Uno sguardo sul ponte #5 [Un tuffo nel passato]

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frisina_caldi Tony Frisina.

Il nostro vecchio ponte sul Tanaro, quello che collegava la città alla fortezza ed all’omonimo quartiere, era luogo di transito ogni giorno per migliaia di persone e luogo di passeggio domenicale per singoli e per famiglie.

Articolo d’epoca per questa cartolina: Valorosi in Africa Orientale Italiana.

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La medaglia d’Oro Francesco Biffi

Il Viceré di Etiopia Maresciallo Graziani ha concesso sul campo la medaglia d’oro al valor militare alla memoria del sergente maggiore Francesco Biffi, dell’11° reggimento Artiglieria, morto il 17 febbraio nell’ospedale «Vittorio Emanuele» di Addis Abeba, in seguito a grave ferita riportata il 20 gennaio a Chevenna, durante un’operazione di rastrellamento. Nativo di Faenza, il Biffi risiedeva da molti anni in Alessandria. L’azione che ha rivelato il suoi eroico spirito di sacrificio, meritandogli la massima ricompensa al valor militare, è stata così narrata da un commilitone che assistette al glorioso episodio.

«Lasciato (il Biffi) il posto di artificiere, volontariamente si arruolava nella banda indigena, al cui Comando veniva addetto. In venti combattimenti sostenuti si era guadagnate, oltre alla fiducia dei superiori e alla stima degli inferiori, una medaglia d’argento ed una di bronzo. Nell’ultima settimana di gennaio, nel combattimento della colonna del generale Geloso e cioè nel suo 21° combattimento, riportava una ferita d’arma da fuoco nel petto, quasi all’altezza della spalla sinistra; ricoverato momentaneamente nell’infermeria provvisoria e medicato sommariamente, era in attesa di partire con la prima ambulanza di passaggio per essere ricoverato all’ospedale, quando – eran trascorsi 25 minuti dal ferimento – si riaccendeva il combattimento. Il Biffi non aveva un minuto di esitazione; con la mano destra si metteva al collo il sacchetto delle bombe, vi appendeva il braccio sinistro immobilizzato dalla ferita e si portava alla testa della sua banda. Una mitragliatrice si «faceva troppo sentire» e disturbava l’azione dei nostri: occorreva farla tacere. Biffi si getta a terra col pugnale tra i denti e con il solo aiuto del braccio destro cammina carponi; a quattro metri dall’arma nemica, ecco lo slancio decisivo: passa il pugnale nella mano destra e spicca il salto. Una pallottola lo colpisce ledendogli il polmone destro, ma il Biffi, gravemente ferito, pugnala ugualmente il nemico; un Baluk-Basci, che aveva osservato tutta l’eroica azione, si precipita a soccorrere il Biffi e lo porta sino al posto di medicazione».

La motivazione della medaglia d’oro concessa alla memoria di Francesco Biffi è la seguente:
«Colpito due volte, a cinque metri, da una mitragliatrice nemica mentre intorno a lui cadevano i gregari, sapeva far tacere lo spasimo delle ferite e spronare ancora, in supremo sforzo, i compagni alla lotta lanciandoli al successo».

Il 9 maggio, giorno annuale della fondazione dell’Impero, il Duce ha consegnato, in Roma, l’aurea ricompensa alla madre dell’Eroe, signora Palmira Ratti vedova Biffi, alla quale il Prefetto Soprano ha fatto giungere il seguente telegramma: «Mentre oggi in Roma imperiale dalle mani del Duce riceve il massimo segno del valore decretato alla memoria dell’eroico suo figlio Francesco, intera provincia di Alessandria con ammirazione profonda è con me presente in ispirito intorno alla madre del glorioso Caduto per la Patria».

La piazza Tanaro di Alessandria è stata intitolata, con recente deliberazione podestarile, al nome della Medaglia d’oro Francesco Biffi.

Alexandria – Rivista mensile della Provincia – Anno V – Numero 4-5 – Alessandria, Aprile-Maggio 1937