Da Genova ad Alessandria, il territorio abbandonato a causa dell’incompetenza della politica

Caro CorrierAl, permettimi di rispondere alla giustissima e puntuale lettera del “Movimento Civico Popolare Alessandria” a titolo : “Pulite caditoie, pozzetti e tombini!”

Egr. Signori, ciò che voi state sollecitando lo chiedevo già durante l’amministrazione Fabbio la pulizia di caditoie e fogne. Gli ULTIMI interventi di questo tipo furono dati fino al secondo mandato Calvo con la direzione AMIU del Dott. Foresto, dopo Calvo il NULLA. Quindi dopo anni di nulla di fatto, ora subentra una degenerazione mai vista.

Questo tipo di problema è stato inserito come “consiglio” di pulizia caditoie e fogne nel Decreto 133/2014- capo III/art.7- “Sblocca Italia” che dovrebbe essere “ non consiglio” ma OBBLIGO di Legge e secondo il mio punto di vista quei Comuni che non si adeguano in caso di danni per questa eventualità a persone e cose dovrebbe essere il Comune inadempiente a risarcire i cittadini e le imprese danneggiate.

Alessandria grazie soprattutto a Comitati e Associazioni di semplici cittadini ed è dimostrabile, oggi è sufficientemente in sicurezza, ma è costretta subire danni da allagamenti causa caditoie e fogne intasate; roba da altro mondo. Diversamente per gli allagamenti, esondazioni causate da corsi d’acqua ci sono gravi responsabilità da parte dello Stato, Regioni, Province, Comuni, Autorità di Bacino dei vari fiumi italiani per aver nicchiato alluvione dopo alluvione provocando e permettendo vittime e danni.

La colpa la addebito anche alle Prefetture locali sempre meno utili al governo supremo del territorio e che, sempre dal mio punto di vista, dovrebbero con severità dare una sveglia ai preposti.

Altra colpa la imputo alla Giustizia che non va oltre all’inizio di indagine di cui all’improvviso il tutto viene archiviato concludendosi con un nulla di fatto, mi sono chiesta più volte il perché…..forse perché “cane non mangia cane”?

Intanto il popolo è vittima di danni quando non perde addirittura la vita per poi non essere almeno risarcito dai responsabili preposti e non avere neppure il diritto di vedere attuare forme di messa in sicurezza dai rischi idrogeologici i territori feriti e sensibili.

Dal 2003 furbescamente Governo dopo Governo e non c’è né destre e né sinistre hanno tentato di appiopparci polizze anticalamità per manlevarsi da ogni obbligo di risarcimenti, nel contempo conoscendo i nostri “polli”, avranno pensato; perché mettere in atto l’impegno di sistemare le fragilità del territorio visto che ci saranno le Agenzie assicurative che risarciranno “FORSE” i danni? La frase che negli altri Stati extra Italia esiste una polizza obbligatoria lascia il tempo che trova per due motivi: in molti casi non è vero e laddove è obbligatorio i problemi non sono pochi e sempre a discapito del danneggiato lasciato dal proprio Stato al suo gramo destino.

Sono anni che lo Stato e le sue “appendici” istituzionali preposte a questo ambito, studiano, progettano, fanno conferenze, qui da noi è stato presentato dalla nostra Provincia a Casale Monferrato nel novembre 2004 un Progetto INUNDA per riprenderlo nel marzo 2012 con una sigla nuova ma la sostanza era la stessa: INARMA anche questo sempre presentato dalla Provincia in Alessandria, interessanti idee, progetti e proponimenti ma solo su carta patinata, relatori di livello, per finire sul teorico ma pur sempre un doppione del primo.
Al Convegno ad una mia domanda nel salutare un relatore e chiedere quando tanto parlare si metteva in pratica, la risposta fu, “mancano i fondi”.

Ma come, tanto studio, denaro per pagare esperti consulenti, organizzare grandi convegni con tanto di pausa per raffinati working lunch, per poi fermarsi nella parte più importante che è quella pratica che dà reale sicurezza? Ora il Governo Renzi ha istituito un nuovo carrozzone, un coordinamento “ITALIA SICURA” , diretto da Erasmo D’Angelo (giornalista-politico), lo scopo è di rimettere in moto i fondi UE per questo settore da tempo bloccati. Io non ci credo nel lavoro di questa nuova entry perché di Enti, sigle vecchie e nuove istituzionali allo scopo di mettere in sicurezza il territorio italiano da alluvioni, franamenti etc, in Italia ce ne sono a iosa.
Nel 2009, la Prof. ssa Rita Cellerino docente di politica economica e dell’ambiente (di origine alessandrina) in un volume dal titolo “l’Italia delle Alluvioni – una analisi economica” denunciava che sono più di 3000 Enti pubblici che hanno competenza in materia, nonostante ciò il nostro territorio e i suoi abitanti sono violati continuamente. Da troppo tempo assistiamo a tragedie causate dalle alluvioni, gli espertologhi tuttologhi televisivi, sempre gli stessi, incolpano chi ha costruito sugli argini oppure sulle parti tombate di un torrente perdipiù canalizzato (vedi Genova), ma la domanda che farei a questi “so tutto io” è: “chi ha autorizzato quelle costruzioni? E chi ha tombato i corsi d’acqua’” I Comuni o nostro Signore? Quindi le colpe sono sempre di chi detiene il pallino in mano del potere. Su Genova, su ogni alluvione, sulle caditoie e fogne non pulite la colpa non è del maltempo, i colpevoli sono in carne ed ossa e hanno nomi cognomi e incarichi e sono colpevoli di colpa cosciente dolosa e dolo eventuale ma nessuno paga mai ed è questo che fa rabbia, una rabbia di impotenza e solitudine in cui viene lasciato il popolo.

Un affettuoso pensiero ai genovesi.

Cordialià.

Graziella Zaccone Languzzi – Alessandria