Obiettivi comuni [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Luca e Anna gestiscono un bel locale a Loano.
Si chiama Samsara ed è un punto d’appoggio imprescindibile per le giornate lunghe di scuola, rappresenta il break ideale.

Non vuole essere uno spot, Dio me ne scampi.
Varrebbe poco la mia parola poiché non sono un gourmet e non ho alcuna particolare attitudine per l’arte culinaria.
È solo che mi piace la cucina semplice e leggera, quella filosofia mitteleuropea del piatto unico e completo accompagnato da una birra di gran qualità.
Detto ciò arrivo al dunque.
Con Luca abbiamo molte cose in comune, pur avendo percorsi ed esperienze differenti ci troviamo spesso in sintonia sui temi caldi d’attualità.
Sulla politica, sullo sport, sui giovani, sui viaggi.
Abilità – penserete voi – di chi sa trattare con il cliente, il cliente ha sempre ragione, il cliente ha una psicologia che un buon venditore sa scoprire non appena mette piede nel locale.
Vero.
Ma a fianco alla componente – diciamo così – professionale esiste anche una componente emotiva per cui i cinquanta minuti di pausa pranzo divengono piacevoli e soddisfacenti sia per il palato che per i discorsi.

terza_media_flexVenerdì scorso, ad esempio.
Al termine della Prova Invalsi (prova scritta nazionale per tutti gli studenti che affrontano l’Esame di Stato di fine ciclo) vado al Samsara e Luca si presenta col solito sorriso sincero e ligure (un po’ tirato, non eccessivo come accade ad esempio in provincia di Cuneo).
Indossa una maglietta dove campeggiano tre boccali di birra e un motto: “Pensa al tuo futuro: non fermarti alla terza media!”

Dopo pranzo, nel corso della correzione delle prove Invalsi, mi viene alla mente quella maglietta e penso che si possono raggiungere obiettivi comuni anche partendo da presupposti diversi.
Se soltanto frequentare un anno scolastico fosse come bere una lager