Nessun miracolo a Milano [Il Flessibile]

caruso_copertinadi Dario Caruso.

Gita scolastica a Milano.
Partiamo alle 7 e attraversiamo le nebbie del Turchino.
In sottofondo il brusio di cinquanta adolescenti in pieno fermento ormonale ma con la giusta dose di buon senso ed educazione che spesso manca agli adulti.
Il programma della giornata è pingue e interessante: Teatro alla Scala, Duomo e Planetario.

La gita scolastica è uno dei momenti della vita scolastica che l’alunno ricorderà con maggior piacere negli anni a venire. Ed è un’attività (ormai sottovalutata) di conoscenza ed esperienza.
Certamente è necessario un gruppo docenti affiatato, disponibile e soprattutto preparato culturalmente.

All’autogrill di Tortona una notizia. Una bruttissima notizia.
Antonella, una collega e un’amica, ha deciso di chiudere la sua storia in questo mondo.
Due settimane prima Julio, il suo compagno, aveva finito di lottare contro una malattia al fegato. E aveva perso.

Duomo-MilanoIl pullman ci lascia al Castello Sforzesco, dodici minuti di passo lesto, poi davanti alla statua di Leonardo le nostre guide ci attendono per raccontarci la storia del teatro più importante d’Italia, d’Europa, forse del mondo.
La Scala ci fagocita letteralmente, le note di Verdi e le mosse plateali di Toscanini si disegnano sulle colonne, in platea attraverso le balconate fino al loggione.
Sul palco la scenografia per “Les Troyens” di Berlioz che andrà in scena ad aprile.

Incrociai Antonella un mese fa, mi aveva detto che Julio aveva perduto la speranza nel trapianto. Io avevo accettato questa notizia serenamente, così come sereni apparivano il suo volto, i suoi occhi, il suo sorriso.

Il Duomo rappresenta l’opulenta operosità meneghina, è in continuo restauro eppure sempre affascinante e carico di guglie che nascondono la storia.
Poi ti volti un istante e Galleria Vittorio Emanuele ti invita ad entrare, c’è un flusso di migliaia di corpi che si accalcano. Ai tavolini dei bar gruppi di giapponesi, uomini sulla sessantina in compagnia di nipotine alte, bionde e avvolte in stretch leopardati, coppie di anziani, famiglie con piccoli figli e grandi coppe di gelato.

Non ero stato capace di leggere tra le parole di Antonella, la rassegnazione di Julio era anche la sua e io non lo avevo inteso.
Forse lei era stata brava a mentire.

Al Planetario le luci si spengono lentamente, simulando la luce del crepuscolo fino a notte fonda. Le stelle si moltiplicano, una voce femminile delicata ci illustra le costellazioni e i pianeti, le fasi lunari e le stagioni.
Proprio verso ovest, dove tramonta il sole, ci sono due stelle che si danno la mano.
Ma nessuno se ne avvede.
Neppure io.