Quale Cgil dopo Silvana Tiberti? [Controvento]

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Tiberti 6di Ettore Grassano

Quando Silvana Tiberti fu eletta segretaria provinciale della Camera del Lavoro, alla fine di ottobre del 2007 (negli stessi giorni nasceva CorriereAl, a proposito di coincidenze), non è che il mercato del lavoro avesse il vento in poppa, e tutto filasse liscio come l’olio. Ma certamente la crisi stava solo cominciando a dispiegare le sue ali, e i suoi effetti devastanti ancora li prevedevano in pochi.

Sotto la sua guida, la Cgil ha affrontato il periodo più buio, dal punto di vista occupazionale e produttivo, che al nostro territorio (e a tutto il Paese) sia toccato di vivere dagli anni Sessanta ad oggi, e va dato atto alla Tiberti di avere affrontato le crescenti difficoltà dei lavoratori ‘a muso duro’, se possiamo citare un cantautore d’antan, Pierangelo Bertoli, che certamente non è estraneo alla sua storia politica e culturale.

La ‘pasionaria’ della Camera del Lavoro ha combattuto a tutto campo, facendo i conti con un mercato del lavoro privato in crescente contrazione, e con un’economia pubblica ‘mastodontica’ in termini di numero di addetti, e inadeguata sul fronte dell’efficacia. Anche se su quest’ultima affermazione naturalmente Silvana Tiberti non concorderebbe, e anzi ha cercato (in una unità di intenti molto forte e quasi mai ‘scricchiolante’ con gli altri due sindacati, la Cisl guidata da Alessio Ferraris e la Uil di Aldo Gregori: quest’ultimo in prossima scadenza di mandato, e in odor di rinnovo) in tutti i modi di ‘salvaguardare’ il fronte ‘funzione pubblica’, all’interno del quale la vicenda del Comune di Alessandria ha assunto una valenza simbolica molto forte.

In qualche occasione, anche per il gusto dell’immagine giornalista ‘ad effetto’, abbiamo un po’ enfatizzato l’aspetto ‘Eva contro Eva’, e il confronto tra prime donne, Silvana Tiberti appunto e Rita Rossa, sindaco di Alessandria.

E questo la Tiberti chissà se ce l’ha mai perdonato, sotto sotto non credo. Però è innegabile che quel confronto/scontro tra due donne (anche amiche, in privato) cresciute entrambe a ‘pane e Cgil”, negli ultimi due anni, ha fortemente caratterizzato la scena pubblica alessandrina.

Così come peraltro la Cgil ha avuto un peso rilevante nell’evidenziare la mancanza di un progetto ‘di sistema’, di una cabina di regia in grado di creare le condizioni strutturali per garantire un futuro sviluppo economico al territorio. E qui dietro al banco degli inputati sono stati invitati a sedersi in tanti: dalle associazioni imprenditoriali di categoria alle istituzioni.

E poi c’è la questione Terzo Valico: agli osservatori più attenti non è sfuggito che, a fronte della piega degli eventi negli ultimi mesi, su questo tema l’unità della Triplice è sembrata un po’ incrinarsi: e al recente convegno alessandrino della Cisl,
con la partecipazione del leader nazionale Bonanni (assolutamente pro ‘grandi opere’) Cgil, e anche Uil, non c’erano. Coincidenze? Solo concomitanti e improrogabili impegni? No, non ci crediamo.

Chissà se nei prossimi giorni, prima o dopo le dimissioni ufficiali,  Silvana Tiberti vorrà, su questo e altri temi, chiarire un po’ meglio come stanno le cose, e spiegare se ci sono motivazioni (al di là delle scelte personali, e del suo amore per la Cgil che consideriamo assoluto e fuori discussione) che l’hanno indotta a questo passo.

Intanto, nei corridoi della Camera del Lavoro sono ore convulse, sul fronte della corsa alla successione. E lì più che il nome del nuovo segretario/a, sarà interessante verificare, nel breve-medio periodo, se questo comporterà sostanziali modifiche di indirizzo e strategie.