Eravamo quasi alla fine dell’ano 1969+1, da tre mesi eravamo stati eletti Pontifex Maximus de l’Ordo Goliardicus Agae Khanis – Supremus Alexandriae e ci sentivamo in dovere di organizzare una Magna Goliardica Cagnara, un solenne Ballo della Matricola… non eravamo obbligati a farlo, da troppo poco tempo eravamo stati eletti, ma… lo volevamo ed allora… così sia detto… così sia fatto!
“IL PICCOLO” lo storico giornale alessandrino, che da sempre abbiamo nel cuore, pubblicò questo proclama di invito (praeclari autori: i Santi Attila e Gengis Khan):
Gentili dame e trullare / donzelle vereconde, / alexandrine giovani / romite et vagabonde, / v’annunciano i Goliardi / con squilli di fanfare / che il di del lor veglione / è prossimo arrivare. // Nel giorno ventunesimo / del mese novembrino / gran festa essi faranno / all’AMBRA alessandrino. // Sono gradite «foeminae» / di borgo e di quartiere, / di condizione varia / e d’arte e di mestiere. // S’accettano e gradite / saranno le presenti / che accorreranno in frotta / festose e sorridenti… //
CONGEDO
Omaggio noi rendiamo / al donzellame tutto / ad esso ci inchiniamo / sia bello oppure brutto!
La città fu tappezzata di locandine (foto n° 1), furono spediti gli inviti agli Ordini Goliardici orbis terrarum ed attendemmo speranzosi il giorno fatidico: secondo il programma ci si doveva vedere nel pomeriggio (ancora poco offuscati dai sacri licori del Dio Bacco) per una dieta (riunione plenaria) tra Capi Ordine e dopo la cena in una piola di piazza Marconi, una delle nostre due osterie fisse a pochi metri di distanza l’una dall’altra (sempre conserveremo nel cuore il loro ricordo), ci avviammo verso il Dancing Ambra o Dopolavoro Ferroviario o Club della Rotaia o (per fare incazzare qualcuno) Rotary Club…
… e qui quasi piangemmo dalla gioia, quasi un’ora prima dell’orario prestabilito la sala era già gremita di gente: Goliardi, molti dei quali accreditati e filitei alessandrini… tutti paganti!
Nella foto “4” si apprezzano le prime righe di un articolo di un’intera pagina del “Bollettino della Confoederatio Italicae Goliardiae” che inneggia all’evento (avremo modo di parlare dettagliatamembro di questa Confoederatio).
Tra la folla intervenuta ecco i nomi dei Capi e dei principali Notabili degli Ordini Goliardici:
– dal Sacrum Regnum Longobardorum di Pavia: S.M. Re Berengario II, S.M. La Regina Wilma I e numerosi Principi della Corona Ferrea.
– dalla Sacra Goliae Conphraternita di Milano: il Principe e Gran Maestro Golia II Mediolanensis, il Principe di Milano Enzo il Falco.
– dal Dogatum Genuense di Genova: il Serenissimo Doge Luca Giustiniani, il Podestà agli Esteri Niky Donato e l’ex Doge Nicolò Doria.
– dal Kaliffato di Al-Baroh di Genova: il Sublime Kaliffo Ahf-Fhmat-Dimus I, l’ex Sublime Kaliffo Acif-Al-Aviv.
– dal Ducatus Parmae, Placentiae, Guastallae, Lunigianae et Terrae Limitrophae di Parma: l’Eccellentissimo Duca Templar LXIX, la Duchessa Marisa I, i Ministri Cibelius I e Joghi.
– dal Granducato di Matutia (Sanremo): il Capo Delegazione Angelo Caifas.
– dall’Ordine dei Cavalieri Erranti di Rapallo (ex Griphonatus Rapallensis): il Principe e Gran Maestro Braccioforte da Montone, il Podestà agli Esteri Hermes di Sant’Orgasmo e la Nobilissima Lionella.
