebbe dovuto pensare prima, per rimpiazzarla con lo stesso personaggio che fu vicesindaco con l’amministrazione Scagni. Riciclare in politica è ormai fuori moda, Renzi insegna, ma evidentemente non a casa nostra. E visti i risultati di questi anni provare ad innovare uscendo dal solito ‘circuito’ non sarebbe male. Adesso dobbiamo assistere anche alla telenovela dei dirigenti, da cui non ci si aspettava una simile uscita pubblica, più da politici che da funzionari pubblici. Dopo tre anni, è mia opinione e forse non solo che il “giocattolo” della amministrazione Rossa fosse già rotto appena uscito dal negozio. Due partiti che sostengono la stessa maggioranza di cui uno lamenta e accusa, l’altro non condivide scelte ambientali: ma poi rimangono entrambi ben aggrappati alle posizioni raggiunte.
Una maggioranza apatica e senza idee, e la città in tre anni è stata incanalata verso un lento ed inesorabile degrado. A tutto ciò assiste passivamente buona parte della cittadinanza, pagante consapevole dello scempio, ma al tempo stesso inerme anche se fin troppo stufa di vedere la propria città depredata e privata di tutto: dalla sicurezza all’igiene, fino ai servizi e al decoro nonostante i tanti soldi versati nelle casse comunali.
Voto: 2
3) A Emanuele Locci dò un bel 10. Locci nel suo incarico di Presidente della Commissione Controllo di Gestione del Comune di Alessandria ha solo chiesto ciò che gli spetta di diritto: avere accesso ai conti e documenti sul PISU. Lo ha chiesto al Dirigente preposto ing. Neri, ha sollecitato la richiesta anche al segretario generale perché facesse da tramite con Neri, non ha ottenuto risultato, si è rivolto alla prefetta che ovviamente non si è data pensiero sulla vicenda. Durante l’ultima seduta del consiglio comunale, all’ennesima richiesta, il vicesindaco Giancarlo Cattaneo (già vicesindaco dell’era Scagni) ha consigliato al consigliere comunale e Presidente della Commissione Locci di rivolgersi alla Magistratura.
Una battuta di sfida? Si auspica che Emanuele Locci applichi alla lettera tale consiglio. Il comportamento del dirigente Neri, si suppone in accordo o obbediente agli ordini della sindaca e del suo staff di non consegnare nulla, ha sentore di irregolarità. Il PISU è un apporto importante per la nostra città, 12 milioni di euro per riqualificare Alessandria dal Borgo Rovereto al Borgo Cittadella, operazione in grado di sviluppare investimenti per trenta milioni. Progetti ed azioni per qualificare gli spazi della città che prevedevano fra gli interventi il recupero delle sponde del Tanaro con la creazione di aree verdi, gioco, zone di aggregazione, la riqualificazione de “La nuova boccia”, via Dossena (rifacimento pavimentazione, arredo urbano e parziale pedonalizzazione), corso Monferrato, via Giordano Bruno (miglioramento dell’accesso all’area industriale per favorire nuove attività produttive). Il Pisu avrebbe dovuto integrare anche il progetto del ponte Meier. Dei 12 milioni per ora si legge dall’intervista di Locci a CorrierAl che solo 2,6 milioni sono arrivati: il rimanente è in mano alla Regione? Leggendo sul sito della Regione un comunicato del 14 ottobre 2011 molto dettagliato sulla presentazione del PISU scopriamo che Alessandria avrebbe dovuto impegnarsi a realizzare i progetti entro il 2014. Ma oggi, fine luglio 2015, siamo ancora in alto mare, nulla si sa e nulla è dato sapere: non è che perderemo anche questo importante finanziamento?
Voto: 10