L’anima di un genio icona di Torino per Expo [Very Art]

Leonardo autoritratto home pagedi Cristina Antoni

 

L’Autoritratto di Leonardo sarà esposto a Palazzo Madama fino al 2 giugno.

‘Farai le figure in tale atto, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha nell’animo; altrimenti la tua arte non sarà laudabile’
Da ‘Il Trattato della pittura’
Leonardo da Vinci

 
L’autoritratto di Leonardo è un disegno a sanguigna (realizzato in ematite, un minerale) su carta, databile al 1515 circa, di piccole dimensioni (25 per 33) e conservato solitamente nella Biblioteca Reale di Torino. In occasione di Expo e dell’Ostensione della Sindone, la celebre opera è uscita dalla Biblioteca (dove non è abitualmente visibile al pubblico, anche se si è da poco conclusa la mostra Leonardo e i tesori del Re, dove l’opera era presente) per essere ammirata a Palazzo Madama, in un allestimento di luce e musica speciale, fino al 2 giugno prossimo.

Il volto anziano del genio, concentrato nel pensiero è un’immagine rimasta sconosciuta fino all’inizio dell’Ottocento, quando venne finalmente riconosciuto come Autoritratto leonardesco.
Dalla città di Torino ormai l’opera è considerata una vera e propria icona, al pari del Museo Egizio e della Mole Antonelliana.
L’autoritratto rivela il volto del genio, intorno all’eta di sessant’anni, in un affascinante gioco di chiaro/scuri e sapienti dettagli messi in risalto in maniera eccelsa.

Nei suoi 500 anni di vita l’opera raccoglie molti segreti. Una leggenda racconta che lo sguardo magnetico del ritratto possa donare un’immensa forza a chi lo osserva. Proprio per questo motivo si crede che il disegno durante la Seconda Guerra mondiale sia stato nascosto a Roma, per evitare che cadesse nelle mani di Hitler.

Il ritratto di Leonardo fu infatti l’unica opera ad essere trasferita durante un’operazione dell’intelligence di massima segretezza. Non si sa conosce neppure il luogo esatto dove fu nascosto.
Purtroppo, a causa di questi spostamenti di fortuna, l’opera è stata danneggiata, e soprattutto non conservata in maniera adeguata. La carta è divenuta più sottile e macchiata dal fenomeno di ‘foxing’, che ha determinato la scomparsa della firma autografa a matita rossa che si trovava in basso a sinistra. E’ veramente difficile tentare ora un intervento di restauro. L’intenzione è comunque quella di mantenere l’opera nelle attuali condizioni per il maggior tempo possibile. Si usano infatti speciali illuminazioni a fibre ottiche per valorizzarla, con temperature non superiori ai venti gradi. Ed un tasso di umidità pari al 55%.

L’opera giunse a Torino tramite un appassionato collezionista, Giovanni Volpato, un mercante d’arte e curatore che aveva viaggiato in tutta Europa. Come egli ne fosse in possesso non si sa, ma chiese al Re Carlo Alberto di Savoia 70.000 lire piemontesi, per vendere la sua intera collezione di opere. Una cifra astronomica per i tempi, che fu abbassata a 50.000, pagati a rate in otto anni. Volpato chiese anche di restare come curatore della Biblioteca Reale, non pagato.

Ancora a proposito di Leonardo e della sua esistenza sempre ammantata di misteri edLeonardo opera recente scoperta enigmi, che lui stesso contribuiva ad alimentare, pare sia ‘spuntato’ un altro dipinto che ritrarrebbe il genio, anche se l’attribuzione a Leonardo o la sua scuola (quindi ritratto o autoritratto) non è ancora certa. La scoperta è avvenuta qualche anno fa ad Acerenza in Basilicata. L’opera ha molte caratteristiche leonardesche ed è gia stata esposta in diverse occasioni. L’uomo è rappresentato a mezzo busto con un cappello di foggia rinascimentale ed un volto intenso con capelli e barba fluenti castano chiaro. La scoperta è dello storico medievalista Nicola Barbatelli del Museo archeologico di Vaglio, ma l’opera è ancora oggetto di studio e ricerche accurate di storici dell’arte ed esperti.

Come sempre tutto ciò che riguarda Leonardo diviene automaticamente interessante, ed il dipinto è già richiestissimo dai Musei di tutto il mondo.