Bilancio riequilibrato, dissesto, procedura semplificata: purtroppo c’è L’O.S.L.!

Comune Alessandria 4di Mauro Traverso

La procedura del dissesto amministrata dall’O.S.L. ( i Commissari) ha prodotto il primo risultato provvisorio: l’attivazione della procedura semplificata di pagamento del debito da parte del comune.

Andiamo con ordine.
L’O.S.L., dopo aver proceduto alla acquisizione dei crediti vantati dai fornitori verso il comune iscritti nella massa passiva, averli controllati e ammessi, averne stimato provvisoriamente l’ammontare, è passato alla fase di pagamento del debito.
    
Il dissesto prevede tre tipologie di ammortamento del debito:
1.    la Procedura semplificata,
che prevede la richiesta al comune se intende aderire alla procedura semplificata pagando subito il debito, mettendo immediatamente a disposizione i soldi necessari, ma risparmiando mediamente il 50%, se i creditori accetteranno la transazione. Ottenuto l’assenso del comune, l’O.S.L. chiederà immediatamente a ogni singolo creditore se intende aderire all’offerta  di accettare una transazione con la rinuncia mediamente al 50% del credito vantato, che sarà definitivamente perso, in cambio di ricevere subito il pagamento del restante 50%. Il comune ha 30 giorni per aderire, così come i creditori avranno 30 giorni di tempo per accettare dalla notifica dell’offerta.
2.    la Procedura ordinaria,
molto più lunga (anni) che prevede teoricamente il pagamento di tutto il debito. Molto più caro per il comune, per i creditori il dover aspettare anni senza avere la certezza di un totale pagamento.
3.    la procedura Straordinaria,
che viene attivata quando ne la prima ne la seconda risolvono definitivamente il problema. Caso straordinario, sino al 2010 mi sembra mai attuata.

Vediamo di conoscere meglio la procedura n. 1, quella semplificata che ora è in essere.   
L’O.S.L. con delibera 167 del 5 luglio scorso, dopo aver quantificato nel dettaglio le risultanze della massa passiva (le insinuazioni dei creditori), ha quantificato in circa (provvisoriamente) 83.350.000 euro l’ammontare necessario, che deve sborsare il comune (non esiste più il mutuo a carico dello Stato – vedi riforma titolo V Costituzione del 2001-), per utilizzare detta procedura, stabilendo in 30 giorni il termine dato al comune per pronunciarsi, se accetta o meno, con l’impegno ad individuare le risorse finanziarie necessarie alla liquidazione.

La Giunta comunale, con delibera n. 206 del 1° agosto 2013, ha aderito alla proposta di procedura semplificata, impegnandosi genericamente a reperire le risorse necessarie “nei tempi e con le modalità compatibili con il mantenimento dei livelli minimi essenziali di erogazione e produzione dei servizi pubblici per la Comunità di Alessandria” (?).

Poiché la procedura semplificata ha un senso solo se si riesce a proporre le transazioni e pagare il dovuto in tempi rapidi, altrimenti tra aspettare anni e prendere la metà e aspettare per cercare di prendere il 100%, nessuno sarà disposto a transare. Un impegno così indeterminato rischia di renderla inattuabile causando un possibile danno alla comunità che dovrà prepararsi a pagare il 100% del debito anziché il solo 50% possibile.
Si afferma chiaramente a pag. 56 nello studio del Ministero dell’Interno “Il dissesto finanziario degli enti locali alla luce del nuovo assetto normativo” anno 2010: < Tale procedura oggi può essere eseguita solo se l’Ente ne decide l’adesione impegnandosi a mettere a disposizione immediatamente le risorse finanziarie necessarie >.

Comunque, l’O.S.L., sulla base delle cifre realmente disponibili, si attiverà subito proponendo la transazione ai creditori, i quali avranno 30 giorni di tempo per accettare o meno. Se non accettano la cifra disponibile, sarà accantonata per la successiva procedura ordinaria, e così via sino a che ci sono soldi disponibili. Viste le condizioni del comune, la previsione di vendita del patrimonio disponibile (immobili e proprietà finanziarie – quote di aziende partecipate, ecc.) certamente non facile e immediata, la vedo dura l’attuabilità di questa procedura semplificata.

In alternativa, esiste la possibilità di accendere un mutuo, a carico del comune, al posto di vendere il patrimonio disponibile, per reperire le risorse finanziarie necessarie al pagamento del passivo. Certamente questo causerebbe il dover prevedere in ogni bilancio di previsione l’inserimento della rata di mutuo da pagare ogni anno. Diminuirebbero sensibilmente le disponibilità per coprire le spese ordinarie del comune e per i servizi ai cittadini.

