Tommaso Percivale: “Sono uno scrittore per ragazzi, e me ne vanto!”

tommaso_percivaleConoscere Tommaso Percivale è un po’ come incontrare un gentiluomo d’altri tempi. Elegante, colto, attento e cordiale, il Nostro è uno scrittore ‘a tempo pieno’ che vive e lavora a Castelletto d’Erro, un Comune di 149 abitanti in provincia di Alessandria, “sulla cima di una collina, circondato da castagni, caprioli e aria buona”, come egli stesso ama dire.

In Italia e all’estero, Percivale è autore conosciuto e apprezzato da una sempre più folta schiera di affezionati lettori, che lo seguono libro dopo libro. Venerdì scorso ha presentato al Salone del Libro di Torino il suo ultimo lavoro, Messaggio dall’Impossibile, in una sala gremita da oltre 150 ragazzi.

Tommaso, come ti è saltato in testa di fare lo scrittore?
Per rispondere devo tornare un po’ indietro nel tempo, quando la mamma, professoressa di italiano, mi ha dato la possibilità di leggere tutto ciò che volevo. Avevamo una casa piena di libri e mi bastava allungare un braccio per raggiungerne uno. Lì è nata la passione per le storie. Ci sono poi voluti altri trent’anni prima che la passione si trasformasse in un mestiere. Nel frattempo ho fatto di tutto: dal portare i volantini a pubblicare giochi, dal valutare i manoscritti in lingua straniera allo stuntman. Tutto è servito per farmi arrivare dove sono ora.

cop_francescoSecondo te, allora, per imparare a scrivere bisognerebbe prima “imparare” a leggere…
Certamente! Per scrivere è vitale leggere, e leggere tanto, e tante cose diverse, e in continuazione.

La domanda può sembrare banale, ma te la faccio lo stesso: scrittori si nasce o si diventa?
La passione per l’avventura si ha nel sangue. Il mestiere si impara.

Quindi lo scrittore è un avventuriero…
Sì. Un avventuriero dell’immaginazione.

Quali sono le tue “avventure”, allora? Qual è stato, per esempio, il tuo primo libro?
Il mio primo romanzo è il frutto di una sfida con me stesso: volevo scoprire se fossi capace di completare un libro intero. Quel libro esiste ancora ma non è mai stato pubblicato, e per ottime ragioni. È indecente.

percivale_03E il primo libro pubblicato, invece?
Si intitola Piombo in Gelatina ed è un piccolo giallo per ragazzi ambientato a Torino. L’esperienza di quel primo romanzo mi è servita moltissimo anche per l’ultimo uscito. Anche Messaggio dall’Impossibile, infatti, è ambientato a Torino, e ho potuto sfruttare la stessa ricerca di scenario. È stupefacente scoprire quanto poco sono cambiate certe zone della città in cinquant’anni…

Tu ami definirti “scrittore per ragazzi”. Perché questa etichetta? Non ti sta un po’ stretta?
Penso che la letteratura per ragazzi abbia la stessa dignità di quella per adulti, ma con qualche cosa in più. I ragazzi hanno ancora facile accesso alla fantasia, hanno fame di storie e quando amano un libro lo lasciano entrare nella loro vita senza paura e senza pregiudizi. Scrivere per loro e partecipare alla loro crescita è un grande privilegio.

Quindi un libro per i “grandi” non lo scriverai mai…
(sorride) E chi lo sa?

cop_ribelli_fugaPrima di parlare della tua ultima fatica, mi piacerebbe che tu raccontassi di “Ribelli in fuga”. Un enorme successo editoriale, e tantissime presentazioni in tutta Italia… Che cosa è successo?
Ho deciso di prendermi del tempo, senza compensi garantiti, per scrivere un libro a cui tenevo moltissimo ma che non sapevo che fine avrebbe fatto. Ho impiegato sei mesi di scrittura e ricerca molto intense, senza pensare ad altro. Poi è successo che quel libro è stato pubblicato ed è stato accolto dai ragazzi in un modo straordinario. Ribelli in fuga è il romanzo che ha cambiato il mio modo di lavorare.

Come lavoravi prima, e come lavori adesso?
Prima lavoravo su commissione. Un’agenzia mi offriva di lavorare su un progetto e io accettavo e lo scrivevo. Un po’ per fare esperienza e un po’ per necessità, dal momento che è difficilissimo vivere della propria penna. Non mi sentivo di gettare al vento mesi di scrittura senza la garanzia di un compenso. Avevo paura di rischiare. La storia dei Ribelli mi è sembrata così forte e così importante che non potevo non scriverla. E così l’ho scritta.

Da allora continuo a lavorare così: cerco una storia che mi affascina e la scrivo a prescindere dagli aspetti commerciali. Sono più povero ma molto più felice… Il successo è arrivato nel momento in cui ho trovato il coraggio di rischiare e forse dimostra che, anche se l’editoria è un mercato come tanti altri, la passione per le storie non è una merce.

cop_messaggio_impossibileArriviamo al tuo ultimo romanzo, Messaggio dall’Impossibile. Come è nata l’idea, e che tipo di avventura è stata per te?
L’idea è nata durante una cena insieme a Pierdomenico Baccalario, scrittore di fama e caro amico. Volevo scrivere un libro diverso dai Ribelli ed essendo un amante dei misteri e delle spy story l’enigma dei “Cosmonauti Perduti” mi ha subito catturato. È diventato un libro intriso di mistero e di ombre, in cui la ricerca degli indizi si affianca a riflessioni sul rapporto tra realtà e fantasia, tra verità e menzogna.

A proposito di mistero… sul tuo sito, www.percivale.biz, leggo che sei anche un appassionato di magia e prestigiazione. Quanto ti aiuta questo particolare (e inusuale) interesse nel lavoro di ideazione e scrittura?
Tutto ciò che ha a che fare con l’immaginazione è fondamentale per il lavoro dello scrittore. La magia, che poi è teatro con gli effetti speciali, insegna a raccontare, a calare qualcuno in un mondo diverso lasciando che ne sia protagonista. Quando assisti ad uno spettacolo magico devi “sospendere l’incredulità” per lasciare spazio alla meraviglia. Il che accade anche quando leggi un buon libro.

Ma è vero che voi scrittori, a forza di vivere nel mondo della immaginazione, siete diventati personaggi di fantasia, praticamente irraggiungibili?
Ma nemmeno per sogno… (ride) A me piace dimostrare ai miei lettori di essere una persona in carne e ossa, qualcuno con cui possono discutere e a cui possono fare domande. Per questo mi piace tantissimo girare l’Italia a presentare i miei libri, incoraggiando sempre il dialogo con chi mi legge. Guarda, già che ci sono ne approfitto e ti lascio il mio indirizzo email: ioscrivo@percivale.biz.

Ultima domanda. Soffri anche tu del blocco dello scrittore? Quella specie di paralisi che si prova davanti ad una pagina bianca…
Per me ogni giorno è una pagina bianca da riempire. L’ispirazione va cercata e coltivata, non arriva dall’alto. Questo lavoro, come la vita, è fatto di ricerca, non di attesa. E poiché richiede costanza, abnegazione, coraggio e fatica, una pagina bianca non fa paura: ha solo bisogno di inchiostro.

Andrea Antonuccio