La stagione sta per finire, e molti dei verdetti relativi a promozioni e retrocessioni in provincia sono già stati emessi; non parlerò però in questo post delle feste relative alle prime e delle messe funebri relative alla seconde, ma di un altro argomento che diventerà rapidamente di interesse nel mondo del calcio locale. Siccome l’italico costume è il cercare la soluzione ancora prima che il problema si presenti, iniziano già a circolare le prime indiscrezioni riguardo alle società che, retrocesse o meno, la prossima stagione non potranno iscriversi nella categoria di appartenenza per ragioni varie che vanno dai debiti verso i tesserati ai debiti verso lo stato passando ai debiti verso i fornitori.
Non si fosse capito, c’è la crisi signori, e bisogna comunque trovare un modo per mantenere anche i circences perchè il pane da solo non ha fermato la rivolta nemmeno nei Promessi Sposi. Ogni anno, a settembre, quando la Lega Dilettanti inserisce nella composizione dei gironi società fallite, si alza qualche voce dissonante dal coro che si chiede perchè se falliscono loro si cerca una serie adeguata al blasone della società mentre se fallisce l’Atletico Spennapolli deve ripartire dalla Terza Categoria, lamentandosi che il trattamento di favore riservato ai «raccomandati» è un’offesa per le squadre che quella categoria l’hanno conquistata sul campo.
Vado contro quella che è l’opinione comune, ma trovo che quella della «assegnazione per meriti sportivi» sia una delle poche storture del regolamento che approvo: quando un Casale o una Alessandria falliscono non ha nessun senso farle ripartire dalla Terza Categoria decidendo di fatto la società vincente a cascata dei quattro o cinque campionati seguenti. Questo ovviamente senza considerare che il tifo che alcune formazioni storiche portano con sé – mi viene in mente il Pisa retrocesso in Eccellenza ed i propri tifosi che partivano la sera prima per costruire tribune in tubolari di ferro che potessero contenere tutta la gente che andava in trasferta e finita la partita si mettevano lì e le smontavano pronti a ripetere tutto due settimane dopo – è numericamente eccedente la capacità di molti degli stadi delle categorie inferiori, che si vedrebbero quindi presi d’assalto (come accadde al Canelli nell’anno in cui la Nuova Alexandria partecipò all’Eccellenza) senza che le scarse forze dell’ordine disponibili possano garantire l’ordine pubblico.
Riposizionare il Casale in Promozione è stato un dovere nei confronti di chi in Prima Categoria – ma anche in Seconda ed in Terza – è iscritto da anni e voleva potersi giocare le proprie chances di promozione con avversari di pari livello: fare altrimenti è perpetrare nel tempo la stessa cecità che condannò la Fiorentina alla C2 una estate e fece miracoli per riportarla in serie A due estati dopo, dopo averle fatto saltare il campionato di C1 e avere cambiato il regolamento di quello di B solo per quella stagione, quando avrebbe ottenuto lo stesso risultato a destinarla subito nella categoria solo un gradino inferiore.