10 a Casale Monferrato, in ricordo di Marco Giorcelli [Le pagelle di GZL]

Giorcelli Marcodi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) Alla città di Casale Monferrato per l’intitolazione del Salone degli Stucchi della Biblioteca Civica G. Canna al giornalista Marco Giorcelli, direttore de “Il Monferrato” dal 1993 al 2012. Domani, martedì, alle ore 21, la città di Casale renderà onore alla memoria di una grande persona, grande giornalista e grande direttore che merita di essere ricordato in quel bellissimo luogo di cultura. Marco Giorcelli è stato alla guida della testata giornalistica “Il Monferrato” per due decenni. L’ho conosciuto nell’ottobre 2000 quando Casale Monferrato ha subìto le sorti alluvionali, come ad Alessandria nel ’94. Mi ha subito dato spazio sul suo giornale quando ho cercato di portare alla conoscenza dei danneggiati le nostre ‘grame’ esperienze alessandrine, causate da leggi subdole. Perché i casalesi evitassero di fare la nostra fine, pretendendo invece diritti e tutele, già nel 2002 entrai a far parte nel Comitato C.AL.CA. (comitato alluvionati del casalese). Il direttore, dott. Giorcelli, ha sempre creduto nella bontà delle nostre battaglie per il bene comune in alcuni ambiti territoriali, ha rispettato il nostro impegno fornendo spazio di informazione pari a chiunque altro, nonostante fossimo comuni cittadini organizzati in Comitati, Associazioni apartitiche. Ha diretto il suo giornale con professionalità, obiettività e consapevole esercizio di corretta informazione. Ricordo quando gli inviavo una mail informativa senza richiesta di pubblicazione, dopo pochi minuti mi rispondeva chiedendomi “posso pubblicare?”. Io e i miei colleghi del C.AL.CA. lo abbiamo considerato un amico, e abbiamo seguito con sofferenza la sua estenuante lotta contro un male che non dà scampo: il mesotelioma della pleura. Lo ha combattuto con tutte le sue forze ma alla fine ha dovuto soccombere, e apprendemmo con grande dispiacere la notizia della sua morte. Il tempo passa, ma non l’abbiamo dimenticato. Questo invito della Città di Casale Monferrato a partecipare a questa importante intitolazione mi ha piacevolmente emozionata, al pensiero del ricordo di questo grande uomo, che sarà perenne nel tempo e nella storia della sua città.
Voto: 10

 

2) Alla celebrazione del 25 aprile. Due giorni fa abbiamo celebrato l’anniversario di 70Partigiani anni di Liberazione. Porto il massimo rispetto a chi ha dato la vita per la libertà nel nostro paese, per quelle generazioni a cui è stata rubata la gioventù; bimbi e giovani che hanno conosciuto dolore, terrore, fame e si sono trovati già adulti anzitempo, provati pesantemente nel fisico e nella psiche, per poi una volta liberati impegnarsi nella ricostruzione del paese, ancora facendo grandi sacrifici. Generazioni che ringrazio per tutta la libertà di cui ho beneficiato nei miei 68 anni di vita. Detto quanto, risparmio per carità di patria l’elenco delle cause che hanno portato il paese nelle condizioni in cui è ridotto oggi: c’è chi ha costruito, e che ancora fatica a mantenere questo paese, e chi ha iniziato a distruggerlo perlomeno negli ultimi 40 anni!
Sarò l’unica voce che canta fuori dal coro ma ritengo tale celebrazione ormai solo una festa emotiva per ricordare che ogni opportunità che abbiamo avuto fino ad oggi (domani chi lo sa) è figlia del coraggio di chi si è sacrificato 70 anni fa. Sono passati 70 anni da quel 25 aprile 1945 che sancì per il nostro paese la fine dell’occupazione nazista: ma oggi, 70 anni dopo, se nessuno se ne fosse accorto, segnalo che l’Italia è di nuovo sotto il dominio tedesco, con un piede appoggiato sulle nostre teste e un frustino in mano pronto a colpire. Siamo nelle mani dei “padroni” cinesi, arabi, turchi che si stanno comperando ogni cosa, ma peggio ancora subiamo un disegno sottile che da tempo sta importando nel paese masse umane in quantità abnorme senza controllo di chi arriva. Una massa umana che arriva nuda, senza certificata identità, e che il nostro paese già piegato da una crisi creata da poteri al di là della nostra comprensione, con enormi sacrifici e rinunce, deve soccorrere, nutrire, curare, supportare in ogni necessità. Allo stato attuale la parola libertà di un popolo sta suonando stonata, e di liberazione non vi è più traccia grazie ad una politica cieca e non idonea a governare neppure un rione. Concludo: la frase di Renzi, segretario nazionale del PD e presidente del consiglio, in questo disordinato e litigioso 25 aprile, mi ha dato veramente fastidio. La riporto: “Nel ricordo di chi è morto per la Liberazione costruiamo un’Italia più bella. Ricordando la storia noi non facciamo una commemorazione, facciamo il futuro dell’Italia. Dal 25 Aprile 1945, grande momento di unità e riscatto della Nazione, ci siamo e ci saremo”. Ma Renzi dove vive? E’ consapevole di ciò che dice?
Voto: 5

