La Cgil di Alessandria sceglie di muoversi a 360 gradi, e per le prossime settimane punta, in particolare, su tre tematiche “calde.
Si parte dalla raccolta firme per il progetto di legge in materia di appalti nel pubblico impiego e nel privato. “Appalti: mettiamoci una firma sopra” il titolo dell’iniziativa che avrà il suo primo step giovedì 19 marzo, dalle 9, al Dlf di Alessandria (viale Brigate Ravenna 8) alla presenza di Claudio Stacchini, della segreteria Cgil Piemonte, e di tutte le categorie. Alessandria sarà sede anche del successivo incontro, in piazza Marconi il 30 marzo, poi sarà la volta di Casale Monferrato, in piazza Castello, il 31, Ovada, piazza XX settembre, il primo aprile, infine a Novi Ligure e Tortona il 2 aprile.
Chiaro e forte lo slogan che accompagnerà la raccolta firme, “Gli appalti sono il nostro lavoro, i diritti non sono in appalto”, avanzata dalla Cgil su “Garanzia dei trattamenti dei lavoratori/lavoratrici impiegati nelle filiere degli appalti pubblici e privati, contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra imprese e tutela dell’occupazione nei cambi di appalto”.
Cinque i punti di riforma sui quali si batte la Camera del Lavoro:
– riduzione del numero delle stazioni appaltanti e delle centrali di spesa (attualmente sono circa trentamila le stazioni appaltanti ed altrettanti i centri di spesa). Necessaria, secondo quanto spiegato dai presenti, una semplificazione delle procedure al fine non solo di ridurre la burocrazia ma anche di esercitare un controllo sui finanziamenti pubblici e sulla qualità di spesa;
– lotta al massimo ribasso a favore di un’offerta economicamente più vantaggiosa;
– individuazione di un contratto da applicare per combattere il cosiddetto “Far West” dove “il contratto che si applica risponde esclusivamente all’obiettivo della riduzione dei costi di lavoro, o meglio del salario, generando un fenomeno dumping tra le imprese che va a penalizzare quelle che hanno scelto di non oltrepassare la frontiera della legalità”;
– applicazione del contratto “prevalente” contro il Far West;
– garanzie ai lavoratori impiegati nelle filiere degli appalti.
Altro argomento “caldo” anzi “rovente” è stato quello della situazione occupazionale e di crisi nella provincia alessandrina. Un territorio segnato, lo scorso anno, da un ennesimo periodo nero.
Partendo dai disoccupati, nell’alessandrino il numero è aumentato ulteriormente e, secondo le fonti Istat, si aggirerebbe intorno ai ventiseimila (26.141 per la precisione) con un +16,7% rispetto all’anno precedente.
In totale, dal 2008, anno di inizio della crisi, si registra nel nostro territorio un +200,7% per quanto concerne il numero di coloro che hanno perso il lavoro.
Poco invidiabile anche il primato assegnato al territorio provinciale in materia di tasso di disoccupazione. Alessandria, infatti, è prima con una percentuale che supera pure il dato nazionale (13,449%, in Italia 12,683%). A farne maggiormente le spese i giovani, fascia d’età tra i 15 e i 29 anni, con un giovane su tre che risulta disoccupato, e le donne, anche in questo caso con un dato territoriale nettamente peggiore rispetto a quello degli altri ambiti di riferimento (Alessandria 16,443, Piemonte 12,076, Italia 13,798).
Sempre in provincia si mantiene a livelli elevati il ricorso alla CIG (Cassa Integrazione Guadagni) con un totale di 9.529.371 ore autorizzate. Una cifra che si può considerare corrispondente a circa 4.600 lavoratori in cassa integrazione a zero ore con una diminuzione di oltre 36 milioni di euro del reddito disponibile gravante sulla provincia per il solo 2014.
Meccanica, metallurgico, chimica, gomma plastica ed edilizia i settori in cui è stato maggiormente rilevante il ricorso al numero di ore CIG.
Spicca, poi, considerevolmente la cassa integrazione straordinaria con 4.749.095 ore nel 2014 rispetto alle 4.055.801 del 2013.
Si mantengono invariati, nel 2014, i dati complessivi delle iscrizioni alle liste di mobilità rispetto al 2013, ma sono aumentate le iscrizioni conseguenti a fallimenti e cessazioni di attività (47% del totale nel 2014), segno di un ulteriore sofferenza del tessuto economico e produttivo locale che rischia, dunque, di avere sempre meno possibilità di ripresa.
Un 2014 che ha visto un’ulteriore flessione anche per la demografia delle imprese, 330 in meno quelle registrate. Un trend che, ad Alessandria e provincia, si conferma dunque negativo dall’inizio della crisi.
Perdura, infine, ed in alcuni casi si è anche accentuata, in provincia la stretta creditizia con una riduzione degli impieghi del 3%. A livello nazionale, invece, la situazione è lievemente migliore (-0,9%).
Dall’inizio della crisi, comunque, nel 2008 e quindi da sette anni, per la provincia mancano all’appello ben 740 milioni di euro di affidamenti.
Infine i prossimi appuntamenti in agenda per la Cgil. Prevista in autunno, ma potrebbe anche tenersi prima, la Conferenza di Organizzazione: “un incontro molto importante nel corso del quale si valuterà anche come spostare forze lavorative sul nostro territorio” ha tenuto a sottolineare Tonino Paparatto, da quasi un anno Segretario Generale Cgil Alessandria e che ha voluto porre, in chiusura, l’accento sul buono stato di salute della Camera del Lavoro alessandrina, seconda nella graduatoria regionale per efficienza.