5 domande a… Piercarlo Lava

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lava_piercarlo_01di Andrea Antonuccio.

Dopo una vita passata nel mondo del commerciale e del marketing, Piercarlo Lava si gode la meritata pensione impegnandosi a segnalare a chi di dovere le situazioni “critiche” della nostra città. Da tre anni ha un blog, I cittadiniprimaditutto, che oggi rappresenta la sua passione più grande; recentemente ha creato anche AlessandriaPost, che riserva solo alle sue lettere. Quando ha un po’ di tempo si dedica all’equitazione, al tiro a segno e alla fotografia. Si considera un animalista, sia perché ha sempre avuto cani e gatti, sia perché ritiene che tutti gli animali vadano rispettati. Buona lettura!

1) Piercarlo, che cos’è per te Alessandria?
Sono alessandrino da diverse generazioni e la mia prima esperienza di lavoro è stata come commesso presso la Ditta Melchionni (nel reparto merceria con la signora Lina Anfossi). In seguito ho continuato la mia attività nel mondo delle vendite e del Marketing, presso varie aziende come venditore e poi come capo area, negli ultimi venti anni ho svolto la funzione di Sales e Marketing Manager, per varie società, fra le quali Gazzoni, Cora, Pernigotti e Bosca-Tosti, coordinando e gestendo organizzazioni di vendita a livello nazionale, composte da venditori e capi area. Quindi come avrai capito vivevo più in giro per l’Italia che ad Alessandria, anche se ovviamente la considero a tutti gli effetti la mia città.

2) Da alcuni anni ti muovi per trovare soluzioni concrete a diversi problemi della città. Ci puoi fare qualche esempio di situazioni che, grazie al tuo impegno, sono andate a posto?
Tre anni fa, quando ho cessato la mia attività lavorativa, avendo più tempo ho iniziato a guardarmi attorno. Mi sono reso conto dei molteplici problemi della nostra città e ho iniziato a documentarli e a segnalarli all’Amministrazione in carica proponendo, quando possibile, anche le relative soluzioni. L’elenco dei problemi che ho segnalato è lungo (sono circa 200 lettere) per cui mi limito a citarne alcuni fra quelli che sono stati risolti: messa in sicurezza di otto intersezioni pericolose, asfaltatura di due parcheggi, installazione di una fontanella, messa a dimora di piante al parco giochi, segnaletica verticale e orizzontale zona 30, rimozione coperture in eternit in spalto Borgoglio 31, e molto altro ancora.

3) Facendo un bilancio di queste tue attività, come ti consideri? Soddisfatto o insoddisfatto?
Analizzando l’impegno profuso, il lavoro svolto e la mole dei problemi segnalati (con prevalenza alla precedente Amministrazione, che su diversi punti, devo riconoscerlo, ha risposto positivamente), ritengo che in complesso il bilancio sia positivo. Mi ritengo pertanto moderatamente soddisfatto.

lava_piercarlo_024) Alle elezioni comunali ti sei candidato con una lista civica (I cittadini prima di tutto con Pier Carlo Lava) in appoggio alla candidatura a sindaco di Gianni Barosini. Non è andata come speravi, probabilmente… che cosa non ha funzionato?
Premetto che comunque sia andata è stata una esperienza interessante, anche se devo rilevare che ci sono alcuni aspetti nel modo di fare politica che non condivido.

Non mi ero posto particolari obiettivi, sapevo che le probabilità di vittoria erano minime, ma essendo stato coinvolto da Barosini e avendogli dato la mia parola (pur condividendo solo parzialmente la sua linea di pensiero), mi sono impegnato al meglio delle mie possibilità sino all’ultimo.

Devi anche tenere presente che mi sono trovato a creare una lista civica partendo da zero, in soli sei mesi. Purtroppo solo pochi esponenti della lista, pur impegnandosi, hanno prodotto risultati soddisfacenti.

Personalmente ho comunque preso 50 preferenze e altrettante con una croce sul simbolo della lista che portava il mio nome, per cui considerando i presupposti (e avendo visto quanti voti hanno raccolto alcuni assessori della giunta uscente), non mi pare un risultato del tutto malvagio.

5) Che cosa dovrebbe fare adesso Rita Rossa? Tenere duro o dimettersi?
Sorvolando sulla diatriba ancora in corso in merito alla delibera del dissesto (che per me è priva di fondamento), ritengo che le regole debbano essere rispettate tassativamente e aggiungo che governare spendendo molto di più di quanto entra in cassa, pensando oltretutto solo al consenso immediato, è decisamente troppo facile.

La conseguenza è che si crea un buco di bilancio che porta inevitabilmente al dissesto, l’equivalente del fallimento per una società privata. Ovviamente non voglio dire che la responsabilità sia totalmente della Amministrazione Fabbio, in quanto anche quella guidata da Mara Scagni, seppur in parte minore, ha dato il proprio contributo a creare l’attuale disastro, per il quale da un anno (e per i prossimi quattro) noi cittadini pagheremo il conto.

Venendo all’attuale giunta, va detto che operare in queste condizioni è un impresa decisamente difficile, e con un Commissario governativo la situazione sarebbe ben peggiore, soprattutto per i lavoratori delle Partecipate. Questo però non giustifica completamente alcune carenze, che comunque esistono e che diventano sempre più evidenti con il passare del tempo.

A mio avviso, oltre al problema dei posti di lavoro a rischio (e su questo argomento va riconosciuto all’attuale Sindaco di essersi impegnato molto mettendoci la faccia), ci sono altri ambiti per i  quali mi pare di poter dire che ci siano delle carenze anche a livello dei competenti assessorati. Penso alle questioni legate a sicurezza, viabilità e criminalità, che si possono risolvere solo ridefinendo i compiti della Polizia Municipale, che deve ritornare a presidiare il territorio come in passato.

Consideriamo anche la raccolta rifiuti e la pulizia di strade, marciapiedi e viali. I problemi finanziari dell’Amiu non giustificano totalmente la situazione di degrado della città ed è il caso di ricordare che in situazioni di emergenza se i mezzi meccanici non sono sufficienti si possono usare le braccia (come del resto si faceva in passato). Per questo sarebbe opportuno che venissero convocati i due tecnici e i sei capi servizio dell’Amiu per sollecitarli in tal senso.

Nelle ultime settimane, l’evoluzione positiva di taluni eventi mi consente un margine di ottimismo e mi porta a dire che si intravede una piccola luce in fondo al tunnel. Anche se la strada è ancora lunga e difficile, si può sperare in un futuro lieto fine.

Se si riuscirà a superare questa prima fase sarà però in seguito necessario, per evitare che nel tempo si riproduca nuovamente il problema attuale, intervenire sulle Partecipate, razionalizzando i costi e privatizzandole in parte, mantenendo una quota di maggioranza e salvaguardando al massimo l’occupazione. Successivamente, quando le risorse lo consentiranno si dovranno mettere in atto piani di marketing e sviluppo (che dovranno già essere pianificati in precedenza) per consentire alla città di crescere, rilanciare il commercio e l’occupazione, anche per ridare lavoro ad eventuali lavoratori in cassa integrazione.

Quindi, per concludere, invito Rita Rossa a continuare, perché sono convinto che ce la possa fare.