Fidarsi è bene. Ma non fidarsi è meglio?

Patrucco GiancarloGiancarlo Patrucco
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Famo a fidarse, come dicono a Roma? No. A giudicare dalla riforma della legge elettorale – inizio, correzioni, commenti, veti – direi proprio che in Italia non c’è spazio per la fiducia. Magari arriverà quella parlamentare, ma la fiducia vera, tra noi popolo e loro politici, non esiste più ed è dubbio che ritorni in futuro.

Noi sapevamo già cosa pensavamo di loro. Ora, attraverso la proposta di riforma della legge elettorale, presentata da Renzi e Berlusconi, ci possiamo fare una buona idea di ciò che loro pensano di noi, del Paese e dei partiti politici presenti in Parlamento o che ci vorrebbero entrare. Pensieri tinti, direbbe Montalbano.

I piccoli condizionano, ricattano, pretendono di avere spazi superiori all’effettiva consistenza dei voti ottenuti. Quindi, bisogna tenere alta la soglia di sbarramento per riuscire a lasciarli fuori. Parlino pure da qualche altra parte, ma qui no. Rallentano solo i lavori.
Se, poi, si coalizzano con i partiti maggiori, quelli che competeranno per il governo del Paese, non pensino di condizionarli entrando dalla porta laterale. Anche qui, se vogliono avere eletti devono superare una soglia di sbarramento. In caso contrario, i loro voti conteranno soltanto per incrementare la percentuale dei partiti maggiori, che ne ricaveranno più peso e più eletti. Naturalmente, dei loro.

Nessuno, ma proprio nessuno, prova ad agganciare questi ragionamenti con quelliBerlusconi Renzi 2 che si fanno sulla soglia massima, 35 o 37 per cento che sia. In un caso e nell’altro, chi supererà la soglia avrà diritto a un premio di maggioranza comunque superiore al 10%. Potrà aggiungere, cioè, ai parlamentari del proprio schieramento regolarmente eletti nelle urne, una non piccola differenza che gli consentirà di arrivare a superare il 50% dei seggi. Della sola Camera beninteso, perché il Senato in questa proposta è destinato a diventare tutt’altra cosa.

Prendiamo, ad esempio, uno dei partiti maggiori, attestato intorno al 20-25%. Si fa una bella coalizione, aggiungendo parecchi piccoli, magari nati da una propria costola, come Eva da Adamo. Poi, si presenta alle urne con la coalizione che ha costituito e che arriva al 35-37%, così meritandosi il premio supplementare.
Dal 20-25% a più del doppio. Un bel salto. Di chi? Non ve lo dico, tanto avete già indovinato.

E che dire delle preferenze? Traspare evidente la sfiducia nei confronti di noi elettori in quella pervicace difesa dei listini bloccati. Meglio scegliere noi – pensano – perché voi vi fareste abbindolare, convincere, comprare. Da chi? Ma da chiunque, compresi quegli aspiranti onorevoli che potrebbero essere corrotti a loro volta da lobbies e criminalità organizzata. Meglio non rischiare.

Giratela come volete, ma è evidente che, messi di fronte al solito problema di ogni legge elettorale, garantire rappresentatività e governabilità, Renzi e Berlusconi hanno decisamente virato per la seconda, a scapito della prima. Messi poi di fronte al fidarsi-non fidarsi, hanno convenuto su una cosa: fidarsi. Ma solo di loro.
E noi, famo a fidarse di Renzi e Berlusconi? Beh, dopo aver visto l’opposizione grillina di questi ultimi giorni, alternative non se ne vedono. Vi pare?