50 ospiti italiani ed europei, 2 giornate di workshop, incontri e presentazioni, più di 5000 partecipanti al festival. Al secondo anno di vita Inchiostro Festival conferma tutto quello che di buono aveva fatto intravedere nella prima edizione e si dimostra all’altezza delle aspettative.
Dal punto di vista politico più che soffermarsi sul successo o l’insuccesso dell’iniziativa, o sul valore artistico della stessa, cosa che spetta ovviamente solo agli organizzatori, è utile rispondere agli interrogativi che una manifestazione come questa ci ha posto, e che riguardano principalmente il modo in cui l’Amministrazione immagina la promozione della città e dei suoi “asset” e come valorizza i suoi (potenziali) luoghi di aggregazione.
E’ indubitabile che il Chiostro e l’Ostello rappresentino uno dei luoghi di maggior interesse storico -artistico della città, così come è indubitabile che la loro valorizzazione non sia mai stata davvero efficace. E il fatto che l’Ostello venga utilizzato come struttura di prima accoglienza è forse accettabile, in assenza di valide alternative, ma non ragionevole. Vi immaginate se a Pavia accogliessero i rifugiati nella Certosa? Ecco, ad Alessandria stiamo facendo un qualcosa di simile.
E’ ora di cambiare. E’ ora di voltare pagina. La riqualificazione di Piazza Santa Maria di Castello, che si farà grazie ad uno stanziamento tenacemente recuperato dal Vice-Sindaco Cattaneo nelle pieghe della burocrazia romana, e i fondi del PISU possono, se utilizzati in maniera intelligente, essere lo strumento con cui incominciare questo percorso. Un percorso che deve puntare sul coinvolgimento delle realtà che insistono sull’area, l’Ostello, l’Associazione San Benedetto, il Lab121, l’Associazione Medea, la scuola Cavour, veri e propri stakeholder di riferimento, che devono essere messi nella condizione di co-progettare lo sviluppo, non solo urbanistico, della zona, alla luce della vocazione urbanistica che il Comune ha individuato. La prossima ventura inaugurazione del FabLab va in questa direzione, ma vi sono spazi di azione ancora molto ampi e che meritano di essere esplorati.
Tutto questo significa anche ripensare funzioni e location di altre realtà come Alexala, ad esempio, che può essere riallocata in zona Stazione (altro capitolo aperto) al fine di svolgere in maniera più efficace il proprio ruolo di ente di promozione del territorio. Se non ora quando?
Giorgio Abonante
Capogruppo PD Comune di Alessandria