Invenzioni alessandrine 2 [Alessandria perduta]

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Boccassi 1di Ugo Boccassi

(Seconda parte: auto-aereo)

Continuiamo dunque a parlare di creatività alessandrina, constatando amaramente, una volta in più, che forse solo un’incapacità (pudibonda?) di fare marketing ci ha privato di giusti sacrosanti riconoscimenti.

Qualche tempo fa, infatti, leggendo il supplemento Tuttoscienze de “La Stampa”, sono stato incuriosito da un articolo che così era titolato: Con l’auto che vola addio agli ingorghi: è lo sky-car, costruito in California, il cui prototipo sta già compiendo tragitti aerei, sia pure restando per ora ancorato ad un cavo d’acciaio. Devo dire che l’interesse suscitato atteneva alla mia passione di fumettologo. Il mio pensiero, inNuvolagfatti, è corso subito al prof. Nuvola e a Topolino. Tutto si sarebbe fermato a questo punto con uno stupore nemmeno eccessivo, in quanto le premonizioni fumettistiche e letterarie (vedi elicotteri in Buck Rogers o sottomarini nucleari in Verne) sono molteplici.

Qualche giorno dopo, invece, scartabellando il “Corriere di Alessandria”,  settimanale del “famigerato” ventennio ma importantissimo per la documentazione circa quel periodo in Alessandria, ho trovato l’articolo che ripropongo alla vostra lettura.

«UN GIOVANE FASCISTA HA BREVETTATO UN “AEROPLANO-VEICOLO”
(Corriere di Alessandria 5-7-1935)
Il giovane fascista Andrea Lavezzaro di S. Rocco di Gamalero, ha brevettato in questi giorni un suo trovato (sic! n.d.r.) avente per titolo “aeroplano a fusoliera rientrante e ad ali pieghevoli trasformabile in autoveicolo”.
La definizione spiega esaurientemente, sebbene in sintesi, la caratteristica dell’invenzione; si tratta di un nuovo modello di aeroplano, trasformabile a volontà in autoveicolo o, se sull’acqua, per mezzo di appositi galleggianti da applicarsi in luogo del carrello, in comodo autoscafo.

veicolo-aereoL’inventore, appartenente al Fascio giovanile, conta appena 19 anni ed è autodidatta. Senza aver seguito nessun corso di ingegneria, appassionato cultore della meccanica, ideò un giorno e tradusse in pratica, sebbene in miniatura, la sua invenzione: un piccolo modello dell’aeroplano-veicolo che fu presentato al Segretario federale, il quale fu vivamente interessato.

Caratteristiche del trovato
Il brevetto è stato conseguito, come abbiamo detto, nei giorni scorsi. L’invenzione ha per oggetto un aeroplano, il quale è ricoverabile in piccolo spazio e può anche circolare come un comune auto veicolo. Ciò ne rende l’uso agevole ed economico, in quanto si può usufruire di una autorimessa di dimensioni comuni e attuata anche a distanza di capo di arrivo e partenza. Il motore può, a volontà del pilota, sia essere innestato all’elica per il volo, sia essere innestato ad una trasmissione delle ruote per una marcia terrestre. Le manovre di rientramento della carlinga (poiché l’apparecchio è riducibile di lunghezza) o piegamento delle ali vengono eseguite da bordo con l’ausilio del motore, mentre i cavi dei comandi si avvolgono su appositi tamburi (vedi figura che rappresenta l’apparecchio di lato, in funzione terrestre). La macchina è un monoplano parasole, cioè in cui le due ali si congiungono sulla carlinga sopra il posto del pilota. Ogni ala è formata di una parte interna e di una parte esterna, collegate fra loro per mezzo di cerniera e di cui la seconda è ribaltabile sulla prima. In volo, le due parti sono irrigidite per mezzo di aste scorrevoli che restano incastrate l’una nell’altra. La parte interna di ogni ala è sostenuta da un grosso perno della fusoliera su cui è girevole: essa pure è sostenuta dai puntoni articolati all’ala e fissati in modo scomponibile alla fusoliera. Uno dei due perni è sollevabile alquanto. Quando l’apparecchio viene ridotto, la parte due viene ribaltata sulla parte uno e le ali vengono girate di 90° sui perni. La fusoliera è costituita da due parti: una a carlinga con l’abitacolo del pilota e portante anteriormente il cofano del motore, l’altra a trave di coda incastrata nella prima e portante i timoni di direzione e di profondità e il pattino. Quando l’apparecchio viene ridotto, la trave di coda viene fatta scorrere nella carlinga, riducendo così di molto la sua lunghezza.
La carlinga è provvista oltre che di carrello, di ruote posteriori direttrici, sterzabili dal posto del pilota, il quale a terra abbandona la pedaliera e la campana, per il volante. L’asse colle ruote del carrello è spostabile in altezza perciò all’estremità di ogni balestra vi è un montante scorrevole in guide tubolari della carlinga.
Quando l’apparecchio è in assetto di volo, il carrello è mantenuto alto; quando è in funzione di autoveicolo esso è mantenuto basso: le ruote del carrello in questo secondo caso diventano motrici.
Il carrello a ruote può essere facilmente sostituito da un sistema di galleggianti; in questo caso diventato un idroplano, la stessa elica e gli stessi timoni di direzione vengono impiegati anche per la marcia idrica.

Praticità dell’invenzione
Le manovre per la trasformazione dell’apparecchio potranno in tutto o in parte essere eseguite con l’impiego del motore e senza abbandonare il posto di pilotaggio. Per la realizzazione pratica si farà impiego di materiali il più possibile leggeri, come il duralluminio od altre leghe di alluminio o acciai speciali. L’invenzione, come il lettore può convincersi dall’esposizione dei principali capisaldi, può portare notevoli vantaggi sia alla navigazione aerea, che terrestre, che marina. Per la prima, porta il vantaggio di non esigere più rimesse di notevole mole o dimensione e necessariamente vicine al campo di atterraggio, ma di ricoveri normali. Specialmente in tempo di guerra, l’invenzione può recare vantaggi indiscutibili, perché non occorrendo più vasti aeroporti, facilmente identificabili e vulnerabili, il patrimonio aeronautico ne sarebbe preservato. Ed anche la navigazione marina sarebbe avvantaggiata da un veicolo che si muove con sicurezza e stabilità sull’acqua.

Non ho trovato traccia di un’eventuale sperimentazione del progetto. Sarebbe interessante, intanto, fare ricerche all’ufficio brevetti. Certo è che, se l’auto-volante ci avesse permesso di dare l’addio agli ingorghi, avremmo potuto dire con una nota di colore in più: la realtà ha preceduto la fantasia, la storia di Walt Disney, infatti, è datata 1936.