Doppio sogno: il dialogo degli opposti [Very Art]

Verso Itaca  - Giorgio Ramella 2013di Cristina Antoni

Nel celebre romanzo Doppio Sogno di Arthur Schnitzler, pubblicato nel 1926, precursore di alcune teorie freudiane,  Albertine e Fridolin,  una coppia di coniugi viennesi,  felice in apparenza,  viene turbata da un ballo in maschera, dove emerge improvvisamente la parte inconscia, portando alla luce i sentimenti ed i desideri più sconosciuti di entrambi, anche se ‘vissuti’ e percepiti in modi distinti. I protagonisti  usciranno da questa esperienza sconvolti e alla ricerca di una vera identità. Il regista Kubrick riprende  la trama del romanzo trasportandolo nella New York degli anni novanta con il famoso film ‘Eyes Wide shut’.

La maschera anche qui viene gettata dai protagonisti come nella pirandelliana memoria a seguito di sconvolgenti esperienze; resta da scoprire chi si è e cosa si vuole davvero. Anche nella mostra di Torino, appena inaugurata, lo stesso titolo DOPPIO SOGNO affascina ed incanta invitando ad un viaggio dentro se stessi, stimolando sensazioni e sentimenti  che spesso i sogni ci lasciano e che non sappiamo interpretare.

A Palazzo Chiablese, nel  Polo Reale del capoluogo piemontese, vi è un nuovo spazioAbbandono  Casorati 1929 espositivo, battezzato proprio da questa mostra, che nella parte esterna è già aperta da metà novembre con una serie di opere di affermati maestri del Novecento installate nella piazzetta antistante il Palazzo Reale (da  Arman a Marino Marini, Francesco Messina con Lady Macbeth, Giacomo Manzù nella rilettura di un Ulisse giovane, fino al più vicino Igor Mitoraj, specializzato nelle opere da esterno, protagonista in loco con una gigantesca testa – Teseo screpolato).

La parte interna, invece dedicata alla pittura, raccoglie una cinquantina di opere del Novecento e contemporanee, nel tentativo di mettere in dialogo fra loro una serie di concetti solo apparentemente opposti e inconciliabili, grazie ad accostamenti a volte impliciti, a volte azzardati, naturali ma anche bizzarri. Da De Chirico a Warhol, da Felice Casorati ad Autoritratto  De Chirico 1945Alighiero Boetti, da Alberto Savinio a Damien Hirst e quindi dalla Metafisica alla Pop Art in Italia, Mario Schifano, Enrico Baj, Mimmo Rotella), dall’Arte Povera (Boetti, Paolini, Parmiggiani) alla Transavanguardia italiana di Cucchi e Chia; dalla nuova figurazione italiana (Daniele Galliano, Valerio Berrutti, Velasco, Bernardo Siciliano, Alessandro Papetti, Giorgio Ortona), all’era globale (Botero).

La mostra è curata da Arnaldo Colasanti e da Luca Beatrice. “Doppio sogno” Teseo screpolato , Igor Mitoraj 2011mira ad essere una mostra letteraria, realizzando un’ideale staffetta tra i curatori. Luca Beatrice ha scelto le opere, Arnaldo Colasanti le ordina come in un racconto, con l’intenzione di restituire al pubblico un’ipotesi onirica, sospesa nel tempo e nello spazio. Come in un romanzo o in una poesia. Le opere, infatti, suddivise per temi in diverse stanze, sono inframmezzate da brani poetici che aiutano il visitatore ad immergersi in una realtà  ricca di sensazioni oniriche, come in un TEATRO, come nel PAESAGGIO, come nella MEMORIA, nel VIAGGIO, nel RITORNO, nella NUDITA’, nel PANICO , nei DOPPI RITRATTI….tutti i temi che le opere toccano, e aiutano a far riemergere nel nostro immaginario.

Personalmente risvegliano la memoria dell’inconscio e del desiderio Verso Itaca di Giorgio Ramella, 2013, evocativo del viaggio eterno di Ulisse, verso l’irraggiungibile terra natia, la madre, l’amore, la vita che non finisce mai, sempreTutto , Boetti 1987 solcando i mari e affrontando ogni avventura con l’uso della mente e del cuore, Tutto, di Alighiero Boetti, 1987 nella stanza del Panico, arazzo bellissimo e coloratissimo, dove sta il tutto e il nulla, tutto ciò che si vuole e e si perde in un attimo solo. Abbandono, nella bellissima schiena interamente nuda dipinta da Felice Casorati nel 1929, dove sta la libertà del sogno, della sensazione che tutto stia nella nostra pelle , nel corpo, contenitore assoluto di ogni emozione. E poi il silenzio metafisico e sospeso nel tempo di Giorgio De Chirico, lo sguardo lontano e solitario rivolto verso il mito e la ricerca delle origini. La Memoria.

Fino al 30 aprile a Torino, Palazzo Chiablese, non ancora perfettamente organizzato nel gestire code e biglietteria.