Camillo (Pd): “Ora guardiamo oltre l’emergenza finanziaria: ad Alessandria serve un progetto per il futuro”

Camillo-Fabiodi Pier Carlo Lava.

Con il senno di poi, il dissesto del comune di Alessandria poteva essere evitato? Quali prospettive ci sono per i lavoratori di Amiu dopo il fallimento della società? Che fine ha fatto il progetto di rilancio dei consigli di quartiere?

Queste ed altre le domande che abbiamo posto a Fabio Camillo, consigliere comunale del Pd a Palazzo Rosso, componente di quella maggioranza di centro sinistra che è, da quasi due anni ormai, al governo della città. E che da più parti viene ‘tacciata’ di immobilismo.

Comune Alessandria 4Consigliere Camillo, ancora oggi da più parti si afferma che il dissesto si poteva evitare, cosa risponde?
Che si sarebbe certamente potuto evitare non causandolo, e ancora nell’ultima fase precedente le elezioni del 2012 ottemperando alla Corte dei Conti quando disponeva correttivi volti ad invertire la rotta. Una volta deliberato dalla Corte dei Conti, non si poteva fare altro se non dichiararlo a pena dello scioglimento degli organi comunali e del commissariamento dell’ente. Ricordo a chi oggi strumentalmente ricostruisce una storia inesistente che in Consiglio Comunale non ci fu nessun voto contrario alla deliberazione di dissesto. Agli stessi ricordo che se nel primo semestre 2012 non fossero stati spesi 32 milioni di euro per onorare al 100% alcuni debiti del Comune (che hanno generato la famosa insinuazione alla massa passiva), non onorando invece i debiti verso AMIU e ATM, e verso il Cissaca e i creditori privati in quella sede non considerati (che adesso vedranno liquidato tra il 40% e il 60% del proprio credito) avremmo superato da un pezzo lo scoglio del bilancio riequilibrato ed oggi, questa volta sì, per Alessandria sarebbe tutta un’altra storia.

Amiu sedeLa maggioranza con il ricorso ha fatto sì che si arrivasse al fallimento di Amiu, a questo punto quali sono le prospettive per l’azienda e i lavoratori?
Premetto che la morte di Amiu è stata solo accertata dal tribunale, ma che questa è stata causata dal fatto che per anni Amiu è stata privata delle risorse necessarie per vivere non essendole girata la Tia, tassa di scopo pagata dai cittadini con l’unico fine di avere una città pulita. Questo ha portato ad un forte indebitamento evidentemente non più solvibile. Tra l’altro è paradossale che una parte dei debiti sia stata contratta per passare dalla raccolta domiciliare a quella stradale dei rifiuti, ossia per un investimento peggiorativo in termini di raccolta differenziata.

Per delineare prospettive, credo sia importante individuare gli obiettivi verso cui tendere: avere un’organizzazione che gestisca la raccolta rifiuti completa negli organigrammi, in modo da valorizzare al meglio il personale oggi in servizio. Per capirci, Amiu ha molto personale ma la città è tutt’altro che pulita. Del resto, dal nostro insediamento non abbiamo potuto confrontarci ne con un presidente ne con un direttore dell’azienda, che ha continuato ad operare fino ad oggi grazie all’abnegazione di alcuni quadri direttivi che sono andati oltre il meccanico svolgimento delle proprie mansioni. L’igiene urbana è il biglietto da visita della città, chiunque gestisca il servizio ha il dovere di farlo al meglio delle proprie possibilità. Occorre salvaguardare i livelli occupazionali, in particolare in un momento di generale difficoltà al re-impiego come questo. Occorre che tutti noi cittadini collaboriamo, perché non basta che un’azienda di pulizia faccia bene il proprio dovere se altri sporcano.

Credo che una soluzione possa essere l’accorpamento dei servizi di raccolta e gestione dei rifiuti mediante l’utilizzo della partecipata Aral, oggi in salute e che partendo da una riorganizzazione dell’esistente tendente a maggiore efficienza potrebbe offrire insieme garanzie per i lavoratori ed un servizio di buona qualità. Questa soluzione non è tuttavia l’unica possibile e questa partita il Comune di Alessandria la gestisce insieme ad altri soggetti, dai Comuni della zona al Consorzio di bacino.

I nuovi Consigli di quartiere dovevano essere operativi entro settembre 2013, ma ad oggi è tutto fermo, in questo modo si perde il contatto con i problemi della città, che cosa risponde?
Nel primo consiglio utile verrà approvata la riscrittura del terzo stralcio del regolamento sulla partecipazione, relativo a istanze petizioni e proposte. Sulla partecipazione territoriale esiste una bozza di regolamento predisposta dal presidente della commissione affari istituzionali. E’ un’utile base di confronto, per una modifica obbligatoria dello Statuto che contiene oggi norme sostanzialmente inapplicabili a riguardo.

