Sabato scorso ha digiunato, per sollecitate l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, il tanto criticato Porcellum. “Tutto molto semplice, basterebbe volerlo”, come dice lui nella nostra chiacchierata. Chissà se anche a Roma la pensano così. Intanto però con Germano Marubbi, 38 anni, assessore al Bilancio del comune di Novi Ligure, ‘renziano’ della prima ora, parliamo anche d’altro: perché non si è candidato alle primarie del centro sinistra per il post Robbiano, ad esempio, e chi sostiene alle prossime primarie comunali novesi del Pd. Ma anche cosa farà ‘da grande’ (politicamente, si intende), e se lo farà all’interno del Partito Democratico. E, poiché Marubbi si appresta a diventare papà a giorni, segnaliamo una ‘chicca’: sul nome del nascituro si è già aperto un dibattito pubblico: e che dibattito!
Assessore Marubbi, partiamo dal suo digiuno di sabato scorso: servono a qualcosa queste ‘pannellate’? Il Porcellum sarà finalmente abrogato, e che tipo di legge elettorale sarebbe auspicabile in questo momento?
Ho digiunato per 24 ore insieme a centinaia di cittadini che attraverso il web hanno inviato le loro adesioni. Tutti uniti per sostenere Roberto Giachetti, vicepresidente Pd della Camera, che è disposto a un sacrificio personale così forte per una causa giusta: il no alla legge elettorale Porcellum. L’ho incontrato lo scorso anno alla stazione Leopolda a Firenze, durante la riunione dei comitati per Matteo Renzi, quando era a metà del suo primo sciopero della fame per la riforma elettorale. Bisogna guardarlo bene da vicino, nel corpo di una persona, l’impegno e il coraggio di scegliere il digiuno come forma di protesta. Mesi fa aveva proposto una mozione parlamentare per abrogare subito questa legge e tornare al maggioritario: se l’avessero approvata oggi non rischieremmo di tornare a votare con una legge che non garantisce maggioranze certe e nega agli elettori la scelta dei parlamentari. Poi io sono sempre stato per il maggioritario di collegio, a turno unico e senza aggiunte e correzioni messe lì per soddisfare le esigenze delle burocrazie di partito. Tutto molto semplice. Basterebbe volerlo.
Lei, ‘renziano’ della prima ora, come vede oggi la situazione del Pd? C’è chi dice che siete l’unico partito organizzato del Paese, ma non si capisce con quale progetto…
Ho sostenuto Matteo Renzi alle primarie per il Premier perché il Pd, per vincere e governare, avrebbe dovuto cambiare tutto. E i fatti ci hanno dato ragione: il Pd di Bersani non è riuscito a rendersi credibile e ha perso.
Da qui si riparte con un congresso che dovrà fare chiarezza su molte questioni, ma che ha bisogno di Matteo come segretario e di un gruppo dirigente tutto nuovo. Il progetto è chiaro e ne parliamo da almeno un anno, basta aver voglia di ascoltarlo per ridare speranza e prospettiva al Paese. Evitando le sabbie mobili del neo-centrismo da larghe intese permanenti e la deriva della demagogia. No al finanziamento pubblico dei partiti, più educazione, energia ed equità, più Europa e finalmente un po’ di entusiasmo. La più importante scommessa è quella sulla scuola, ma serve anche una riforma della giustizia perché l’Italia altrimenti non funziona.
Marubbi, parliamo di amministrazione locale. Lei è assessore al Bilancio del comune di Novi, a fine del secondo mandato. È diventato davvero così ‘improbo’, in questi ultimi anni, il ruolo dell’amministratore locale?
In questi anni tutto si è complicato: i comuni hanno meno risorse, nuove emergenze causate dalla crisi e la solita confusione normativa. Quest’anno, per esempio, la scadenza per approvare i bilanci di previsione è stata rimandata a fine novembre. Quindi il compito è improbo se ti confronti con qualcuno che non ha capito quanto l’Italia sia cambiata negli ultimi anni, magari perché si è trovato al riparo dalla crisi e dalle sue conseguenze. In quel caso diventa quasi impossibile riuscire a spiegare che certe cose, alle quali si era abituati negli anni della spesa allegra e senza controllo, oggi non si possono più fare. Ma la maggior parte dei cittadini comprende e dà una mano.
Consegnate un comune in buono stato di salute a chi verrà dopo?
Abbiamo i conti in ordine: il 2012 ha chiuso a +700mila euro. Abbiamo ridotto l’indebitamento per mutui di oltre un quarto e contenuto le spese ripetitive, anche quelle per il personale. Ci siamo assunti la responsabilità di risolvere i problemi finanziari creati dalle decisioni dello Stato, evitando la facile scorciatoia di scaricarli sui prossimi anni e su chi verrà. Abbiamo chiuso le situazioni più rischiose, a partire dai derivati. Abbiamo cancellato decine di milioni di euro di crediti non più esigibili. Abbiamo allineato le entrate previste agli incassi effettivi. Sì, direi proprio che lasciamo un comune in buono stato di salute finanziaria.
