Re Giorgio e il Grillo Parlante: chi vi ha delusi di più? [Controvento]

Grillo Napolitano 2di Ettore Grassano

Chi vi ha delusi di più, dei due? Questa ci pare la domanda più corretta, dopo aver ascoltato in parallelo e in diretta (e poi riascoltato e riletto separatamente, in differita) i discorsi di fine anno del presidente della Repubblica Napolitano,
e del leader del principale partito di opposizione  non solo al governo Letta, ma al regime che Napolitano incarna come forse nessun altro, essendo nei palazzi del potere dalla metà del secolo scorso. Pazzesco, ma in Italia così funziona: chi comanda, comanda fino ad estinzione fisica, e continuando, con il ditino alzato, a lanciare moniti di rinnovamento. Del resto il chiagni e fotti è il nostro vero sport nazionale, a tutti i livelli e con pochissime eccezioni.
Come se i responsabili fossero sempre altri, e oscure le forze che si oppongono alla trasformazione dell’Italia in democrazia magari non matura (esageruma nen: per quello ci vorrebbe anche un elettorato maturo, neh!), ma almeno normale e dignitosa.

Insomma, Napolitano ha fatto il suo, da gran professionista. E altro nonNapolitano 5stelle poteva dire: ha citato italiani qualunque e perbene, che gli scrivono e si dichiarano pronti a grandi sacrifici, purché li si faccia insieme (deve conoscerli tutti lui, costoro: perché gli italiani e alessandrini comuni che incontriamo noi ogni giorno la raccontano un po’ diversa). Ha detto che il peggio è passato (come sempre, in tutti i suoi discorsi da presidente), e che siamo un grande Paese che troverà la forza ecc ecc…Se qualcuno prima della fine ha cambiato canale, per dedicarsi al cenone, ha perso poco.

Ma anche Grillo, diciamocelo, non ha aggiunto una briciola di novità al suo cliché. Mescolando verità sacrosante sulle modalità con cui questo Paese viene governato dalla sua classe dirigente in senso lato, e non solo politica (6 anni per accorgersi che una legge elettorale è anticostituzionale, tanto per citare un esempio recente). Inefficienza ed ipocrisia cialtrona come base fondante della Repubblica. Epperò mostrando anche, ancora una volta, tutta la sua debolezza quando si tratta di parlare di grandi temi economici e di scelte strategiche: “forse usciremo dall’euro, magari faremo un euro a due velocità, oppure no, vedremo”. Vedremo un piffero: per il popolo sarebbero conseguenze terribili. E del resto, lo abbiamo già ribadito, al Movimento 5 Stelle, se anche avesse il 60% dei consensi reali, non sarebbe consentito di governare: le grandi scelte macroenomiche e finanziare non le prendono i popoli. Men che meno un popolo politicamente immaturo come il nostro.

D’altra parte se leggete in rete un po’ di commenti dei militanti ‘grillini’, perplessità di varia natura ne cogliete parecchie, e non a torto.

Insomma, l’anno comincia da dove è finito quello prececente, e non poteva essere altrimenti. Ma davvero gennaio e febbraio saranno decisivi per l’assetto politico nazionale (e pure per quello piemontese)? Forse sì: l’immobilismo sostanziale che ci caratterizza da sempre non sembra più essere sostenibile, e se anche non succedesse nulla, sarebbe a questo punto pure quella ragione perché qualcosa di forte accada. Monitoreremo e parteciperemo, con doverosa cautela ma mai senza speranza.