Veniamo ora ai famosi 32 milioni di credito insinuato nella massa passiva del dissesto dal comune e quindi contro se stesso.

Il dettaglio della motivazione è descritto nella mia precedente nota n. 1 intitolata Bilancio riequilibrato: meno male che c’è l’O.S.L.!

Brevemente la rispiego.

Il dissesto è stato deliberato il 12 luglio 2012 e riguarda i conti sino al 31 dicembre 2011. Ovviamente dal 1° gennaio al 12 luglio, il comune non è stato chiuso e ha continuato a funzionare. Nel periodo intercorso tra queste due date (1° gennaio – 12 luglio) ha incassato crediti vecchi (residui attivi) ed eventualmente pagato debiti vecchi (residui passivi) maturati sino al 31-12-2011.

Dalla data di dichiarazione del dissesto il comune non deve più pagare i vecchi debiti (residui passivi).

Da quella data tali crediti e debiti sono ora di esclusiva competenza dell’O.S.L. e il comune deve versare nel c/c dell’O.S.L. i soldi che ha incassato per crediti vecchi (residui attivi) nel periodo 1° gennaio – 12 luglio.

Se nello stesso periodo ha pagato debiti vecchi (residui passivi), il comune ha diritto di compensare il pagamento di detti debiti con l’incasso dei crediti vecchi (residui attivi). Se ha incassato più crediti rispetto ai debiti pagati, versa la differenza nel c/c dell’O.S.L.. Se invece ha pagato più debiti di quanti crediti ha incassato, il comune ha diritto ad insinuare la differenza nella massa passiva, per recuperare quanto ha pagato, in quanto è come se si fosse sostituito agli originari creditori (una sorta di sostituto di creditore).

Alessandria ha pagato più debiti che incassato crediti, pertanto ha diritto a insinuare il pagato in più alla massa passiva del dissesto. La differenza è appunto di 32 milioni.

In passato quando esisteva il mutuo a carico dello Stato per pagare una buona parte dei debiti di dissesto, il comune riusciva a incassare tale cifra che rappresentava un’entrata straordinaria. Ora che lo Stato non ci mette più un becco di quattrino è il comune che paga tutti i debiti, compreso il suo debito/credito.

Che senso ha oggi insinuarsi nella massa passiva poiché il credito sarà si acquisito dal comune ma al contempo, non esistendo più il mutuo a carico dello Stato, sarà lo stesso comune a doverlo pagare? Sembra un’inutile operazione.

Solo se si attivasse l’accensione di un mutuo sopra citato, si potrebbe avere subito tutto il credito (ridotto al 50% – 16 milioni – se transato) e ripagato poco alla volta con le rate. In pratica un prestito.  Occorre ricordare che l’O.S.L. con la delibera n. 233 del 3 ottobre ha stabilito i criteri  e le norme per la procedura semplificata. In essa si è stabilito che il credito del comune sarà l’ultimo a essere pagato. Ovviamente se il comune avrà messo a disposizione i soldi.

Nelle ipotesi di bilanci riequilibrati, non si rileva la previsione dell’impegno a pagare il debito di 83,350 milioni né quello dei soli 32 milioni tra le spese previste o altra sezione o capitolo.  Si rileva solo l’indicazione nella sezione entrate dei 32 milioni al titolo III° ” entrate extra tributarie – proventi diversi € 32.968.542,00″, opportunamente svalutati al 50% per € 17.365.170,00 per adesione alla procedura semplificata  in apposito fondo. Del restante 50% da finanziare non esiste nessuna previsione di spesa.

Rispetto ai debiti del comune, nella quantificazione dell’O.S.L., che è provvisoria, mancano i debiti fuori bilancio pari a 26,5 milioni non ancora definiti. Si tratta di spese non preventivamente previste e autorizzate e che sono giustificate solo se ricadono nella previsione del Testo unico (art. 191), in pratica spese che non era possibile prevedere.

L’O.S.L., dovrà verificarli e pronunciarsi in merito. Se saranno giustificate, si ammetteranno al passivo.

Inoltre mancano i debiti (residui passivi) relative a poste non di competenza dell’O.S.L. per previsione di legge, che rimangono a carico diretto del comune, amministrativamente, contabilmente ed economicamente. Nell’ultima Commissione bilancio il Ragioniere Capo ha dichiarato che ammontano a circa 59 milioni di euro (se ben ricordo).

Questa è la procedura semplificata, in breve.