5 domande a…Ilaria Bellantoni

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Bellantoni pensieriIlaria Bellantoni è nata a Novi Ligure e da piccola sognava di fare la strega: ha deciso di scrivere perché certi incantesimi non le sono mai riusciti. Però ha viaggiato molto e lavorato per chiunque, dal Giornale all’Espresso passando per Io Donna, Musica di Repubblica, Max, Novella 2000, Elle, Marie Claire, Traveller, Flair. Poi, due anni fa, si è fermata a Myself, Condé Nast, un successo editoriale da 400mila copie al mese. Intervista gente famosa e fa domande parecchio imbarazzanti in ognuna delle tre lingue che conosce. Per questo, gli artisti stranieri sono la sua specialità: certe sfumature non le colgono. Dice che smetterà di fare la giornalista solo quando Madonna le concederà almeno mezzora di chiacchiere. Dopodiché se ne andrà in Australia e si dedicherà ai koala. Per ora vive a Milano in una casetta tutta rosa, anche se sua figlia Berenice ne preferirebbe una fucsia. A ottobre dovrebbe nascere il suo secondo bebé e si chiamerà Vittorio Matteorenzi. Indovinate perché?

Ilaria, da novese che da molti anni vive a Milano, cosa ti manca e cosa detesti della nostra provincia?
Mi mancano le olandesine del bar Elvezia di Novi (quelle degli anni ’80, però), i campi di pannocchie, le corse in collina, i miei 17 anni con Sara e Morena, le mie migliori amiche di sempre. Eppoi odio: il fatto che ci si conosca tutti e che il controllo sociale impedisca di vivere liberamente le proprie passioni/debolezze; la folle velocità con cui si diffondono notizie fantasiose sulla tua vita privata e che riescono perfino a rovinartela, se non ci ridi sopra; i jeans sopra il ginocchio e i pantaloni a pinocchietto che ormai vedo solo addosso ai novesi; la gente che se ne va in giro perennemente in tuta; quelli che si comprano il Suv a rate e poi vivono in affitto nel centro storico; le felpe sopra alle camicie la domenica e le Hogan di tutti i colori (ma soprattutto quelle beigette); le ragazze troppo truccate.

Montanelli IndroFai la giornalista e lavori in un femminile di successo: che consiglio daresti a un/una giovane davvero interessati alla professione?
Di cercarsene un’altra, come già mi aveva consigliato Indro Montanelli quando andai a trovarlo a casa sua: «Ilaria, il giornalismo è morto. Sei giovane, pensa a un altro mestiere». Ed era solo il 1994. Ora la carta stampata è in piena, drammatica crisi e ci sono freelance che scrivono per 5 euro a pezzo, altri che lavorano gratis, molti che si riciclano come camerieri. L’altro giorno una giovane collega mi ha chiamato per proporsi come tata. È, praticamente, la fine. Solo chi è davvero molto motivato e ha talento oggi vive di scrittura. Oppure chi è abbastanza incosciente da voler a tutti i costi realizzare il proprio sogno: ma come diceva Steve Jobs funziona solo se hai fame e sei abbastanza pazzo da credere che tutto sia possibile.

 

Tre anni fa hai pubblicato un libro di successo, Lo chef è un Dio (Feltrinelli) unBellantoni chef piccolo caso editoriale, polemiche incluse. Hai anche imparato a cucinare?
No, però sono diventata una persona migliore. Una specie di santa protettrice di tutti i cuochini sfruttati e derisi d’Italia. Mi scrivono ancora per ringraziarmi della franchezza con cui ho descritto le angherie a cui i sedicenni usciti dalle scuole professionali si lasciano sottoporre in nome della haute cuisine. E io mi commuovo ogni volta che si fanno vivi perché sono giovani e inesperti e perlopiù maschi e io mi sento una specie di zia. Comunque noi uno chef in famiglia l’abbiamo: è mio fratello Dario che ha aperto un ristorante a Londra, Bellantoni’s. Piatti della nonna e musica reggae. Segnalati su New York Times, Times, Evening Standard, Time Out. Roba seria, insomma.

 
E dei politici locali che ci dici?
Si tramandano ancora gli incarichi di padre in figlio. Prendi Michela Ziccardi, figlia di Vito, ex assessore DC a Novi: è consigliere comunale per il PD. Ah.. e poi esistono signori che hanno l’età per la pensione ma si interrogano ancora sul proprio futuro. Vedi Mario Lovelli, due volte sindaco di Novi ed ex parlamentare Pd (con relativo vitalizio, ovvio) che a 64 anni non trova la forza di ritirarsi a vita privata ma pretende di avere ancora un qualunque ruolo. E nessuno fa una piega. Oppure vogliamo dire di Gianfranco Chessa? Avvocato, 73 anni, ex senatore democristiano che subentrò a Carlo Donat-Cattin quand’egli morì: a Vercelli per la questione Terre d’Acqua è stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere e peculato, ha un processo tuttora in corso e i giornalini locali gli dedicano paginate d’interviste in ginocchio chiedendo a lui che ne sarà dell’avvenire della città: ma si può?

Renzi Matteo 2Da quel che scrivi su Facebook, in politica sembri una renziana convinta. Per chi hai votato in passato?
Sembro? Il mio secondo figlio si chiamerà Vittorio e di secondo nome potrebbe fare Matteorenzi (tuttoattaccato). Perché Matteo lo seguo da sempre, da quando nessuno nel suo partito scommetteva che potesse diventare sindaco di Firenze. Lo vedo come un fratello, ecco. Ma sia chiaro: io non ho mai votato PD. Mai stata iscritta a nessun partito. Poi nel 2013 bisogna anche accettare che parlare di Destra e Sinistra in Italia è ridicolo perché si assomigliano in maniera così raccapricciante che fanno, appunto, le larghe intese. Ciò che conta, invece, è il progetto e quello di Matteo è fatto di speranza, voglia di cambiare, coraggio. Anche se, secondo me, ha abbandonato troppo presto e ingenuamente il disegno della rottamazione. Che purtroppo è l’unico modo che abbiamo in Italia per svoltare: sostituire cioè una classe dirigente fatta solo di 50/60enni così così con gente giovane (sì, non bisogna vergognarsi di usare questo aggettivo) preparata, onesta ed entusiasta.

Ilaria, infrangiamo la regola delle 5 domande: ecco la sesta. L’anno prossimo a Novi Ligure si vota: mai pensato di candidarti comeMarubbi Germano sindaco della tua città?
Non scherziamo. L’unico in grado di fare il sindaco è Germano Marubbi (attuale assessore al Bilancio, ndr), ma nel 2010 non hanno trovato il coraggio di candidare un uomo di 34 anni e ora è troppo tardi. Per tutti. Lui ormai vive a Milano dove ha una carriera (vera) e una famiglia e a Novi Ligure restano solo seconde scelte. Funzionari di partito sessantenni che da qualche mese si dichiarano renziani e giovani democratici senza grosse qualità. Non so chi ci sia a Destra, ma scommetto che se trovassero un trenta/quarantenne non dico geniale, al massimo presentabile, be’ l’anno prossimo correrebbero il rischio di vincere. Questo se non consideriamo l’incognita grillina, eh. O all’ultimo minuto una donna (nuova, però), ché sarebbe anche ora di dare una chance alle femmine.