No alle discariche, sì alla bonifica della Solvay

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La manifestazione di sabato prossimo davanti al Municipio di Alessandria dovrebbe qualificarsi meglio. Sarebbe uno spreco di mobilitazione se si limitasse alla protesta contro le cave-discariche “Clara e buona” nel Cristo e “Bolla” e “Guarasca” in Spinetta, che dovrebbero ospitare le terre degli scavi Tav Terzo Valico.

L’autentico e immenso problema che incombe sulla Fraschetta è infatti l’inquinamento aria-terra-acqua del polo chimico di Spinetta Marengo. L’ipotetico inquinamento Tav di amianto e schiumogeni sarebbe appena una goccia in più nell’oceano della falda già inquinata dalla Solvay: cromo esavalente altri 21 veleni tossico cancerogeni. Limitarsi ad impedire che questa goccia si aggiunga non servirebbe a niente se non si attua la bonifica sotto la Solvay, se non si toglie cioè quel milione di metri cubi di veleni sotterrati che continuerebbero in eterno a percolare nella falda acquifera di Alessandria. Dunque la parola d’ordine della manifestazione deve essere “No alle discariche, sì alla bonifica della Solvay”: si tratta di un imperativo di lotta completo e convincente perché diventa inequivocabile che il fine è la tutela della salute della popolazione e non la (pur sacrosanta) contestazione politica. La salute della Fraschetta non si salva impedendo tre cave, si salva solo se i Movimenti ambientalisti impongono una bonifica vera invece di quella fasulla e collusa con le istituzioni pubbliche, sapendo che la vera bonifica, complessa e costosissima, si può fare solo promuovendo un garante Comitato scientifico internazionale inserito nell’ambito del rivendicato Osservatorio ambientale della Fraschetta. Non sfugga dunque ai Movimenti l’importanza dell’udienza del 25 maggio in Corte di Assise di Alessandria che sta concludendo il processo Solvay, la cui sentenza avrà un peso decisivo sulle possibilità politiche ed economiche di realizzazione della bonifica.

Medicina democratica Movimento di lotta per la salute Sezione provinciale di Alessandria