La sistemazione degli atleti sui gradini e ai piedi del podio al meeting sportivo di taekwondo “Torneo della Pace (diciottesima edizione) – Trofeo Universitario Internazionale Cuspo (edizione numero due)” è irrisoria: il dato notevole, emerso dal tavolo delle autorità e incastonato nella fotografia scattata al “PalaCima” di Alessandria, è la distanza di pochi centimetri tra Iva Pavic e Nermana Hadzijahic, rappresentanti della diplomazia di due Paesi balcanici (Croazia, Bosnia ed Erzegovina) già distrutti dalla guerra civile negli ultimi anni del secolo scorso.
La vittoria della Pace attraverso l’esercizio della disciplina sportiva è stata ornata dalla correttezza esposta sul tatami quadrato dai lati di 8 metri nel combattimento a contatto pieno dagli atleti associati alle squadre miste “Taekwondo Klub Karlovac” (Croazia), “Novi Grad Sarajevo” (Bosnia ed Erzegovina), “Centro Taekwondo Alessandria – Cus Piemonte Orientale”, “Or Team Jerusalem” (Israele), selezione piemontese della Federazione Italiana di Taekwondo.
La celebrazione della colomba sul falco è stata il leitmotiv degli interventi formulati dalle autorità civili e dai tecnici sportivi.
“La partecipazione croata alle edizioni diverse del Torneo della Pace – dichiara Iva Pavic, Console Generale di Croazia a Milano – esalta lo spirito di fraternità esteso dalle attività sportive e celebrato dal gemellaggio di Alessandria con Karlovac. Il taekwondo è l’arte marziale più diffusa tra gli atleti croati professionisti e dilettanti: questa predilezione è avvalorata dal prestigio riscosso nelle sfide internazionali”.
“Il messaggio veicolato dal torneo – dice Alice Cometti, presidente del Cus Piemonte Orientale – è stato insignito attraverso l’ufficialità dei riconoscimenti di Patrocinio del Parlamento Europeo (2010 e 2011) e Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana (2012). L’edizione targata 2014 è organizzata insieme al Centro Taekwondo Alessandria pilotato dal Maestro Antonio Paoletti e supportata dalle istituzioni territoriali (Comune e dalla Provincia di Alessandria) insieme alla Federazione Italiana di Taekwondo e al Centro Universitario Sportivo Italiano”.
“La valorizzazione della Pace attraverso l’evento sportivo consacrato al taekwondo – dice il coach di Or Team Jerusalem – è stata decisiva per garantire l’adesione degli atleti israeliani alla kermesse alessandrina nonostante il posto della disciplina marziale coreana più diffusa nel mondo è collocato nella graduatoria delle attività sportive minori (10mila partecipanti stimati sul suolo di Israele)”.
“Il taekwondo, arte marziale coreana e sport da combattimento a contatto pieno costruito nel secolo scorso, – aggiunge Angelo Ermelindo, coach del sodalizio alessandrino – è basato sulle tecniche di calcio incrociato e unisce il duello per la difesa personale, il brio agonistico dello sport olimpico, la meditazione, l’esercizio, la filosofia: questa sequenza di peculiarità è aperta alle manifestazioni di tifo per gli avversari e alla gioia del convivio collettivo alla chiusura della competizione sportiva”.
La centralità consacrata alla Pace è stata rafforzata dalle proposte abbinate ai giochi sportivi (dalla riflessione promossa dagli esponenti delle religioni cristiana, ebraica, islamica alla raccolta dei fondi di supporto ai progetti della Croce Rossa Italiana) e dagli episodi particolari affiorati ai bordi del quadrato per gli atleti.
Una task-force di organizzatori della manifestazione è riuscita a ridurre il disagio del viaggio frammentato intrapreso dagli atleti israeliani interessati dal ritardo di quattro ore registrato dal volo aereo intercontinentale e dilatato di 240 minuti per la scomparsa provvisoria dei bagagli: l’intervento è stato provvidenziale per evitare il forfait della squadra di Israele e la contrazione di significato del meeting.
La vicenda di Roberta, l’interprete per le lingue italiana e serbo-croata, è indicativa degli esiti avulsi dalla Pace: questa signora è venuta al mondo nella località istriana di origine degli ascendenti e dei posteri senza condividere la cittadinanza dei nonni e del figlio poiché la città natale è stata travolta dalla mobilità dei confini nazionali e appartenuta a quattro Paesi diversi nel periodo del XX° secolo.