– dal (non ultimo) Supremus Ordo Taurinensis Cornus atque Pedemontanus di Torino: Johannes VI Anagnostata, Pontifex Maximus e Principe dell’Italica Goliardia, le Eminenze Cardinalizie del Sacro Collegio Toninus Graniticus, Carolus Gaudens, Aerius Belincazzus, Jacupos Ricercatus, Gigus Sukintoki, la Vestale Maxima Lilith e numeroso altro popolo.
Il baccanale si protrasse fino alle prime luci dell’alba… sia i menestrelli che i responsabili della sala accettarono di buon grado di tenere aperta la sala a nostro assoluto volere (non poterono fare altrimenti davanti al rischio di dover stare per un mese col deretano immerso in acqua gelida per attutire i dolori causati da crudeli sodomie)… danze sfrenate, gare di marcondirondello, libagioni a non finire, nembi densissimi da Nazionali Semplici (anche il Dio Tabacco era stato onorato)… ogni anfratto del locale, ogni auto parcheggiata fuori si erano trasformati in luoghi di lascivia (anche la Dea Venere poteva compiacersi)… narrano gli storici che persino un treno dovette partire in ritardo per permettere i più sordidi comodi dei Goliardi alessandrini e dei loro nobili ospiti (“… o tardate la partenza di oltre mezz’ora o la stazione sarà devastata…”)!
Quanti atti di sfrenato onanismo per le casse dell’Ordine rimpinguate!!!
Nella foto n° “2” si può apprezzare il Comitato di accoglienza sulla porta del locale: la Nostra Pontificale Persona (“a“), Attila il Cruento (“b“), la Nobile Lionella del Griphonatus Rapallensis (“c“), un’ignoto minus quam merda (alias matricola) (“d“), prosternato e, cazzi esclusivamente suoi, per l’ultima volta in vita sua, ridente. Un coacervo di Goliardi e filistei fa da cornice al nobile Comitato.
A ballo inoltrato, riuscita la bacchica opera di smussare gli angoli della maggior parte dei partecipanti, ecco coloro che ancora si reggono in piedi sul palco per l’elezione di Miss Matricola 1969+1 (foto n° “3“).
Notiamo la Nostra Nobile Figura (“a“), con l’ennesima, eterna, immancabile Nazionale senza filtro (reputiamo il fumare col filtro pari al copulare con gli slip addosso!) ed ecco Attila il Cruento (“b“) intento ad una fellatio (o ad un cunnilinculus) nei confronti del microfono (o della microfona). Fa bella mostra di sè, in tutta la sua squisita avvenenza Emma (“c“), Miss Goliardia 1969+1. Osservano la scena S.E. Natalis Penis Turgidus (“d“), Cardinale del nostro Sacro Collegio e S.E. Toninus Graniticus (“e“), Cardinale dell’Ordine Goliardico di Torino.
N.P.
Un “nota pene” al di fuori di questo contesto e quindi espresso in prima persona.
Qualche esimio coglione (con tutto rispetto nei confronti delle gonadi maschili) ha detto che metto tutto in Goliardia, che non prendo nulla sul serio…
Poveri imbecilli! Se così fosse non vanterei i curricula culturale, professionale e politico di cui mi fregio e non è neppure vero i Goliardi non prendano mai le cose sul serio, anzi accade l’esatto contrario: lo spirito Goliardico ci spinge a stigmatizzare ciò che non va in questa società di merda, a proporre le giuste soluzioni ed a farlo notare in maniera sputtanante, eclatante, poco ortodossa per i benpensanti, per i bigotti, per i codini, per gli inquadrati cronici.
Chi ha commesso certe azioni deve andare sulla gogna, deve essere additato al pubblico ludibrio e deve pagarla di persona, a prescindere dal suo ruolo politico, religioso, sociale, aziendale, mortale o iperuranico!!!
Ecco perché mi vanto di essere un Goliarda!