Cari candidati, eccovi qualche domanda su sanità e dintorni

Garavelli Pietrodi Pietro Luigi Garavelli*

Facendo seguito al mio precedente contributo su CorriereAl dal titolo “I candidati parlino della nostra salute”, e leggendo i diversi interventi dei politici di tutti gli schieramenti in competizione mi permetto di porre loro alcune domande per fare chiarezza.

Trasparenza particolarmente rilevante nel contesto “mandrogno”, stante il fatto che molti primari in diversi nosocomi non sono stati rimpiazzati al loro pensionamento.
E’ altrettanto vero che la presenza o meno di un direttore all’interno dell’ Unità Operativa non rappresenta l’ elemento essenziale per il funzionamento del reparto stesso ma, consentitemi, è espressione della volontà di mantenere il medesimo nella sua completezza tecnica ed organizzativa, catena di comando compresa.

Ed allora ai candidati: come pensate si adatti il sistema di offerta dei servizi sanitari ai cittadini piemontesi in funzione della possibile riduzione del finanziamento nazionale con potenziale diminuzione, i cosiddetti “sacrifici”, dei fondi assegnati, cercando di mantenere almeno gli attuali livelli assistenziali?

In sostanza in seguito ad una riallocazione delle risorse quali saranno le priorità?
Quali i ruoli ed i settori di pertinenza e la partizione fra pubblico e privato, accreditato o meno?
Quali le aree di intervento in base ai settori di attività – prevenzione, trattamento ospedaliero, cure intermedie, assistenza territoriale -, agli investimenti – adeguamento delle strutture esistenti, loro sostituzione con altre più moderne e “concentrate”, alte tecnologie – ed alla gestione dei Professionisti nel sistema pubblico – semplicemente qualità e quantità del capitale umano – .

Persistendo o meno il Piano di Rientro come orientare la riallocazione delle strutture con la possibile chiusura di servizi o interi presidi all’interno delle aziende e la riorganizzazione di queste dentro alle Aree Funzionali Sovrazonali, si chiamino Federazioni o Quadranti, che sono poi la stessa cosa.

In caso di riduzione dell’offerta pubblica di letti per acuzie o altri quale strategia attuare, stante il “rischio” di indirizzare nelle aree di confine con le altre regioni (Lombardia) o nazioni (Francia – Sanità Transfrontaliera) la domanda fuori dal Piemonte, aumentandone così il debito.

Infine un’ultima considerazione … 
Il progressivo impoverimento del Paese rende praticamente impossibile a larghe fasce della popolazione, soprattutto gli anziani, che ne hanno più bisogno, utilizzare altre forme di copertura assistenziale, come l’assicurativa o il pagamento diretto, o modelli (la Sanità “low cost”), se non fruire sempre dell’ unica possibile cioè la pubblica, di fatto gratuita e generalista.

In attesa di risposte ……  buona campagna elettorale, ma soprattutto scelta informata e consapevole dei Cittadini!

*Medico e sindacalista