Perché non si è candidato alle primarie del Pd, e perché, fra i tre candidati (renziani, tutti quanti) in corsa sostiene Simone Tedeschi?
Non mi sono candidato perché da due anni vivo, lavoro e ho famiglia a Milano. E così non si può fare il sindaco pendolare di Novi Ligure. Ma c’è un problema che va oltre la mia persona: può darsi che vada bene così, ma ho l’impressione che stiamo limitando la scelta a pensionati, dipendenti pubblici o persone che già vivono di politica. Non mi sembra granché. Quindi io sto con Simone Tedeschi. Perché dobbiamo smettere di pensare che Novi o la nostra provincia siano comunità “vecchie e conservatrici” (così mi ha detto qualcuno…) pronte a votare – sempre e comunque – per l’usato sicuro. Simone è un uomo intelligente di 33 anni ed è stato un ottimo assessore alla cultura e al turismo, di quelli che non spendono soldi a vanvera per farsi belli con lustrini a paillettes, ma che lavorano per qualificare la spesa pubblica in un settore dove gli sprechi sono invece considerati normali. È un professionista, che conosce e studia la politica e l’amministrazione locale: ha una sua società di ricerche demoscopiche e sociali. Ed è un uomo dell’oggi che vive nel presente e guarda al futuro. Che non è poco, specie guardando la concorrenza e non solo quella interna al Pd.
Non teme che la vostra piccola Stalingrado nel 2014 rischi grosso? Potrebbe esserci un ‘terremoto’ 5 Stelle a Novi?
Non lo so. Io cerco di dare una mano perché chi è deluso dalla politica trovi nella proposta del Pd qualcosa di interessante. Sono per il ricambio generazionale e il rinnovamento dei gruppi dirigenti. Se il Pd saprà svolgere questo ruolo vincerà anche le elezioni comunali di Novi Ligure. Sennò potrebbe succedere qualunque cosa. C’è però una cosa che i candidati del Pd possono fare, da subito, per garantire la vittoria agli avversari: basare la campagna per le primarie sulle critiche all’amministrazione perché non ha fatto tutte le meravigliose cose che NON si possono fare quando NON ci sono i soldi per farle. Ecco, questo nuocerebbe al Pd. Quanto ai Cinque Stelle, ultimamente sono molto arrabbiati con me. Ho letto ciò che scrivono: ci sono persone animate da un forte entusiasmo, che studiano i problemi e cercano soluzioni. Però, se parti dal presupposto che tutto va male e che gli altri sono tutti incapaci o delinquenti, è difficile aprire un dialogo anche su cose su cui si potrebbe andare d’accordo. E se imposti il tuo lavoro su questa linea “rivoluzionaria”, poi si sente meglio chi grida più forte, non chi ha le idee più ragionate e interessanti.
Lei è ancora iscritto al Pd di Novi, o si è trasferito a Milano? E comunque continuerà a fare politica all’interno del Pd?
Io sono iscritto al Pd a Novi e cerco di aiutare quando, come e dove posso. Sto partecipando alle attività dell’associazione Adesso!Milano e conto di impegnarmi di più nel Pd milanese, anche perché la passione per la politica non è una cosa che si indossa e si smette come un cappotto. Ma si può fare politica anche senza che diventi una carriera e senza l’ossessione di avere un posto. Alcuni “amici” del Pd locale, mentre si spartivano poltrone e poltroncine, hanno trascorso gli ultimi due anni a chiedersi “Che cosa vuole Marubbi?”. Qualcuno di loro oggi mi rimprovera di non essere in campo per le comunali di Novi. Che si calmino, per piacere. E sappiano che non sparisco dalla circolazione: solo, sarò più libero di battermi per le cose che ritengo giuste. Lo farò dove avrò il tempo e la possibilità di farlo. E loro dovranno farsene una ragione.
Marubbi, ce lo consente un pettegolezzo personale, vero? In questi giorni lei diventerà papà, e gira voce che suo figlio potrebbe chiamarsi ‘Matteorenzi, tutto attaccato”: davvero se la sente di prendersi una simile responsabilità semantica?
Ha presente quel film dove il militante comunista vuole battezzare il figlio “Libero Lenin” e Don Camillo lo convince invece a chiamarlo Giuseppe (come Stalin), Carlo (come Marx) e Giovanni (… come il segretario della locale federazione comunista)? Ecco, più o meno stiamo cosi. Anche perché Matteo, che considera il “renzismo” una malattia, non sarebbe troppo felice di un simile culto della personalità. A parte gli scherzi, credo che il nome lo decideremo all’ultimo momento: siam fatti così… E spero che se un giorno mio figlio rileggerà questa o altre mie interviste mi perdonerà qualche stupidaggine e saprà apprezzare, in suo padre, un po’ di libertà e di onestà intellettuale. Questo è l’esempio che vorrei dargli.
Ettore Grassano