Procedono in apparente piena sintonia, il sindaco di Alessandria Rita Rossa e l’ormai ex presidente Amag Pietro Bianchi.
Il primo chiede un incontro al primo cittadino, avvenuto martedì mattina, nel corso del quale rassegna di fatto le proprie dimissioni:
“Ho messo a disposizione il mandato – dichiara – in quanto l’unico interesse che ho sempre avuto è quello di dare una mano a risolvere i gravi problemi della città in cui sono nato, anche a costo di grandi sacrifici personali e professionali. Rimango, quindi a disposizione, se dovesse servire, per continuare a dare una mano in totale trasparenza, onestà e serietà e senza alcuna disponibilità a compromessi e giochetti di sottobosco che non appartengono al mio modo di essere ed alla mia cultura e che comunque sono stati, a mio parere, una delle principali cause del decadimento della situazione italiana. Non ho mai visto il mio mandato di presidente come un incarico politico, in quanto politico non sono, ma esclusivamente come mandato tecnico che deve andare oltre agli interessi delle singole parti e deve mirare al bene comune”.
A breve giro di posta, il sindaco Rita Rossa, preso atto della situazione, chiede lo scioglimento dell’intero cda, con queste parole: “L’ingovernabilità dell’Azienda, che è strategica per l’Amministrazione, è di danno a tutta la comunità alessandrina e a quella dei Comuni soci – commenta il Sindaco -. Non possiamo permettere che queste continue fibrillazioni portino ad uno stallo paludoso in cui Amag perde in autorevolezza e credibilità, in un momento molto delicato della vita di questa Partecipata.
Ho, quindi, deciso di chiedere l’azzeramento di ciò che rimane del CdA per dare alla Società un governo che le permetta di proseguire sulla linea di risanamento e di recupero del prestigio aziendale. La politica ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità. La mia richiesta di convocare l’Assemblea dei Soci ha la finalità di rimuovere ogni ostacolo che impedisca una governance adeguata per Amag.
Alla vigilia dell’approvazione definitiva del Bilancio Stabilmente Riequilibrato, dopo quasi due anni di sacrifici imposti alla città, il duro lavoro per rimettere a posto i conti dissestati lasciati dalla precedente Amministrazione, di scelte dolorose ma indispensabili, nel momento in cui sta per aprirsi una fase nuova che guarda al futuro e al rilancio della città, un soggetto come Amag è indispensabile per la sua capacità di investimento e per la gestione di servizi pubblici essenziali.
Quindi se, in questa fase, c’è ingovernabilità di fatto, che pregiudica la possibilità di fare scelte, va eliminata.
Sono decisa, dopo essermi, in questi due anni, assunta il grave onere del risanamento, a creare tutte le condizioni perché le nostre aziende possano riprendere a pieno ritmo e concorrere insieme alle politiche comunali al rilancio della città.
Se questo vuol dire azzerare il CdA, facciamolo, per guardare al futuro e non rimanere immobili.
Ringrazio Pietro Bianchi che ha messo a disposizione il suo mandato per facilitare la soluzione della crisi”.
E ora cosa succederà? Che la situazione della ex (?) cassaforte di Palazzo Rosso presentasse diverse criticità (sia sul fronte dei conti, che nella confusa prospettiva della ‘gara del gas’) era evidente da mesi. Che ci fosse all’interno del gruppo anche un oggettivo problema di rapporti a livello manageriale (con la scarsissima affinità tra il presidente Bianchi e l’amministratore delegato Gianpiero Borsi) era altrettanto palese, tanto che questo fu, nelle scorse settimane, uno dei motivi di tensione all’interno della maggioranza di Palazzo Rosso, con ‘l’auto congelamento’ dei Moderati di Cesare Miraglia (da sempre refrattario all’approccio aziendalista privatistico di Bianchi, e sostenitore di Borsi). Nelle prossime ore, o giorni, la matassa dovrebbe essere in qualche modo ‘sbrogliata’. In che direzione, e con quali scelte, lo vedremo.
E. G.

