Terzo Valico: coerenza e giravolte [Controvento]

Terzo Valico cava Voltaggiodi Ettore Grassano

Forse oggi non sarà proprio un giorno decisivo per il futuro del Terzo Valico, ma certamente sul tappeto ci sono due appuntamenti di assoluto interesse.

Dalla commissione Ambiente congiunta (Provincia e comune di Alessandria) di Palazzo Ghilini dovrebbe arrivare un’ulteriore analisi della situazione, anche se diverse comunicazioni ufficiali nei giorni scorsi, da noi via via pubblicate, hanno già tracciato il quadro con sufficiente chiarezza.

Nelle stesse ore, i sindaci di Alessandria, Serravalle Scrivia e Voltaggio voleranno a Roma, a colloquio con il ministro dell’Ambiente, per perorare la loro causa.

Ci pare evidente a questo punto che lo stop ai lavori del Terzo Valico non solo ci sarà, ma sarà lungo.
E che in tanti, in questi mesi, con giravolte ‘all’italiana’ hanno cambiato completamente posizione, de facto, naturalmente motivando la scelta in maniera articolata, e magari anche seria.

Ma cosa sta succedendo, davvero? Ossia: siamo in presenza solo di ostacoli tecnici (la possibile presenza di amianto, con tutti i rischi connessi), oppure alla presa di coscienza del fatto che un investimento da 6,2 miliardi (ma dai costi finali certamente maggiori: sappiamo bene come funziona) risulterebbe eccessivo rispetto alla natura del progetto, ai tempi, alle risorse realmente disponibili? Tralasciamo, naturalmente, l’ipotesi complottarda: ossia che il Terzo Valico non si farà più, perché un grande gruppo del territorio (Gavio) nel frattempo ha drasticamente ridotto la sua presenza dentro Impregilo, quindi ‘tana liberi tutti’. Voliamo più alto, dai.

Sicuramente dalla vicenda, al momento, escono  vincenti solo i No Tav di casa, e ilNo Tav Molotov terzoValico Movimento 5 Stelle. Gli unici soggetti ad aver tenuto con coerenza la stessa posizione dall’inizio, giusta o sbagliata che sia. Tutti gli altri, comprese le istituzioni locali, ci pare che semplicemente abbiano ‘fiutato l’aria’, riposizionandosi di conseguenza. Insomma: come è possibile sostenere, credendoci, che un’opera è indispensabile per il rilancio di un territorio, in termini occupazionali ma soprattutto di appetibilità strategica nel medio lungo periodo, e poi nascondersi dietro la foglia di fico dell’amianto? Ma fino ad ora, scusate, tutte le gallerie ferroviarie ed autostradali, portate a termine anche con strumentazioni tecniche assai inferiori rispetto alle attuali, sono state forse realizzate a costo zero per l’ambiente, e per la salute pubblica? Certo che no: si è inquinato, e sono anche morti tanti manovali e operai durante i lavori. Il tutto nel nome del progresso, come da sempre nella storia dell’umanità.

Quindi davvero sarà interessante capire, nei prossimi mesi, che ne sarà del progetto Terzo Valico: sparirà dall’agenda politica locale, e ad un certo punto sarà cancellato da qualche commissione parlamentare? Gli unici beneficiari rimarranno coloro che hanno goduto della prima tranche di finanziamenti (500 milioni di euro) tra progetti ed espropri pare lautamente retribuiti, nonostante ‘ammuina’ che si fece nei mesi scorsi?
Un nostro amico, fautore di 3,4,5 valichi tra la Liguria e il Piemonte, scuote la testa e sorride: “tranquillo, saremo tutti al camposanto e quella roba lì sarà ancora sulla carta: ma sempre tenuta in vita, tra aggiornamenti di studi di fattibilità e proteste di rito”. Ma che peccato, ragazzi, non possedere una ‘baracchetta’ sul tragitto: di questi tempi, e con il mercato immobiliare ‘a picco’, la parola d’ordine è saper valorizzare quel che si ha!