L’enigma nello sguardo e nell’anima di Lorenzo Lotto [Very Art]

Lotto apertura Ritratto di Lucina Brembati 1518-1523di Cristina Antoni

C’è un enigma non svelato, una smorfia, un’innegabile magia nello sguardo che avvicina ed emoziona lo spettatore negli intensi e suggestivi ritratti di Lorenzo Lotto, uno dei ‘grandi’ pittori del Rinascimento, fortemente rivalutato nel Novecento dalla critica, ora presente in una breve (13 opere) ma intensa e preziosa mostra  al Castello di Miradolo, Pinerolo (To): I volti e l’anima cap. II. Segue infatti la precedente mostra dedicata ai ritratti di Tiziano Vecellio svoltasi nella primavera scorsa.

Promossa dalla Fondazione Cosso e curata dal professor Vittorio Sgarbi la mostra dedicata a Lotto, visto il successo di pubblico,  è stata prorogata fino al prossimo 2 marzo.
La location, il Castello di Miradolo, dimora storica piemontese immersa in un parco di alberi secolari e di notevole grandezza  introduce in un ambiente soffuso e curato nei particolari, veli bianchi accompagnano l’intero percorso svolto su due piani, suggestioni musicali (Schonberg, Sant Saens) del primo Novecento immergono i visitatori in un’atmosfera rarefatta che ben si affianca all’inquietudine che emerge dai dipinti del Lotto.

Il piano terra è dedicato ai quattro meravigliosi ritratti che da soli valgono un’intera mostra, e illustrano l’incredibile capacità dell’artista, grande anticipatore dell’introspezione psicologica, di indagare nell’animo umano rendendogli adeguato volto.

Lorenzo Lotto nacque a Venezia nel 1480 e si trovò quindi a dover competere con la grande scuola dei pittori veneziani, da Giovanni Bellini, il maestro di tutti, a Carpaccio, Giorgione, al grandissimo Tiziano, del quale sicuramente subì molte influenze, ma si considerò e fu considerato sempre un minore, si allontanò da Venezia per soggiornare nel bergamasco e poi al termine della vita nella quiete delle Marche, luoghi dove possiamo trovare testimonianza delle sue bellissime opere.

Forse perché in realtà apparteneva ad un altro tempo, i tempi appunto li precorse e, influenzato anche dalla pittura di Durer, realizzò opere che solo verso la fine dell’800 e soprattutto nei primi anni del Novecento furono veramente comprese nella loro bellezza e profondità, in particolare per iniziativa del grande studioso d’arte Bernard Berenson..

Quasi in un dialogo a tu per tu, il primo incontro del percorso espositivo è con ilLotto apertura Ritratto di giovinetto col petrarchino 1524-1527 ‘Giovinetto col petrarchino’, olio su tavola realizzato tra il 1524 e il 1527 facente parte della Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.
Il ritratto è rappresentato in uno spazio sintetico per catturare l’attenzione  dell’osservatore sulla profondità psicologica del personaggio. L’espressione ‘furbetta e pettegola’, per dirla con il curatore, rapisce la curiosità di chi lo osserva aprire o chiudere il libro mentre si leva un guanto…’.l’occhio è grande come quello di un ciclope’…(Anna Banti).

I ritratti di Lotto hanno la capacità di presentare i personaggi a cuore nudo, disarmati, ci mostrano il loro mondo interiore…come in una seduta di psicanalisi. Fantastico anche il ritratto di Lucina Brembati. Lotto preferiva dipingere gli uomini, ma in questo caso ci regala un ritratto di donna di mezz’età molto particolare, contenente un rebus. Lo sfondo è in parte esterno, un paesaggio, uno splendido cielo notturno con luna che svela l’arcano del nome LU CI (incise in essa) NA ed in parte è un interno sfarzoso e damascato. La donna pare voglia far mostra di sè e del suo livello sociale pur non essendo bella. Si adorna di perle e tessuti preziosi, porta in capo la ‘capigliara’, parruccona di capelli finti intrecciati e adornata di fiocchetti (usava molto nel Veneto del Cinquecento). Pare in gravidanza, con una mano sul ventre (forse a sottolineare una maternità desiderata e negata), la pelliccia di donnola rappresenta l’ostilità ma al collo i gioielli paiono inneggiare alla fortuna. L’insieme è di grandissimo fascino, pare quasi di sentirla parlare.

Lotto Ritratto di Fiorante Avogaro . 1543Questa è la forza dei volti meravigliosi di Lorenzo Lotto, che sembrano prender vita al solo sguardo. Bellissimi anche i ritratti del giovane dalla sconosciuta identità, dallo sguardo penetrante e del quale si può indovinare l’ansia ed intuire lo stato della mente e del cuore….e di Fioravante Avogaro, nobiluomo con in mano una lettera.

Al piano superiore vi sono i dipinti dell’anima, a sfondo religioso, bellissimi e toccanti come la Madonna con bambino proveniente dalle collezioni del Quirinale, intima e dolcissima, con il Bambino dallo sguardo invitante alla preghiera. Notevole anche il San Girolamo in meditazione del 1509 : l’uomo coperto solo da un mantello rosso è seduto sulla terra Lotto San Girolamo in meditazione, 1509arida ed intento a studiare i sacri testi; collocato in uno spazio temporale ben preciso, Castel Sant’Angelo, rappresenta il santo più studioso che penitente, che lotta contro le tentazioni.

Curioso anche l’accostamento della piccola tela ‘Trasfigurazione’ dell’inquieto Lorenzo all’anima inquieta di Giacomo Leopardi. Il dipinto infatti fu acquistato da Monaldo, il padre di Giacomo, nel 1805 e rimase sempre a Recanati. Chissa’ se l’inquieto poeta avrà ammirato e percepito le inquietudini di Lotto prima di lasciare il ‘natio borgo selvaggio’?