Garneri (Museo Gambarina): “Porteremo a Floreale abiti meravigliosi, e ‘un pezzo’ dell’Alessandria di una volta!”

Museo Gambarina“Il progetto che realizzeremo quest’anno per Floreale, con la sfilata di abiti di un tempo abbinati ad auto d’epoca del Circuito Bordino ci inorgoglisce particolarmente, e quando Manuela Ulandi, presidente di Procom, ce l’ha proposta abbiamo aderito immediatamente, con entusiasmo. Venga, che le mostro subito uno di questi abiti da sogno!”. Basta entrare al Museo della Gambarina, in un qualsiasi pomeriggio di sole primaverile, per finire proiettati in un’atmosfera sognante, da paese dei balocchi in salsa mandrogna. Chi ancora non avesse avuto occasione di visitarlo lo faccia subito, e rimarrà a bocca aperta, tra cimeli della vita contadina delle nostre campagne, e ogni altro tipo di ambientazioni, oggetti e suggestioni visive del periodo tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del secolo scorso. In sottofondo (ma non è sempre così, naturalmente) le piacevoli esercitazioni di una talentuosa giovane pianista, che rendono il contesto ancora più fiabesco. La professoressa Elena Garneri, direttrice e fondatrice del Museo Etnografico C’era una volta, e da decenni coinvolta in ruoli di primo piano all’interno dell’Associazione Amici del Museo, di questo luogo magico è il principale custode e anfitrione, oltre che memoria storica. La incontriamo prendendo spunto dal coinvolgimento del Museo nel prossimo appuntamento di Floreale (dal 24 al 26 aprile: con sfilata in particolare la domenica), ed è l’occasione per conoscere meglio il progetto a partire dalle sue origini fino ai progetti futuri.

 

Professoressa Garneri, partiamo dal presente, ossia da Floreale: come è nata l’ideaGambarina 1 dell’abbinata tra abiti e auto d’epoca del Circuito Bordino?
Gli abiti d’epoca sono da anni uno dei nostri punti di forza e di attrazione, grazie in particolare alla nostra amica Luciana Lasagna, sarta bravissima che riesce a riprodurre, sia pur con stoffe moderne, abiti d’antan che sembrano più veri degli originali. Già in passato abbiamo avuto modo di mostrarli al pubblico, e di organizzare sfilate qui da noi, e altrove. Quando Manuela Ulandi, presidente di Procom, ci ha proposto l’abbinata con le splendide auto d’epoca del Bordino, potevamo dire di no? Però un elemento non legato al passato, ma di splendida gioventù ci sarà sicuramente, e sono le nostre ragazze: splendide modelle non professioniste, alessandrine, che sapranno valorizzare al meglio sia i vestiti che le auto. Chi verrà domenica 26 aprile ai giardini di Alessandria, nei pressi del monumento equestre, rimarrà estasiato.

Ci racconta brevemente come nacque l’idea e la realizzazione di questo splendido museo?
Il progetto iniziale, embrionale, del Museo c’era una volta nacque e si sviluppò alla scuola di Valle San Bartolomeo, dove raccogliemmo oggetti, cimeli e documentazione di vario tipo sulla nostra civiltà contadina, e quindi sulla vita dei nostri nonni e bisnonni.

E come siete arrivati qui, in questa ex caserma del Settecento, la Gambarina vecchia appunto…
Merito dell’alluvione del 1994, se vogliamo dire così. Nel senso che anche dalle disgrazie più tristi a volte scaturiscono opportunità. E così fu per noi, che ottenemmo in affitto gratuito dal Comune di Alessandria questa bella struttura su due piani, e per qualche anno anche contributi regionali e comunali, ma anche della Fondazione CrAl, con cui l’Associazione (da sempre basata sul lavoro volontario: mai avuti dipendenti, e oggi men che meno) ha potuto ampliare il Museo, farlo crescere, organizzare eventi e iniziative. Inutile dire che, da qualche anno, non è più così….

Gambarina 2Anche voi procedete a ‘contributi pubblici zero’?
Assolutamente sì: ci affidiamo alle offerte di privati, quando ci sono. Compresa la possibilità di devolvere il 5 per mille in sede fiscale. E poi tanto, tantissimo volontariato. In teoria potremmo anche finanziarci con l’enorme quantità di appuntamenti che ospitiamo, della più varia estrazione e natura. Ma come si fa a fare pagare dei bambini che vengono in gita con la scolaresca, o le tante associazioni che ci chiedono uno spazio in cui incontrarsi, e organizzare incontri e dibattiti? Così lasciamo ognuno libero di offrire quel che può: ossia in genere poco, ma in qualche modo ce la siamo sempre cavata.

E il futuro professoressa Garneri? Expo può essere opportunità importanteGambarina 3 oppure no?
Noi ci crediamo, e abbiamo anche in programma, per i prossimi mesi, una serie di conferenze e appuntamenti legati al cibo, dai piatti tipici alle sagre. Ma anche serate con l’ufologo Toselli, con Coldiretti, con scuole di Tango. Insomma, spaziamo senza nessuna paura delle contaminazioni, e cercando di aprirci il più possibile all’esterno: il Museo Etnografico è sempre stato, e vuole continuare ad essere luogo di aggregazione e incontro. Certo, avendo zero risorse non è che possiamo mettere in campo faraoniche operazioni di marketing, ne rivolte al nostro territorio, e tantomeno finalizzare a raggiungere un target di turisti internazionali. E nonostante questo capita spesso che ci contattino comitive, o anche singoli viaggiatori, in arrivo da chissà dove, e interessati a visitarci. Da questo punto di vista, naturalmente, il web fa miracoli, e noi cerchiamo di sfruttarlo meglio che possiamo.

Ettore Grassano