 
Comune di Alessandria 33) Alla mancanza di verità. La mancanza di verità abbinata alla non trasparenza e alle bugie rappresenta la sconfitta dello Stato, della pubblica amministrazione e di chi gestisce il bene pubblico. Inoltre offende il cittadino, elettore, contribuente. Vengo al punto: non volevo parlare della clamorosa sentenza che assolve la ex Giunta Fabbio dall’accusa di aver causato il dissesto del comune di Alessandria. Dall’inizio di questa storia ho sempre avuto una mia opinione che ho manifestato molte volte. Sono abituata ad analizzare per quanto posso esserne capace le situazioni che mi riguardano, e il fallimento della mia città mi riguarda. Dall’inizio mi sono sempre detta che ogni amministrazione si piglia quel che le lascia quella prima di lei, e quello che si ritrova può essere attivo o passivo. In un modo o nell’altro chi subentra dovrebbe trovare nel tempo il modo di comunicare ai cittadini, inviando casa per casa due o tre paginette stilate in modo semplice, in maniera che tutti possano capire la situazione contabile in essere del Comune. Nel nostro caso è accaduto che ci siamo trovati tra capo e collo un rapido dissesto e cifre contestate tra le parti: era vero? Era falso? Era esagerato? Si poteva evitare? Quale era la verità? Detto quanto, dopo la sentenza il silenzio di chi ha perso, chi dovrà pagare le spese legali? Suppongo come sempre noi! Ora però sta iniziando un giochetto che non mi piace: la non verità e l’aggrapparsi agli specchi insaponati. Mercoledì 22 ad una radio locale un ospite politico facente parte della maggioranza comunale, nel commentare tutto l’ambaradan del dissesto (che secondo la Corte dei Conti arriva da lontano), è partito dal compianto Sindaco Calvo (che ereditò un Comune commissariato), ma ha ‘sfumato’ sul periodo Scagni, in cui egli stesso aveva una carica importante. Ora farò solo un piccolo esempio, ma ce ne sarebbero! Sotto i due mandati Calvo c’erano meno di dieci Partecipate, mentre la Scagni nel suo periodo fece la “moltiplicazione dei pani e dei pesci”. Per verificare basta leggere il librone di “Bilancio Sociale di Mandato 2002/2007- Sindaco Mara Scagni” da pag. 103 a pag. 114. Quando si parla di dissesto causato anche dai “postifici” come consigli di amministrazione moltiplicati, dirigenze, dipendenti etc., sarebbe onesto partire dal dopo Calvo. Peccato che nessuna Corte dei Conti di controllo (come Dio comanda) si prenda l’impegno di ricostruire in nome della verità i fatti.
Voto: 3