C’è chi ritiene che la delibera di passaggio dei dipendenti del Tra ad Alegas sia irrealizzabile e quindi solo un’operazione di propaganda, che cosa risponde?
In consiglio comunale abbiamo votato una mozione che, sfruttando i nuovi margini offerti dalla normativa nazionale (che consente un passaggio diretto di lavoratori dipendenti tra soggetti partecipati), impegna il sindaco a chiedere al presidente di Alegas una valutazione di compatibilità tra piano industriale dell’azienda ed assorbimento di dipendenti provenienti dal teatro, la cui cassa integrazione è in scadenza. E’ una delle strade possibili, speriamo, per salvare quanti più posti di lavoro.

traffico_alessandriaNon è ancora stato attuato un piano della mobilità per ridurre l’inquinamento e per risolvere i problemi di viabilità del centro cittadino, che cosa si aspetta?
Rispondo che Alessandria ha il primato negativo in Italia di inquinamento da polveri sottili. Che la prima causa, sebbene non esclusiva, è data dal traffico veicolare. Occorre dotarsi di un piano di mobilità complessivo che comprenda una zona a traffico limitato ed infrastrutture accessorie alla sua vivibilità. Non si tratta di un problema ideologico, ma di tutela del diritto alla salute dei cittadini: il nesso causale tra inquinamento atmosferico e tumori è dimostrato da tempo. C’è poi l’esigenza di una migliore viabilità e di una piena fruibilità del nostro centro storico. Spero che si definiscano presto in maggioranza soluzioni complessive, tali da poter essere perfezionate e divenire definitive entro la fine del nostro mandato.

Polizia municipaleLa Polizia Municipale da anni non presidia più il territorio, e purtroppo i risultati si vedono, non pensa che si dovrebbero ridefinire i compiti della stessa?
Penso che l’esiguità di personale, cui non possiamo ovviare non solo per carenza di risorse ma anche come sanzione per lo sforamento del Patto di Stabilità, obblighi a concentrare gli agenti sul core business, ossia la circolazione stradale. Sorvolo sull’effetto psicologico che avrebbe per i cittadini, sicuramente positivo, ma aiuterebbe a migliorare la circolazione nei punti critici. Peraltro, seppure non da sola, la polizia municipale è titolare dei compiti di controllo e repressione delle violazioni amministrative delle norme di fonte comunale ed una ridefinizione organizzativa in presenza di organici così ridotti è tutt’altro che facile.

Quindi a questo punto quali sarebbero gli atti rilevanti che hanno sinora caratterizzato l’operato dell’amministrazione comunale?
Siamo passati da meno 46 milioni del consuntivo 2011 al riequilibrio sostanziale del bilancio di previsione del 2013. Di questo bisogna ringraziare innanzitutto gli alessandrini, ma una maggiore oculatezza del nuovi amministratori è evidente. La capacità degli amministratori è stata invece nel riuscire in questo nonostante le avversità normative, dalle ingiuste sanzioni che gli alessandrini pagano per lo sforamento del Patto causato da chi ci ha preceduto all’obbligo di riequilibrio in soli due esercizi, anzi in un anno e mezzo.

Cristo strade bucatePer fare questo si sono richiesti sacrifici, ma si è anche cercato di rendere questi il più possibile trasversali, quando non è stato possibile agire con vera e propria equità. Si è cercato di mantenere la gran parte dei servizi, e si è fatto ogni sforzo per mantenere i livelli occupazionali a tempo indeterminato. L’esempio migliore è stato dato dai servizi educativi e dall’ottimo lavoro a riguardo svolto dall’assessore Gotta. Sui servizi il lavoro non è finito e raccolta dei rifiuti e mobilità sono le prossime sfide. Occorre fare meglio con meno, e per fare ciò occorrono cambi di paradigma amministrativo difficili da improvvisare. Nell’immediato però penso che dovremmo trovare le risorse per asfaltare le strade e i marciapiedi. Le nostre finanze non lo consentono, ma so che il sindaco si sta adoperando per trovare soluzioni altrimenti finanziate. Se mi consente, per un commissario sarebbe stato molto più facile risparmiare. Sarebbe bastato tagliare, chiudere servizi, licenziare.

Se Alessandria uscirà dal dissesto sarà necessario pianificare e realizzare il rilancio della città, ma non sono mai stati effettuati incontri con cittadini, commercianti, associazioni e sindacati per ascoltare opinioni e proposte: perché?
Credo sia opportuno che non solo l’amministrazione ma anche le forze politiche che compongono la coalizione, a partire dal Pd, una volta superato lo scoglio del bilancio riequilibrato avviino un percorso di confronto con la città, a partire dal tema accennato della mobilità che credo si intrecci non soltanto con un’ idea di città vivibile e da valorizzare nel suo nucleo storico e commerciale, ma anche con il tema di una maggiore salubrità dell’aria e quindi con il primario diritto costituzionale alla salute. Credo che parte dell’insoddisfazione nutrita da molti nei confronti dell’attuale amministrazione dipenda dalla mancata conoscenza delle ragioni sottese a molte decisioni, alcune delle quali obbligate. Il passaggio dall’emergenza finanziaria alla re-impostazione del modello organizzativo di città potrà sviluppare migliori sinergie e maggiore coinvolgimento se sapremo diffondere e condividere informazioni e scelte.