Renzi, ancora tu!?! Ma non lo sai che non servi più?

Patrucco Giancarlodi Giancarlo Patrucco
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Già, a un dipresso gli stanno rispondendo così: “Caro Renzi, sappiamo che sei vocato a fare il Presidente del Consiglio, ma il posto è già occupato e noi non intendiamo metterlo in discussione. Ci sta il nostro Letta e al partito va bene così. Quindi, se vuoi competere a qualcosa, iscriviti alle primarie interne e partecipa al congresso. Stavolta potresti pure vincere e diventare segretario.”

“Parteciperesti solo se rimanesse l’unificazione della carica di segretario con quella di candidato premier? Suvvia. Sei stato proprio tu a beneficiare di quella deroga alla norma, quando Bersani ti permise di sfidarlo sulla premiership. E ora, non vorresti modifiche allo Statuto neanche se decise in assemblea?

“Beh, allora porta pazienza. Dopo che il Governo Letta sarà giunto a fine corsa. Dopo che il Presidente della Repubblica avrà deciso se la legislatura continua. Dopo eventuali elezioni anticipate o elezioni a scadenza naturale, verrà il tuo momento. Stanne certo. Nel frattempo, “la ci porti un bacione a Firenze” e non si disturbi troppo a tornare. Abbiamo il nostro daffare qui”.

Hic Rhodus, hic saltus. Insomma, abbiamo un candidato premier che sbanca tutti i sondaggi, che buca il video, che sa fare comunicazione, che può allargare la platea degli elettori PD oltre il veltroniano 34%, che può attirare astenuti nonché centristi e il Partito Democratico che fa? Gli offre un posto nella corsa per la segreteria senza neanche garantirgli  la candidatura a premier.
Ora, io non sono Renziano per niente. Sono intervenuto spesso, lamentando i suoi toni e i suoi contenuti. Toni un tantino esagerati, contenuti un tantino destrorsi. Ma non riesco a capacitarmi che il Partito Democratico voglia buttar via tutto questo bendidio che Renzi porta in dote.

Anche il più inesperto di politica non fa fatica a capire che, diventando segretario di unRai Uno - Matteo Renzi ospite a  "Porta a Porta" partito siffetto, il sindaco di Firenze si infilerebbe in un tritacarne dal quale non riuscirebbe più ad uscire, se non a pezzettini. Non è un mistero che la nomenklatura lo detesti. Basta ricordare le primarie dell’anno scorso: Bersani aveva con sé quasi tutto l’apparato, Renzi contava soprattutto sui voti dei semplici iscritti e sull’effetto trascinamento della novità che rappresentava.
Già me lo vedo, impegnato a trattare con coordinatori provinciali, a inaugurare circoli, a mediare fra le infinite anime del PD fino allo sfinimento. Soprattutto, me lo vedo fare dichiarazioni al bilancino sul Governo Letta, sul ruolo delle Camere, sul finanziamento della politica, sulle province, il riordino della spesa, la giustizia, i processi di Berlusconi, la stramba maggioranza che dovrà sostenere come da ruolo.

Renzi ha rappresentato una novità perché era effettivamente una presenza nuova, diceva cose nuove, con un linguaggio nuovo e un modo di porsi più nuovo ancora. Fatelo marcire un anno nel PD e non lo riconosceranno più nemmeno i suoi parenti, dopo.
Ergo, pensateci bene. Dopo l’immane pastrocchio che avete combinato con Marini e con Prodi, non è il caso di aggiungerci anche quest’altro. D’altronde, Renzi è un tipetto scaltro. Sa bene che in politica le garanzie sul futuro valgono quel che valgono. Il futuro è in grembo agli dei e, nel nostro caso, balla sull’esile filo dei contorcimenti nazionali e sovranazionali.
Per farvi fronte adeguatamente, ci vorrebbe un partito nuovo, rimesso in piedi dalle fondamenta. Un partito limpido, trasparente, aperto e con indirizzi di percorso ben più chiari di quel che si riesca a capire in mezzo al groviglio delle correnti e agli annunci al veleno dei capi-corrente. Così, non convincete noi. Figuriamoci Renzi.

Eppure, lui è senza alcun dubbio la carta migliore che potete giocarvi. Quindi, invece di fare i furbi, di bacchettarlo, di blandirlo, di strattonarlo, fate l’unica cosa che potrebbe convincerlo davvero: deponete le armi. Date segni chiari che credete all’investimento sulla sua persona e sulle sue capacità. Non toccate quella norma e consentitegli di giocarsi la partita intera, un tempo per volta. Potrebbe rivelarsi un ottimo segretario, se volete veramente il cambiamento.
Altrimenti, ricordatevi: l’elettorato non è mai stato così volatile come di questi tempi. E lo zoccolo duro non resisterà per sempre.