L’Eternit è composto dal 80% di cemento e dal 20% di amianto e con il tempo e le piogge acide negli ondulati per le coperture esterne il cemento si sgretola e le fibre di amianto affiorano in superficie si sfaldano e si liberano nell’aria.
L’amianto è ormai ampiamente riconosciuto come una fibra killer estremamente pericolosa, purtroppo ne sanno qualcosa in particolare nell’area di Casale Monferrato, dove negli ultimi decenni ci sono state circa 3000 vittime a causa del Mesotelioma pleurico, un tumore alla pleura che si contrae respirando anche una sola fibra di Eternit.
Quando viene diagnosticato, solitamente dopo un lungo periodo di incubazione, anche alcuni decenni dal momento del contagio la prognosi è infausta, non ci sono speranze di sopravvivere, infatti restano pochi mesi di vita.
Nel nostro paese l’Eternit è ufficialmente fuori legge dal 1992 e la legge 257 del marzo ’93, non permette più estrarlo, importarlo, esportarlo e commercializzarlo, ne si possono produrre articoli che lo contengono.
Ma purtroppo è sempre presente in molte costruzioni e probabilmente per questo, ancora oggi in particolare nel casalese miete circa 50 vittime ogni anno e c’è chi sostiene che continuerà a farlo almeno sino al 2020, anno nel quale si dovrebbe raggiungere il picco massimo.
Un decreto del 6 settembre 1994 ha stabilito che le Regioni devono farsi carico del censimento degli stabili “inquinati” da amianto, dando priorità agli edifici pubblici. Alle ASL va il compito delle analisi dei rivestimenti degli edifici e dei campioni d’ aria per rilevare eventuali concentrazioni di fibre d’amianto a rischio. Le spese di bonifica dell’immobile sono, invece, a carico del proprietario dello stabile.
Anche ad Alessandria, sebbene in misura decisamente minore il problema sussiste, dato che l’Eternit è tuttora presente in diverse costruzioni, negli ultimi anni sono state segnalate alla precedente Amministrazione pubblica diverse situazioni che presentavano un potenziale pericolo, alcune della quali sono state in seguito risolte con lo sgombero delle coperture (come nei casi degli edifici di via Pochettini, via Della Moisa e Spalto Borgoglio) ma ne restano altre irrisolte, in via Maggioli angolo viale Tivoli e corso Acqui 221, oltre ad alcuni fabbricati pubblici, come il Punto D. di via Parini.
A tale proposito si rende necessario aggiornare il registro dei fabbricati della città e relativi sobborghi con la presenza di Eternit e procedere con le verifiche sullo stato di eventuale pericolosità degli stessi a partire dai più vecchi e sulla base delle relative valutazioni di rischio vanno emesse le conseguenti ordinanze, che nei casi di massimo livello possono prevedere anche lo sgombero entro 90 giorni.
Ultimamente passando in via 1821 all’altezza delle carceri, a poca distanza dall’ospedale civile ho notato un vecchio fabbricato dove in passato l’ASL rilasciava le cartelle sanitarie, ora è abbandonato e decadente con alcune parti del tetto mancanti e da quanto si può vedere dall’esterno pare che una parte delle coperture sia in Eternit.
Pertanto anche in questo caso sarebbe opportuno, che gli enti rispettivamente preposti alla tutela della salute pubblica e dei lavoratori, SPreSAL, ARPA, SISP, effettuassero una verifica per appurare se le coperture in questione sono effettivamente di Eternit e se costituiscono un pericolo, a fronte del quale invitare il Comune a prendere i provvedimenti del caso per tutelare la salute di tutti. Abbassare la guardia nei confronti del problema amianto sarebbe un grave errore.
Pier Carlo Lava – Alessandria