Colle Manora: stile, passione e capacità di innovare

Foto Dott. Schon“Il Ray 2012 Albarossa in purezza si aggiudica il Marengo d’Oro! Orgogliosi del nostro lavoro”: così, con un twett in rete, Colle Manora, azienda vitivinicola di Quargnento, sottolinea in tempo reale la propria soddisfazione per l’importante riconoscimento ottenuto a maggio, e al contempo mostra la propria capacità di fare sintesi tra tradizione e innovazione. Gli attuali proprietari della tenuta, Giorgio Schön e Marina Orlandi Cantucci (con il prezioso supporto del direttore, Valter Piccinino, ‘memoria storica’ di Colle Manora), hanno saputo nell’ultimo decennio valorizzare i vitigni autoctoni tipici di questo ‘lembo’ di Monferrato, coniugandoli però con gli aromi di alcuni vitigni internazionali. Stile e passione sono i tratti distintivi del progetto: la classe ereditata dalla Signora della moda, Mila Schön, e il fascino delle ‘rosse’ da corsa: il tutto simboleggiato nel marchio, un semplice tratto di penna rossa unito ad un grappolo.

 

Colle Manora ha alle spalle 35 anni di storia, ma la vostra essenza è lavista vigneti Luglio 2012 capacità di innovare, di guardare al futuro, saldandolo con la tradizione…
E con il territorio: l’azienda, con i suoi 75 ettari di cui 20 ettari a vitigni, si trova ‘a cavallo’ fra i comuni di Quargnento e Fubine, ed è fortemente ancorata a queste colline, e alla storia del Monferrato. I nostri vini lo dimostrano ampiamente, a partire dai due Barbera: il Pais, più giovane, robusto e vellutato. E il Manora, ricavato da vecchi vitigni, e affinato in legno: è davvero un vino di razza, con grande eleganza e personalità.

RAY CONTRO 2012Il Marengo d’Oro lo avete vinto con l’Albarossa Ray 2012: un vitigno destinato a crescere, e a diventare fiore all’occhiello del Monferrato?
Ce lo auguriamo, ne ha tutte le potenzialità. Riesce a sintetizzare i sentori del Nebbiolo e della Barbera in un equilibrio raffinato. Il Ray è un Albarossa particolare, che proprio dal 2012 abbiamo cercato di rendere più asciutto e leggero. A quanto pare con ottimo apprezzamento.

Il Monferrato è terra di grandi ‘rossi’: ma nella vostra cantina non ci sono solo quelli…
Infatti: il nostro Sauvignon Mimosa è un bianco che ha grazia ed equilibrio, molto apprezzato dal mercato. Ne produciamo circa 25 mila bottiglie l’anno, ed è molto richiesto.

Qual è la vostra produzione complessiva, e chi sono i vostri clienti?
Siamo intorno alle 100 mila bottiglie, che finiscono per il 30% sul mercato italiano (soprattutto al nord: enoteche e ristoranti, ma anche privati), e per il 70% vanno all’estero: Stati Uniti, Giappone, Cina. Ma anche buona parte dell’Europa, e in particolare Germania, Francia, Olanda e Belgio. Negli ultimi tempi segnali positivi arrivano anche dalla Russia.RAY ETI

Come vi muovete su quei mercati?
Abbiamo partecipato a qualche bando dell’Unione Europea, ma in generale la strada più produttiva è quella del Consorzio del Barbera d’Asti, di cui facciamo parte. Il gioco di squadra è essenziale nel nostro settore, e per fortuna qualcosa di positivo comincia a muoversi, anche sul territorio. La differenza, naturalmente, la fa poi la qualità dei vini che ognuno riesce a proporre alla propria clientela.