L’Italia è un paese straordinario.
In ogni angolo dello stivale si parla una lingua differente, il significato delle parole cambia secondo due dimensioni misurabili: latitudine e longitudine.
Esiste poi una terza dimensione che non è contemplata sulla cartina dell’atlante e neppure sul più tecnologico google map.
Questa terza dimensione esce o entra perpendicolarmente al piano di lettura e definisce un valore non facile da quantificare: la “buona fede”.
Quale unità di misura? Quale scala di valori?
E soprattutto esiste una branca della conoscenza che la studi e ne approfondisca i vari aspetti sociali? Ad esempio la “onestologia”?
Pianura, Napoli.
Uno sparuto gruppo di idioti (maggiorenni vaccinati contro la cultura) sparano aria compressa nel culo di un ragazzino che aveva la sola colpa di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato e con qualche chilo di troppo.
Cosa si attendevano quei bastardi? Che si gonfiasse come in video gioco e si levasse in volo come una mongolfiera per vedere il Maschio Angioino dall’alto? Oppure che esplodesse come in un cartone animato tra le risate dei presenti?
Genova.
L’ennesima bomba d’acqua fa esondare i torrenti provocando una tragedia pari a quella del 2011 e mettendo nuovamente in ginocchio centinaia di famiglie.
Un solo morto, si dice.
Maledizione un uomo è morto, dico io. Un infermiere, non un banchiere.
Valuteremo i danni, dicono le autorità che hanno l’abitudine di giocare con i siti di Arpal e Protezione Civile come fossero video games, tutti seduti alle loro scrivanie ricche di gadgets e bustarelle.
Palazzo Reale, Napoli.
Durante la cena di gala del vertice BCE, il governatore Mario Draghi saluta i presenti che stanno degustando paté, caviale e pastiera.
Tra una risata e l’altra Draghi annuncia i codici per accedere al livello successivo di “Affonda la piazza 3”, l’aggiornamento del video game che Bruxelles produce da anni e che è possibile scaricare gratuitamente.
Siccome però “Non risponde a buona fede il cavillare sulle sottigliezze del diritto” torno a giocare per mio conto e lascio gli avvocati al loro ingrato ma gratificante lavoro.