Progetto Appropriatezza in Sanità: ecco i primi risultati

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E’ ormai trascorso un anno, era il febbraio 2014, dall’avvio delle azioni programmate nell’ambito del “Progetto Appropriatezza nell’attività specialistica ambulatoriale”, condotto da un gruppo di lavoro multidisciplinare dell’ASL AL, formato da medici– direttori di Presidio e di Distretto- ed esperti di controllo di gestione e sistema informativo, coordinati dal dott. Massimo Leporati, medico in staff alla Direzione Generale.

Si è partiti dal mandato regionale mirato al contenimento della spesa sanitaria, attraverso una revisione sistematica che favorisse la riduzione degli sprechi.

Che cosa si intende per “sprechi” nello specifico ambito delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, cioè esami di laboratorio, radiografie, risonanza magnetica, TAC, visite e così via?

Ci si riferisce all’esecuzione delle suddette prestazioni, quando avviene con eccessiva frequenza, senza giustificazione clinica o per automatismi, soprattutto nel caso di persone sane (per esempio i controlli periodici troppo frequenti o ridondanti), oppure nel caso di pazienti affetti da patologie, per le quali tali prestazioni non sono indicate.

Il progetto ha assunto l’ambizioso obiettivo di individuare i meccanismi che inducono questi sprechi, per poi introdurre dei correttivi che, mantenendo invariato il livello di qualità dei servizi sanitari, consentano di utilizzare meglio le risorse risparmiate.

Chi sono gli attori coinvolti in questo scenario?

Oltre agli esperti del Gruppo di lavoro aziendale, sono stati individuati  come referenti per le singole azioni, figure di Radiologi, Laboratoristi, Medici di Famiglia e Specialisti Ospedalieri, oltre ad  alcune figure amministrative, anche per l’attività di reportistica sistematica.

Quali sono state le azioni?

Alcuni percorsi diagnostico-terapeutici, soprattutto sulle malattie croniche, sono stati aggiornati, sono state riviste le modalità di accesso a vari esami radiologici, per cui, ad esempio, sono stati semplificati e resi omogenei gli accertamenti di laboratorio preliminari all’esecuzione della TAC.

Considerato che i principali prescrittori sono i Medici di Famiglia, la loro collaborazione è stata molto preziosa e costruttiva per individuare, in accordo principalmente con radiologi e medici di laboratorio, le aree di intervento a particolare rischio di sovra-utilizzo di esami inutili.

Le azioni sviluppate hanno favorito il dialogo tra Medici di Famiglia e Medici ospedalieri, ponendo al centro le prestazioni appropriate e la semplificazione dei  percorsi diagnostici. In concreto ciò significa, ad esempio, che il Medico di Famiglia può indicare sull’impegnativa, oltre alla richiesta di esame, il sospetto di diagnosi, mentre il Radiologo, può decidere, solo se lo ritiene necessario, di eseguire ulteriori accertamenti non previsti inizialmente (auto impegnativa).

Gli incontri per condividere ed avviare operativamente il progetto, come detto, erano rivolti ai Medici di Famiglia e sono avvenuti in ogni distretto della provincia di Alessandria, alla presenza dei Direttori dei Distretti e dei relativi Presidi ospedalieri.

Quali sono i risultati conseguiti ad oggi?

Innanzitutto il primo risultato significativo è stata la massiva adesione e la vivace partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel progetto, che hanno contribuito ad imprimere uno sviluppo ulteriore alle varie azioni attraverso proposte innovative che si sono tradotte in un sensibile mutamento dei comportamenti dei medici prescrittori.

I dati numerici mostrano un deciso cambiamento di tendenza dei  cosiddetti “consumi sanitari”, vale a dire il numero di prestazioni erogate per ogni assistito, tra il periodo che ha preceduto l’intervento (fino a luglio 2014) e il periodo successivo, compreso quello attuale in cui si stanno confermando i dati tendenziali.

Osservando il numero globale delle prestazioni usufruite dai pazienti residenti in ASL AL, a fronte di un valore di partenza di una media di 17,02 prestazioni  pro capite nell’anno 2013, il dato è sceso in maniera significativa a 16.08 nell’anno 2014, con una variazione media di circa una prestazione pro capite.

Lo sforzo di questa “ottimizzazione” delle risorse sanitarie continua: il dato nazionale che rappresenta l’obiettivo da raggiungere è di 12 prestazioni pro capite.

Per i cittadini è importante sapere che non è garanzia di maggiore salute sottoporsi ad un gran numero di esami, ma è buona prassi affidarsi alla valutazione clinica del proprio medico di famiglia.

“Constato con soddisfazione  – dichiara il Direttore Generale dott. Paolo Marforio – che il progetto coordinato dal dott. Leporati ha trovato un’accoglienza partecipe e propositiva da parte di tutti i professionisti coinvolti, che si è tradotta in risultati concreti conseguiti in tempi rapidi; e questo è immediatamente tangibile analizzando i dati di attività degli ultimi semestri, ma ancor più quelli dei primi mesi del 2015. Questo anche grazie ai Medici di Famiglia, che ancora una volta hanno dimostrato responsabilità e collaborazione con le due Aziende Sanitarie alessandrine, nel comune obiettivo prioritario di garantire sempre ai cittadini le prestazioni diagnostiche ed i trattamenti più appropriati disponibili.”