Arzani: “Al Galilei per imparare il metodo scientifico”

carlo_arzani_01Con oltre settant’anni di storia (primo anno scolastico: 1942/1943), il Liceo Scientifico Galileo Galilei di Alessandria è certamente una delle scuole superiori più importanti della nostra città.

I numeri parlano chiaro: 756 studenti, 52 docenti, 5 sezioni, 31 aule, 3 palestre e 5 laboratori (chimica, fisica, lingue e due di informatica), oltre a una biblioteca e un’aula video.

Incontriamo il preside del Liceo, l’Ingegner Carlo Arzani (nella foto) nel suo ufficio di Spalto Borgoglio, sede principale dell’Istituto. Con lui proviamo a capire meglio quali opportunità può offrire a un giovane del nostro territorio un Liceo a così forte vocazione scientifica.

LaboratorioFisica_scientifico_calIngegner Arzani, che tipo di scuola è il Liceo Scientifico, e a che cosa serve?
In generale, il Liceo è un percorso formativo propedeutico allo studio universitario. Per il Liceo Scientifico, in particolare, questo percorso deve essere caratterizzato dal metodo consolidato della scienza, strada privilegiata per comprendere la realtà che ci circonda. Come possiamo quotidianamente osservare, il mondo è in continua evoluzione e anche noi, docenti ed educatori, dobbiamo tenerne conto e fornire ai nostri studenti un metodo, quello scientifico, indispensabile per stare al passo con i tempi. È mia intenzione favorire questo processo.

In concreto, questo che cosa significa?
Dal mio punto di vista, significa essenzialmente due cose: potenziare le materie scientifiche e intensificare gli scambi e la collaborazione tra Liceo, Università e mondo esterno. È qualcosa che già esiste e che ha solo bisogno di crescere. Con l’aiuto dei miei colleghi e docenti sono certo che si potrà fare un ottimo lavoro.

Palestra_scientifico_calNell’ultimo rapporto McKinsey sulla occupabilità dei giovani in otto Paesi dell’Unione Europea, emerge una forte difficoltà di rapporto tra scuola e mondo del lavoro. In Italia il 72% degli educatori pensa che i ragazzi abbiano le attitudini di cui avranno bisogno alla fine della scuola, ma solo il 42% degli imprenditori è d’accordo. Lei da che parte sta?
Esiste certamente per la scuola il rischio dell’autosufficienza e dell’autoreferenzialità, che si possono affrontare e risolvere con l’aggiornamento dei programmi e con una nuova mentalità. Per la scuola il confronto con il mondo esterno è fondamentale… lo studente può trarre vantaggio dalla possibilità di verificare l’utilità e l’applicabilità di quello che studia sui libri. La verifica è un pilastro del metodo scientifico, e quindi a maggior ragione deve valere per un Liceo come il nostro.

LaboratorioLingue_scientifico_calE il Galilei quali possibilità di interazione con l’Università offre ai suoi studenti?
Qui ad Alessandria abbiamo intrapreso un proficuo ciclo di conferenze, unitamente a una convenzione con la facoltà di Scienze che permette ai nostri studenti di terza, quarta e quinta di frequentare i laboratori di biologia, chimica, fisica e informatica dell’università. Abbiamo anche un progetto di orientamento con il Politecnico di Torino, ateneo che “assorbe” molti nostri studenti, e teniamo un corso di preparazione al test di accesso alla Facoltà di Medicina.

Che rapporto avete con il mondo del lavoro?
Agli studenti più grandi, nell’estate tra quarto e quinto anno, diamo la possibilità di accedere a stage lavorativi di 4/6 settimane, in diversi settori professionali, sulla base delle indicazioni degli studenti stessi. C’è chi ha fatto lo stage in un laboratorio di veterinaria, chi presso uno studio di architettura, chi nella redazione di un giornale…

LaboratorioInformatica_scientifico_calCon quali risultati?
Eccellenti, soprattutto in relazione a tre aspetti fondamentali: motivazione, orientamento e apprendimento. C’è chi, durante lo stage, ha trovato piena corrispondenza con le proprie inclinazioni, e c’è anche chi ha cambiato idea, verificando concretamente il tipo di attività. Se mi permette, è meglio che questo accada adesso, piuttosto che al secondo anno di università!

Se lei fosse ministro della Pubblica Istruzione, quale riforma metterebbe in atto?
Sicuramente quella dell’autonomia, sia amministrativa che didattica. Ritengo fondamentale che ogni scuola possa modulare la propria offerta didattica in funzione di esigenze di diverso tipo: territoriale, economico, demografico e altro ancora. L’autonomia dovrebbe essere “verso l’alto”, in modo da migliorare realmente l’offerta formativa di ogni Istituto. La legge esiste da tempo (DPR 275/1999), occorre lasciare alle scuole la libertà e le risorse per realizzarla. Credo sarebbe un passo importante per la scuola italiana.

Andrea Antonuccio